Introduzione alla lettura della novella “La trappola” di Luigi Pirande…
28 Dicembre 2019Il prof Gaudio commenta l’esame di maturità 2011
28 Dicembre 2019Provenza crocevia dei post-impressionisti, preparazione in classe del viaggio di istruzione del Prof. Luigi Gaudio
Cos’è il post-impressionismo
Non è un movimento o una scuola pittorica ben definita
Dopo la diffusione della fotografia, l’arte non è funzionale alla semplice rappresentazione della realtà, e diventa più “soggettiva” (persino simbolica in Gauguin)
I principali pittori che, a cavallo tra ottocento e novecento innovano le tecniche, e influenzeranno le avanguardie del periodo immediatamente successivo, passano dalla Provenza, e sono Cézanne, Van Gogh e Gauguin
Dov’è la Provenza?
La Provenza è una regione che si trova nella Francia del Sud, vicino all’Italia e rappresenta una meta ideale per un weekend alla scoperta dei paesini medioevali situati in una campagna disseminata di viti basse, di olivi e lavanda. (fonte: lau 22)
Storia della Provenza
La Provenza si chiama così perché era una provincia Romana, la prima e l’unica (per un certo tempo) al di là delle Alpi: la Gallia Narbonese
Ebbe una fase di eccezionale splendore e un ruolo centrale nella politica francese nel medioevo fino alla Crociata contro gli Albigesi
Terra di poeti e artisti medievali
Trovatori
Petrarca
Simone Martini
Città del nostro itinerario
1.Aix en Provence (145.000 abitanti)
2.Arles (55.000 abitanti)
3.Avignone (90.000 abitanti)
4.Nimes(143.000 abitanti)
27 marzo
Martedì 27.03.12 Ritrovo dei partecipanti di fronte a scuola e partenza con pullman Gran Turismo alle ore 07:00.
Soste lungo il percorso e arrivo ad AIX EN PROVENCE con visita guidata “percorso Cezanne”
Al termine proseguimento del viaggio per Avignone. Arrivo in (HOTEL ETAP AVIGNON CENTRE) cena in ristorante e pernottamento in hotel.
Aix en Provence
Aix-en-Provence è stata per secoli la capitale della Provenza. Ricca e signorile, era la città amata dal potente Cardinale Mazzarino e in cui Cezanne si ritirò a dipingere. Oggi è una città universitaria. (fonte: viaggio in Europa)
Corso Mirabeau (Aix en Provence)
La vita di Aix-en- Provence si svolge prevalentemente lungo il viale principale della città, il Corso Mirabeau che con i suoi platani protegge il passeggio estivo dal forte sole provenzale, soprattutto in primavera ed estate.
Lungo il corso ci sono i caffè, i ristoranti, le librerie, eleganti negozi e alcuni magnifici palazzi di cui spiccano le cariatidi o gli atlanti che sostengono i balconi.
Corso Mirabeau (Aix en Provence)
La Rotonde (Aix en Provence)
La Rotonde è una magnifica fontana del 1869 con le 3 statue che rappresentano La Giustizia, rivolta verso Aix-en-Provence, l’Agricoltura, verso Marsiglia e le Belle Arti, verso Avignone.
Città vecchia (Aix en Provence)
A sinistra del Corso Mirabeau si entra nella Città Vecchia, il cuore storico di Aix-en-Provence. I ristoranti etnici ospitano ad ogni ora del giorno gli studenti in pausa dalle lezioni o in “libera uscita”.
Torre dell’Orologio Aix en Provence
La Torre ha una campana chiusa in una gabbia e un orologio con personaggi che cambiano ad ogni stagione. Nella piazza sottostante si svolge un animato mercato di frutta e verdura.
Cattedrale di San Salvatore
La Cattedrale di St Saveur è il risultato eclettico di molti stili sovrapposti
Nella Cattedrale magnifico il Trittico del Roveto Ardente.
Cézanne
Cézanne nacque e visse ad Aix-en-Provence buona parte della sua vita. Era nato in un vicolo della Città Vecchia, dove ancora oggi si può vedere la casa natale. Si trova al 28 di Rue de L’Opera, alla fine del Corso Mirabeau.
Il padre aveva un negozio di cappelli, di cui ancora oggi si può ammirare l’insegna al N. 55 del Corso Mirabeau. L’Atelier di Cezanne, rimasto così com’era al momento della sua morte, è fuori dal centro storico ma a soli 500 metri dalla cattedrale.
