Testo descrittivo
27 Gennaio 2019Dipinti di Antonello da Messina
27 Gennaio 2019Compito in classe di Italiano sul Quinto libro dell’Eneide
Traccia
Dopo aver spiegato in quale contesto si inserisce il seguente passo, analizzalo con precisione dal punto di vista del contenuto ma anche per quanto riguarda gli aspetti formali.
L’altro è come chi assedia un’alta città con le macchine,
0 s’accampa in armi intorno a fortilizi montani, 440
ed esplora con arte questi o quei passaggi
e tutto il luogo, e preme inutilmente con vari assalti.
Mostrò la destra ergendosi Entello ed in alto
la levò: l’altro previde veloce il colpo
che piombava, e si ritrasse sfuggendo con l’agile corpo: 445
Entello disperse le forze nel vento, e da solo,
pesante, pesantemente cadde in terra con la vasta
mole: come talvolta un cavo pino
cade sradicato sull’Erimanto o sul grande Ida.
Svolgimento
Il quinto libro dell’Eneide è successivo alla partenza di Enea da Cartagine e rappresenta una pausa all’interno della vicenda principale del poema. Le navi dell’eroe infatti vengono spinte da venti favorevoli sulle coste della Sicilia ed egli approda ad Erice, la terra ospitale dove regna Aceste. E’ trascorso un anno dalla morte di Anchise ed Enea organizza dei giochi a cui prendano parte Troiani e siciliani per celebrare l’anniversario; le gare consistono in una regata, una corsa a piedi ed un incontro di pugilato. Il passo è tratto da quest’ultima gara, a cui partecipano il giovane troiano Darete, che si offre per primo alla sfida forte della sua fama di abilissimo pugile, ed Entello, un siciliano spinto alla gara da Aceste, anch’egli celebre presso il suo popolo ma provato nel fisico dagli anni. I due contendenti hanno caratteristiche e tattiche diverse: il primo è veloce, agile nel corpo e nei movimenti e pieno del vigore della giovinezza; il secondo con un fisico possente, le braccia poderose e con muscoli fortissimi, capace di sferrare colpi di immensa potenza, un avversario temibile anche se le sue ginocchia indebolite dall’età avanzata talvolta stentano a reggere lo sforzo. Darete ostenta fin dall’inizio sicurezza e fiducia nella sua agilità e si dispone ad attaccare più che a difendersi, cercando un punto debole o vulnerabile nel suo avversario, che all’inizio dell’incontro è più pronto alla difesa. Virgilio introduce una similitudine riferita alla prima fase della gara, in cui accosta Entello ad una città o un castello di montagna assediato e Darete all’assediante. Questa similitudine è calzante nei suoi diversi elementi: Entello richiama la città o il castello fortificato per la sua imponenza e la sua capacità di non lasciare scoperti i punti vulnerabili nel difendersi dagli assalti del giovane; Darete è paragonato all’assediante per il suo continuo attaccare e cambiare di posizione, cercando di accerchiare il suo avversario, non essere prevedibile nei suoi colpi e allo stesso tempo di studiarlo e di trovare il modo di far breccia, con i mezzi in suo possesso, nelle possenti difese dell’altro. L’assedio dura parecchio ma non ha successo poiché Darete non trova un punto debole in cui colpire definitivamente Entello; tuttavia, in un momento dell’incontro, il giovane sembra avere la meglio: previene e schiva con un agile guizzo un colpo pesantissimo ed Entello, mandato a vuoto lo sforzo, crolla a terra tra l’esultanza dei Troiani. Il poeta in questo caso, con un’altra celebre similitudine, lo associa ad un pino cavo sradicato che cade al suolo sulle pendici dell’Erimanto o sul grande Ida. Anche questa similitudine è composta da varie parti: il pino è cavo, vecchio come il pugile, con un tronco privo dell’antica robustezza come le gambe di Entello; inoltre viene divelto dalle radici su un terreno pendente e cade tutto insieme e con tutto il suo peso, ed anche il pugile viene proiettato in avanti dal suo colpo e si abbatte al suolo con lo stesso movimento del pino.
Queste similitudini hanno una diversa funzione all’interno del passo: la prima illustra con chiarezza la posizione, le prerogative e la tattica differente dei due rivali e il modo in cui si svolge la prima parte della gara; la seconda mostra in modo vivace come Entello cade trascinato dal suo stesso sforzo, dando l’idea della potenza della spinta e della violenza dell’impatto con il suolo. E’ proprio questa caduta che gli farà tornare l’energia ed il vigore per rialzarsi e continuare la gara capovolgendone le sorti: si getta all’attacco con una serie interminabile di colpi che Virgilio paragona ad una grandinata ed avrebbe certo infierito anche maggiormente sul giovane se Enea non avesse interrotto l’incontro dichiarando vincitore il vecchio e risparmiando la vita di Darete. Entello, cadendo, ha sentito vacillare il suo onore e quello dell’antenato Erice, pugile di fama enorme ed indiscussa, ed inoltre prova un certo odio nei confronti di quell’ostentata fiducia nella giovinezza che anima Darete; tutto ciò gli dà grandissima forza e gli porta una vittoria con cui conclude la sua lunga carriera di pugile.
Questi giochi rappresentano una parentesi leggera e gioiosa nelle vicende prevalentemente dure dell’Eneide e Virgilio li descrive quindi con maggiore vivacità, ricorrendo anche ad espedienti stilistici come similitudini che permettano di visualizzare i vari momenti della gara, il comportamento e le azioni dei personaggi.
Alissa Peron