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14 Giugno 2017
Questo film
racconta la storia vera di un uomo di colore, James Cleveland detto “Jesse” Owens,
interpretato da Stephan James, figlio di un povero agricoltore del sud
degli Stati Uniti. Jesse parte per
l’università, lasciando una figlia piccola e una ragazza ancora da sposare,
Ruth Solomon, interpretata da Shanice Banton. Per un uomo di colore negli Stati
Uniti frequentare l’università, negli anni 30, é una grande conquista. Jesse
affronta le tensioni razziali dell’Ohio State University ed incontra il coach Larry Snyder, interpretato
da Jason Sudeikis, che ottiene per Jesse addirittura la convocazione per le
Olimpiadi. Il Comitato olimpico Americano medita di boicottare le Olimpiadi, in
segno di protesta contro il regime hitleriano: alla fine la partecipazione
americana è confermata. I giochi olimpici si tengono a Berlino, dove sono
organizzati come una grande celebrazione del regime nazista. Sono state spese
cifre enormi per ristrutturare stadi e
palazzi, per mettere in mostra la
potenza della Germania nazista. Il successo sportivo delle Olimpiadi sarebbe
servito alla propaganda per confermare le tesi naziste, relative alla
superiorità della razza ariana. Tra i dieci atleti neri della squadra
americana, il migliore è Jesse Owens, che il 3 agosto vince la medaglia d’oro
nei cento metri, il 4 agosto nel salto in lungo e il 5 agosto nei duecento
metri. Infine, il 9 agosto vince la IV
medaglia d’oro nella staffetta. Era una gara a cui l’atleta di colore non era
nemmeno iscritto, ma partecipa dopo che la squadra americana ha deciso di non
far gareggiare due atleti ebrei a causa delle pressioni naziste: tutto questo è
avvenuto sotto gli occhi increduli di Hitler.
La figura e la storia di Owens sottolineano il duplice razzismo vigente
negli USA e in Germania: Jesse non
partecipò solo per vincere una medaglia, ma per “sconfiggere” il razzismo, che negli Stati Uniti imperversava e vietava
ai neri di vivere liberamente. Il film, diretto da Stephen Hopkins, è veramente
appassionante e gli attori sono bravi, gli ambienti sono ricostruiti fedelmente
e soprattutto la suspence durante le gare,
lascia senza fiato fino alla vittoria.
racconta la storia vera di un uomo di colore, James Cleveland detto “Jesse” Owens,
interpretato da Stephan James, figlio di un povero agricoltore del sud
degli Stati Uniti. Jesse parte per
l’università, lasciando una figlia piccola e una ragazza ancora da sposare,
Ruth Solomon, interpretata da Shanice Banton. Per un uomo di colore negli Stati
Uniti frequentare l’università, negli anni 30, é una grande conquista. Jesse
affronta le tensioni razziali dell’Ohio State University ed incontra il coach Larry Snyder, interpretato
da Jason Sudeikis, che ottiene per Jesse addirittura la convocazione per le
Olimpiadi. Il Comitato olimpico Americano medita di boicottare le Olimpiadi, in
segno di protesta contro il regime hitleriano: alla fine la partecipazione
americana è confermata. I giochi olimpici si tengono a Berlino, dove sono
organizzati come una grande celebrazione del regime nazista. Sono state spese
cifre enormi per ristrutturare stadi e
palazzi, per mettere in mostra la
potenza della Germania nazista. Il successo sportivo delle Olimpiadi sarebbe
servito alla propaganda per confermare le tesi naziste, relative alla
superiorità della razza ariana. Tra i dieci atleti neri della squadra
americana, il migliore è Jesse Owens, che il 3 agosto vince la medaglia d’oro
nei cento metri, il 4 agosto nel salto in lungo e il 5 agosto nei duecento
metri. Infine, il 9 agosto vince la IV
medaglia d’oro nella staffetta. Era una gara a cui l’atleta di colore non era
nemmeno iscritto, ma partecipa dopo che la squadra americana ha deciso di non
far gareggiare due atleti ebrei a causa delle pressioni naziste: tutto questo è
avvenuto sotto gli occhi increduli di Hitler.
La figura e la storia di Owens sottolineano il duplice razzismo vigente
negli USA e in Germania: Jesse non
partecipò solo per vincere una medaglia, ma per “sconfiggere” il razzismo, che negli Stati Uniti imperversava e vietava
ai neri di vivere liberamente. Il film, diretto da Stephen Hopkins, è veramente
appassionante e gli attori sono bravi, gli ambienti sono ricostruiti fedelmente
e soprattutto la suspence durante le gare,
lascia senza fiato fino alla vittoria.
di Vincenzo Cacciapuoti della classe terza A anno scolastico 2015/2016. IC Sinopoli
Ferrini Roma
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