(ingresso 5 €)
La villa
Per chi vuole completare il percorso sulle orme di questo genio della pittura, fuori Aix c’è la villa dove si era ritirato a scrivere e dipingere e da cui si ammirano i paesaggi provenzali che ritroviamo nei suoi quadri. L’ufficio del turismo locale organizza visite guidate ogni giorno.
Cézanne e i suoi modelli:
Delacroix “Morte di Sardanapalo” 1827-1828
L’erotismo fa parte dell’esperienza umana, è in fondo una ricerca di felicità, uno dei modi, forse il più immediato, con cui si cerca la felicità. L’erotismo da un punto di vista religioso, è una tentazione, e così Cézanne raffigura “La tentazione di Sant’Antonio”.
Egli riprende, come fa spesso all’inizio della sua carriera pittorica, un modello precedente. In questo caso riprende Delacroix e lo esaspera.
Nei nudi di Cézanne non c’è l’interesse morboso per il particolare erotico. I corpi sono quasi brevi apparizioni in mezzo al bruno intenso che prevale. La prospettiva tradizionale, presente nell’opera di Delacroix, viene bloccata dal corpo in primo piano.
Cézanne e i suoi modelli: Il ratto e l’assassinio
Ne “Il ratto” la scena in primo piano, della protagonista senza vita sorretta da un uomo, viene inserita in una prospettiva ambigua, perché l’occhio è condotto in modo bifocale sulla scena sinistra e sul monte a destra.
Insomma, sia in questo dipinto che ne “L’assassinio” le figure umane sono in primo piano, direttamente in rapporto con chi guarda il quadro, mettendo in secondo piano le preoccupazioni di resa prospettica.
A Cézanne, come a Caravaggio, (anche lì c’erano spesso sfondi scuri) non interessa la prospettiva, perché la prospettiva non è nella realtà, ma è solo un modo nostro per misurare la realtà.
Paul Cézanne “Il ratto” 1867
Paul Cézanne “L’assassino” 1867
Cézanne e i suoi modelli: Le dejeuner sur l’herbe
La novità dirompente de “Le dejeuner sur l’herbe” di Manet è il fatto che quella donna nuda è vera, non è una dea, un personaggio mitologico, ma una donna vera che chiacchiera con degli uomini.
Il quadro che Cézanne compie reinterpretando quello di Manet ne stravolge la tecnica pittorica, mettendo al centro della scena non la donna, ma una natura morta attorno a cui ruotano persone e alberi.
La prospettiva, si diceva prima, è un trucco. Noi vediamo le cose focalizzando ciò che è al centro e poi scorgendo le cose a lato, proprio al contrario della prospettiva, dove la visione è concentrica.
Anche le linee e i contorni non ci sono nella realtà, nelle fotografie non c’è una linea di contorno.
Pertanto prospettiva e linea nei quadri di Cézanne non ci sono.
Confrontiamo la Dejeneure sur l’erbe di Manet, in cui ancora la prospettiva rinascimentale è presente, con quella di Cézanne
In quella di Cézanne è evidente che la visione parte dal centro (non a caso una natura morta con mela) e poi si svolge verso l’esterno coinvolgendo gli altri personaggi
Tra i personaggi è dipinto lo stesso Cézanne disteso e Zola che fuma la pipa) e gli alberi che “sparano” verso la parte che è fuori dal dipinto
Manet “Le déjeuner sur l’herbe” 1863
Cézanne “Le déjeuner sur l’herbe” 1870
Cézanne e i suoi modelli: Le Nozze di Cana
Andando al Louvre, Cézanne sviluppa sensazioni artistiche profonde. Le “Nozze di Cana” sono un altro modello ripreso da un artista del passato. In questo caso è Paolo Veronese. L’oggetto di rappresentazione nelle mani di Cézanne, diventa un’orgia.
Egli è attratto dalle tonalità calde della tela di Veronese. Groviglio e colore sono gli spunti esasperati dal pittore di Aix en Provence.
Paolo Veronese “Le nozze di Cana” 1562-1563
Cézanne “L’orgia” 1868-1870
Cézanne e i suoi modelli: Poussin
Cezanne ammira il “Baccanale con la suonatrice di liuto” di Poussin, perché esprime un tema classico, ma è attento alla natura più che alla perfezione formale.
Ne “La battaglia dell’amore” Cézanne ci fa capire che il suo interesse è per la realtà tutta, senza censure o moralismi (ma anche senza attenzione pornografica).
