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13 Marzo 2023La Sala 8 della Pinacoteca Vaticana è interamente dedicata a Raffaello, con gli arazzi da lui disegnati e alcune pale di straordinaria bellezza.
La Pala Oddi è composta da alcune parti, come la predella, che contiene Storia di Maria, tra cui l’ Annunciazione, 1502-03
L’Annunciazione è una delle prime opere di Raffaello. È in mostra nella sala 8 della Pinacoteca. In origine, la famiglia Oddi commissionò il dipinto per la cappella di famiglia a Perugia.
Il dipinto raffigura la classica scena dell’annunciazione, dove l’angelo Gabriele annuncia a Maria la venuta di Cristo. Ma, sullo sfondo, due archi aperti si affacciano su un paesaggio.
Ciò conferisce al dipinto una prospettiva tridimensionale, assolutamente unica per quel giorno. Nell’angolo in alto a sinistra, Dio guarda in basso, rubando l’attenzione a Maria.
Sempre con l’occhio per la grande arte e le dita pruriginose, Napoleone afferrò l’Annunciazione e la espose al Musee Napoleon, un tempo nome del Louvre. Il dipinto fu restituito all’Italia nel 1815 e collocato nella Pinacoteca.
Raffaello, Incoronazione della Vergine, 1502-04
Questo è uno dei primi dipinti di Raffaello, reso quando aveva solo 19 anni. Mostra l’influenza del suo maestro Perugino, con il quale aveva appena completato un apprendistato. È un mix di immagini.
Il pannello ha due zone. In cima, vedi un’incoronazione. Gesù mette una corona sul capo di una bella figura della Vergine Maria.
In basso, gli apostoli circondano un sepolcro vuoto, reso piuttosto audacemente in posizione diagonale. Alzano lo sguardo al procedimento di cui sopra. I volti sono resi magnificamente e quasi come un ritratto.
I colori sono molto tenui, nello stile del Perugino. Ma, dopo questo pezzo, Raffaello va a Firenze per studiare l’opera d’arte di Leonardo. Poi va a Roma. Lì, Raffaello è esposto agli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina. Successivamente, usa colori più vivaci.
Lo si può vedere nella sua successiva Madonna di Foligno, del 1511, anch’essa ai Musei Vaticani. Quest’opera ha la tecnica dello sfumato di Leonardo e i colori vivaci e la posizione del contrapposto di Michelangelo.
Il quadro è commissionato da un ecclesiastico, la cui casa a Foligno è stata miracolosamente
La struttura di una piramide
Il miracolo è visibile sullo sfondo centrale dell’opera. Si può vedere una palla di fuoco sorvolare le case senza danneggiarle. Quelle case erano di proprietà del cliente.
L’opera d’arte ha la forma di una piramide. In alto, la Madonna e il bambino appaiono in un alone di luce. Si siedono su un trono di nuvole che si trasformano in volti di piccoli putti azzurri. Nella metà inferiore, il cliente si inginocchia in preghiera. Tre santi intercedono alla richiesta della Madonna. Svolgono un ruolo simile a quello dei “segretari” che fungono da ponte miracoloso tra i fedeli e le più alte divinità.
Come nei suoi polittici, il pittore non sceglie mai i Santi a caso. Solitamente sono legati al culto privato del committente e alla destinazione dell’opera. Inoltre, quando l’autore rappresenta lo stesso committente, è solito presentarlo un santo che porta il suo stesso nome. A volte è un Santo a cui l’uomo ritratto rivolge la sua devozione. È il caso di questo lavoro.
I Santi nel dipinto
San Girolamo introduce Sigismondo de’ Conti al cospetto della Madonna. Si riconosce il Santo dalla fisionomia (anziano, calvo, con la barba lunga), dall’abito cardinalizio e dalla presenza del leone. Poi a sinistra è San Giovanni Battista, vestito di pelle di cammello, con la croce processionale in mano. San Francesco d’Assisi indossa l’abito francescano, porta la sua croce e le stigmate visibili sulla mano aperta allo spettatore.
La presenza di San Francesco si ricollega alla destinazione originaria dell’opera, la Basilica di Santa Maria in Aracoeli a Roma, gestita dallo stesso ordine di frati. Raffaello Sanzio completò l’opera mentre lavorava nelle Stanze di Raffaello in Vaticano.
Le caratteristiche stilistiche di Raffaello
In quel momento Raffaello stava vivendo il momento più prodigioso della sua carriera, considerata la sua morte prematura avvenuta nel 1520.
I caratteri fondamentali del suo stile sono riconducibili soprattutto ai volti fanciulleschi del Bambino Gesù e dell’angelo che sorregge la tavola al centro della tavola: la dolcezza e l’accurata linearità dei lineamenti, insieme alla colori vividi, ma mai troppo saturi.
Storia dell’Arte del Cinquecento
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