Poussin “Baccanale con la suonatrice di liuto” 1628-1630
Cézanne “La battaglia d’amore” 1875-1876
Cézanne e i suoi modelli: Olympia
Rispetto all’ “Olympia” di Manet i due quadri omonimi di Cézanne pongono la donna più in lontananza e non in primo piano, anche se aggiungono il voyeurismo del personaggio maschile.
Cézanne e i suoi modelli
Manet “Olympia” 1963
Cézanne e i suoi modelli
Cézanne “Una moderna Olympia” 1869-1870
Cézanne e l’impressionismo
Che cos’è l’impressionismo? È una corrente artistica che cerca di realizzare a livello artistico quello sguardo oggettivo sulla realtà corrispondente in campo filosofico al positivismo, in campo letterario al naturalismo (Cézanne è amico di Zola sin dalla giovinezza) e in campo scientifico all’evoluzionismo.
Le invenzioni della fotografia e dei trattati di ottica costringono a rivedere le tecniche che la pittura adotta per riprodurre la realtà. L’abolizione dei bianchi, dei neri, dei contorni, la consapevolezza che tutto diventa oggetto del dipingere, la scelta di dipingere “en plein air” trovano una sintonia in Cézanne, ma le scelte tecniche rispetto a Monet, che è il più rappresentativo dei pittori impressionisti, sono diverse.
Per osservare un quadro di Monet bisogna stare ad una certa distanza, mentre guardare un quadro di Cézanne da vicino certe volte è necessario. Cézanne è in rapporto con Pizzarro, di cui è amico, e con Manet, che sono i più accademici fra gli impressionisti.
In realtà, pur avendo esposto insieme agli impressionisti, Cézanne è lontanissimo dall’astrattismo di Monet
Confrontiamo alcuni dipinti di Cézanne e Pissarro. Cézanne invita infatti l’amico in Provenza, alla ricerca del “motif” da dipingere.
Nel “Frutteto a Pontoise” Cézanne elimina quasi gli alberi del quadro di Pissarro, concentrando l’attenzione sulle case. Agli impressionisti come Pissarro interessa l’istante, lo stormire delle foglie e il biancore dei fiori.
Cézanne non dipinge quasi mai i fiori, perché a lui interessano le cose che permangono nel tempo, interessa la “durata”, non “l’istante”.
La sua pennellata è molto più corposa di quella di Pissarro. Egli era anche molto più lento degli impressionisti a dipingere, a testimonianza che quelli erano interessati a cogliere l’attimo di un momento, la luce,ecc… mentre Cézanne vuole cogliere ciò che è eterno
Camille Pissarro “Frutteto a Pointoise” 1877
Cèzanne “Frutteto a Pointoise” 1887
“Paesaggio a Auvers” non a caso è uno dei tre quadri che Cézanne espone con gli impressionisti, infatti l’acqua riflette la vegetazione proprio come in molti quadri di Monet.
Invece ne “Il golfo di Marsiglia” di un decennio più tardi l’acqua è ferma, non è in movimento.
Cézanne “Paesaggio a Auvers” 1873
Cézanne “Golfo di Marsiglia” 1885
Lo stesso paesaggio alla Baia dell’Estaque viene dipinto da Cézanne prima in modo impressionistico, con pennellate rapide di colore, e pochi anni più tardi con gli alberi che hanno acquistato volume e solidità e le foglie che sono scomparse.
Cézanne “Baia all’Estaque” 1876
Cézanne “Baia all’Estaque” 1878-1882
Degas è il pittore del tempo maggiormente influenzato dalla tecnica fotografica, che rende possibile rappresentare lo sguardo nel vuoto di una donna che ha preso l’assenzio. Degas vuole dipingere il sentimento del momento (smarrimento, tristezza, perdita di sé).
Cézanne, quando ritrae la moglie, non è interessato al sentimento del momento, tanto è vero che non si intuisce con chiarezza qual è l’emozione della moglie, se pure ne doveva avere una sola, durante le lunghe pose cui era sottoposta dal marito.
Degas “L’assenzio” 1876
Cèzanne “La signora Cézanne con ventaglio” 1879-1882
Egli non usa la tela come l’obiettivo di una macchina fotografica, altrimenti non avrebbe messo le pennellate azzurre sul volto di lei. Egli le dipinge perché vuole dipingere tutto, anche l’aria che c’è tra lui e il soggetto.
Il colore dell’aria è il blu. Ma la realtà è unica, è un tutt’uno. Perciò nello sfondo c’è un po’ del colore della pelle di lei. (io-mondo)
Cézanne “Signora Cézanne su poltrona rossa” 1877
L’originalità di Cézanne
Nelle “Rocce all’Estaque” inizia l’arte tipica di Cézanne. La pennellata è diversa per ogni roccia. In questo modo viene reso il volume. A Cèzanne interessa la sintesi, non l’analisi scientifica del dato reale.
Perciò non dipinge il singolo filo d’erba, destinato a sparire, ma dipinge le rocce, destinate a durare. Comunque nel colore delle rocce mescola anche un po’ del verde dell’erba. Infine il passaggio da una roccia all’altra non è dato da un contorno nero, ma da una sfumatura di colore
Cézanne “Rocce all’Estaque” 1879-1882
Nelle “mele” usa una singola prospettiva per ogni mela. La luce non viene dall’esterno, ma è dentro l’oggetto. Ogni oggetto è diverso dall’altro, ha il suo destino.
Eppure ogni oggetto è insieme all’altro, pertanto un po’ del verde dell’ultima mela a destra compare anche nelle mele più a sinistra, perché la vicinanza con te mi cambia in parte, lascia in me un segno di te.
Questo significa che ogni uomo ha il suo destino (prospettiva), ma le persone che hai vicino influenzano la tua vita. La mela gialla accostata alla rossa diventa anche un po’ rossa.
Si notino infine le tipiche pennellate a pettine già viste nelle rocce, di sopra, ma con la caratteristica che al centro delle mele vi è spesso una tonalità più chiara, come quando noi vediamo una cosa che sappiamo di colore uniforme, ma, per il riflesso della luce, ci appare in un punto di un colore più chiaro che in altri punti
Cézanne “Mele” 1877-1878
Nei “Piatti” Cézanne solleva un piatto in modo del tutto aprospettico (quello di ciliegie), mentre l’altro piatto, di pesche, è in prospettiva corretta.
Egli vuol farci vedere le ciliegie in tutta la rotondità, altrimenti, in prospettiva corretta, sarebbero stato un ammasso informa di colore rosso.
Inoltre vuol farci capire che la prospettiva è un trucco, e ce lo fa capire con un’altra illusione ottica.
Infatti il nostro occhio non è disturbato dall’assurdo prospettico dei piatti, perché nella mente noi sappiamo che anche il piatto di pesche è rotondo, così come ci appare quello di ciliegie.
A proposito di assurdi prospettici: si osservi il tavolo innaturalmente versato in avanti, tanto che i piatti, in base alla legge di gravità dovrebbero cadere per terra.
Anche questo il pittore l’ha fatto per farci vedere le cose, che sarebbero altrimenti solo intraviste di scorcio
Cézanne “Piatti con ciliegie e pesche, vaso e tovagliolo” 1883-1887
Il mare dell’Estaque in questa veduta attraverso gli alberi (spesso gli alberi incorniciano lo spazio come nelle bagnanti) è un mare fermo, ma il senso delle cose è aldilà. Qua Cézanne incomincia ad analizzare la realtà per fasce sovrapposte.
Gli alberi sono una cornice e gli oggetti sono dentro questa cornice, dietro di essa. La prospettiva non è data dalle linee convergenti ma dalla sovrapposizione dei piani spaziali.
Cézanne “Estaque: veduta attraverso gli alberi” 1878-1879
Anche ne “Le grandi bagnanti” gli alberi fanno da cornice
Cézanne “Le grandi bagnanti” 1906
Certe volte nei quadri di Cézanne ci sono dei centimetri non dipinti, in cui affiora la tela bianca, come in alcuni dei dipinti della Montagna di Saint Victoire.
Qui è tutta l’umiltà dell’uomo, che riconosce di non aver capito niente del soggetto, riconosce che il problema non è concludere a tutti i costi, a tutti i costi non lasciare neanche un centimetro non dipinto.
Cézanne davanti a una persona capiva che non ci arrivava a raffigurarla tutta, perciò preferiva fermarsi. Per Cézanne l’arte è qualcosa di divino, il punto in cui l’uomo si incontra con Dio. Per lui l’arte è un mestiere, ma nel senso che avevano i medievali, quando contribuivano a costruire una cattedrale.
Cézanne “Mont Sainte Victoire visto da Les Lauves” 1902-1906
Per lui la pittura era una vocazione, per questo poteva affermare “voglio morire dipingendo”, e così accadde, perché negli ultimi giorni, già malato mortalmente, non abbandonò la realizzazione del ritratto del suo giardiniere.
Cèzanne “Il giardiniere Vallier” 1904-1907
Cézanne modello per il novecento
Gli artisti del novecento guardando Cézanne scoprono loro stessi e il loro sguardo alla realtà: vedi la Mela di Giacometti. Egli era uno scultore surrealista, e per ritornare alla descrizione della realtà dovette ripartire da Cèzanne.
Addirittura in Giacometti una sola mela è sufficiente per cogliere le cose con uno sguardo intenso, perché ogni cosa ha un senso
Cézanne “Mele e biscotti” 1880
Alberto Giacometti “La mela” 1937
Il paradosso di Cézanne è questo: egli è stato il maestro dei pittori del novecento, in particolar modo dei cubisti, che hanno stravolto il realismo ottocentesco. Eppure il suo intento non era quello di prescindere dalla realtà, ma di andarci a fondo.
Cèzanne “Ambroise Vollard” 1899
Pablo Picasso “Ambroise Vollard” 1909-1910
La differenza salta all’occhio proprio confrontando i soggetti rifatti dai pittori cubisti con gli originali di Cézanne
Cézanne “Cinque bagnanti” 1885-1886
Picasso “Les demoiselles d’Avignon” 1907
Cézanne “Chateau noir” 1900-1904
Braque “Case all’Estaque” 1908
28 marzo: Arles
Mercoledì 28/03/12: Prima colazione in hotel. Al mattino partenza con pullman per ARLES. Visita guidata “percorso Van Gogh” – Pranzo libero
Prossime immagini da un lavoro di Belgrano Nicolò, Vivaldi Nicola e Gelsomino Manuel
Fonti prese da: www.wikipedia.it e www.monumenti in Francia.it
Monumenti di Arles
Teatro romano
Anfiteatro di Arles
Parte dell’anfiteatro ristrutturato
Arcate dell’anfiteatro di Arles
Teatro romano visto da fuori
Teatro romano di Arles
Ad Arles, comunque, andremo più che altro per vedere i quadri di Van Gogh
Le tecniche pittoriche di Van Gogh
Sperimentava tecniche diverse:
-metteva in risalto le forme circondandole di contorni scuri e pennellava lo sfondo a strati,
-ondulando i contorni per accentuare le forme,
Le tecniche pittoriche di Van Gogh
punteggiava con brevi pennellate e spremeva il colore dal tubetto direttamente sulla tela.
La camera di Van Gogh (1888)
Oltre ai colori, l’altro aspetto che balza all’occhio in questo famoso quadro di Van Gogh è la sua originale prospettiva.
L’opera appare irrealistica nella sua raffigurazione deformata della camera, con i vari oggetti che si piegano obliquamente verso lo spettatore.
No alle regole prospettiche
Van Gogh respinse le leggi della prospettiva convenzionale, che imponevano un approccio preciso e realistico all’opera da un punto di vista prospettico,
nell’ultima parte della sua carriera, in modo particolare in molti dei suoi dipinti di Arles, come Lo Zuavo seduto e Il Caffè di notte in Place Lamartine ad Arles.
Lo Zuavo seduto (1888)
Il Caffè di notte in Place Lamartine ad Arles (1888)
Il dramma di Arles (1888)
Nell’ottobre 1888 giunse ad Arles Paul Gauguin
Il sogno di van Gogh era di fondare un’associazione di pittori che perseguissero un’arte nuova, ma Gauguin e Van Gogh erano spesso in disaccordo
Il dramma di Arles (1888)
A Saint-Rémy-de-Provence (1889)
Van Gogh aveva spesso attacchi di panico e allucinazioni e reagiva con atti di violenza e tentativi di suicidio, pare che soffrisse di psicosi epilettica e per quello fu ricoverato all’ospedale psichiatrico di Saint Remy.
Nella Notte stellata van Gogh sembra esprimere uno stato d’animo attraverso la libera fantasia, per liberare le proprie emozioni piuttosto che dipingere il paesaggio.
Per quanto riguarda la sua tecnica:
«l’esecuzione è vigorosa, intensa, pennellate dense e grumose. Il suo disegno rabbioso, potente…»
Avignone
28 marzo: nel pomeriggio rientro ad Avignone per visita libera della città, del palazzo dei Papi, e del ponte.
Cena in ristorante e pernottamento in hotel.
The Palace of the Popes
The Palace of the Popes in Avignon, France, which contemporaries called “the most beautiful and most fortified house in the world.” Its fortress-like façade correctly suggests that the medieval papacy was often under siege.
The chapel built between 1345 and 1352 by Pope Clement VI and thus called the Clementine Chapel
During this time the word cappella (chapel), came to mean not only a building consecrated for religious worship, but also the organized group of highly trained musicians who sang at these services.
The amazing interior of the Popes Palace
Inside the Popes Palace.
The palace was used by 7 popes from 1305 to 1378
Are these statues really smiling?
It was Catherine of Sienna who finally persuaded the Pope to return to St. Peter’s in Rome.
The Famous Bridge of Avignon
Sur le pont d’Avignon……….
You can only walk to just over half way across the bridge.
…striding along the bridge…
Looking along the bridge towards the Palace of the Popes.
29 marzo: Camargue
Giovedì 29/03/12: Prima colazione in hotel. Giornata naturalistica dedicata alla visita libera del parco naturale della Camargue composta da tre zone ben distinte: le coltivazioni a nord del delta, le saline a ovest e le lagune a sud ed est.
Delicato equilibrio ecologico
Paludi, mare, risaie, fenicotteri, tori, cavalli e … zanzare
Da visitare con calma, in una bella giornata senza vento
In jeep,a piedi, in battello, ecc…
Mappa della Camargue
Scorci di Camargue
Nimes
29 marzo: al termine arrivo a Nimes presso (HOTEL NIMOTEL/NIMACTIVE) Cena in ristorante e pernottamento in hotel.
Storia di Nimes
Nimes era abitata anche nel periodo preistorico
I primi abitatori furono I Celti della tribù dei Volci Arecomici
Nemausus era il nome della divinità delle acque
Il sacro fiume del Dio Nemausus
Nemesis o Nemausus?
La colonia romana di Nemausus fu fondata nel 28 a.C., vicino ad un villaggio celtico, che presto assorbì.
Il nome della colonia era Julia Augusta Nemausus Volcarum Aremecorum, nome designato per pacificare le popolazioni autoctone e glorificare l’impero di Augusto
Pont Du Gard
Il bel ponte fu costruito con pietre indistruttibili, ed è lungo circa 750 metri
Costruito nel 19 a.C., è il più alto ponte costruito dai Romani ancora in piedi
L’ Anfiteatro
L’Anfiteatro riproduce il Colosseo di Roma in scala minore. Posto al centro di Nimes, è uno dei meglio conservati dell’architettura Romana
Maison Carre
Fu costruita per rifare un tempio che già esisteva a Roma
Donato da Agrippa per commemorare I nipoti di Augusto, Gaio e Lucio Cesare.
Fu costruito nel primo secolo a.C., circa il 16 a.C., e rimane un ottimo esempio dello stile classico
30 marzo: Les Baux
Prima colazione in hotel. Partenza con pullman per la visita libera di LES BAUX DE PROVENCE: un villaggio a picco su una rupe, tutto intorno alla città ci sono cave di roccia rossa, minerale indispensabile per la produzione dell’alluminio: scoperto dal geologo Berthier, lo chiamerà appunto bauxite.
Les Baux è un borgo medioevale curioso e promettente. Pur avendo solo 500 abitanti è fra le mete più frequentate della Provenza (più di 1.500.000 di visitatori all’anno) ed è considerato Patrimonio Storico Nazionale.
Les Baux è importante anche dal punto di vista scientifico, per le rocce frastagliate
Les Baux è una tipica corte medioevale, dove i poeti provenzali, circondati da raffinatezza, divertimenti, tresche e adulteri scrivevano le loro poesie e ballate.
Chi ama le passeggiate troverà 400 ettari riservati esclusivamente ai pedoni, attraversate da stradine che si inerpicano fra casette restaurate con facciate rinascimentale.
Chi ama i castelli, in questa San Marino francese né troverà uno fra i più suggestivi con un museo di catapulte e armi usate per difenderlo dai nemici che praticamente lo assediarono senza sosta. Fu espugnato dal cardinale Richelieu, quello dei Tre Moschettieri.
Infine chi sperava di dimenticare Dante, troverà interi capitoli scritti con l’immancabile presunzione francese su Dante, che si sarebbe ispirato a questi luoghi per descrivere il suo mondo ultraterreno.
Dante sarebbe anche passato per Les Baux, cosa testimoniata non dalle cronache, ma da una divertente interpretazione di un canto nella creazione del quale Dante “si è sicuramente suggestionato dalla nostalgica solitudine e dalla bellezza Le mozzafiato di questi paesaggi“