Alleluia della forza di Chieffo
28 Dicembre 2019La commedia delle origini
28 Dicembre 2019“Rimmel” di Francesco De Gregori è una delle più celebri della canzone d’autore italiana, pubblicata nel 1975 nell’omonimo album.
Il testo di “Rimmel” si distingue per la sua profondità e complessità, proponendo immagini evocative e simboli che raccontano una storia di amore finito, di separazione e del tentativo di elaborare la perdita.
Analisi del testo
“E qualcosa rimane, fra le pagine chiare e le pagine scure.” L’incipit suggerisce che, nonostante il dolore e la fine della relazione, qualcosa di questa storia d’amore rimane, forse sotto forma di ricordo o di traccia indelebile. Le “pagine chiare e le pagine scure” potrebbero riferirsi ai momenti felici e difficili della relazione, che comunque lasciano un segno nella vita del protagonista.
“E cancello il tuo nome dalla mia facciata, e confondo i miei alibi e le tue ragioni.” Il gesto di “cancellare il nome” potrebbe rappresentare il tentativo di eliminare i segni visibili dell’altra persona dalla propria vita, una sorta di pulizia emotiva o di rimozione del passato. Tuttavia, l’ambiguità tra “alibi” e “ragioni” indica la confusione che regna ancora tra le spiegazioni personali e i motivi della separazione. La fine di una relazione lascia sempre spazio a interpretazioni diverse e a incomprensioni.
“Chi mi ha fatto le carte, mi ha chiamato vincente, ma uno zingaro, è un trucco.” L’immagine del “trucco” fatto dallo “zingaro” è molto significativa. Nella cultura popolare, lo zingaro che legge le carte è associato alla capacità di prevedere il futuro. Qui, il narratore riflette su come, nonostante fosse stato “chiamato vincente”, c’è stato un inganno: la vita non si è svolta come predetto o sperato.
“É un futuro invadente, fossi stato un po’ più giovane l’avrei distrutto con la fantasia, l’avrei stracciato con la fantasia.” L’idea del “futuro invadente” sottolinea la pressione del tempo che avanza e il senso di impotenza di fronte al cambiamento. C’è anche un rimpianto per la gioventù passata, quando la fantasia permetteva di immaginare e costruire futuri alternativi, di sfuggire alla realtà.
“Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro.” Questi versi rappresentano la dolorosa accettazione del fatto che l’altra persona può andare avanti, sostituire il protagonista con qualcun altro. Le “labbra” e la “faccia” sono simboli della vicinanza fisica e dell’intimità ormai perduta, che ora possono essere condivise con altre persone.
“Ancora i tuoi quattro assi, bada bene di un colore solo, li puoi nascondere o giocare come vuoi, o farli rimanere buoni amici come noi.” Il riferimento ai “quattro assi di un colore solo” richiama il tema del gioco, presente anche all’inizio con l’immagine delle carte. Qui, i “quattro assi” potrebbero rappresentare le opportunità o le scelte che l’altra persona può fare, mentre la frase “buoni amici come noi” sembra essere una dichiarazione ambivalente: da un lato, c’è il tentativo di mantenere un legame d’affetto, ma dall’altro emerge la consapevolezza della distanza ormai insormontabile.
“Santa voglia di vivere, e dolce venere di Rimmel.” La “voglia di vivere” e “venere di Rimmel” indicano il desiderio di andare avanti, nonostante la sofferenza. “Rimmel” è il trucco che copre le imperfezioni e rende più affascinante, ma allo stesso tempo può essere simbolo di qualcosa di artificiale. “Venere” richiama la dea dell’amore, che però in questo caso sembra distante, coperta dal velo del trucco.
“Come quando fuori pioveva e tu mi domandavi, se per caso avevo ancora quella foto, in cui tu sorridevi e non guardavi.” Il ricordo di un momento intimo tra i due amanti: il protagonista rievoca una foto della persona amata in cui lei sorride ma “non guardava”. Questo dettaglio apparentemente insignificante può suggerire la distanza emotiva che c’era già nella relazione, o la mancanza di consapevolezza di quanto fosse prezioso quel momento.
“Ed il vento passava sul tuo collo di pelliccia e sulla tua persona, e quando io, senza capire ho detto ‘sì’, hai detto: ‘é tutto quel che hai di me’, è tutto quel che ho di te.” Il vento sul collo di pelliccia è un’immagine che richiama un’atmosfera elegante ma fredda, quasi distante. Il dialogo tra i due è un momento di incomprensione: il “sì” del protagonista, che non capisce pienamente la portata della domanda, e la risposta dell’altra persona che sottolinea la vacuità di ciò che resta. “È tutto quel che ho di te” è una frase definitiva che sancisce la separazione, indicando che non c’è più niente da condividere, se non un ricordo ormai svanito.
Temi principali
- Il tempo e la perdita: Il tempo che passa è centrale nel testo, rappresentato dal contrasto tra giovinezza e maturità. C’è il rimpianto per un passato non più recuperabile, per la giovinezza in cui il protagonista avrebbe potuto “distruggere” il futuro con la fantasia. Ora, invece, il futuro è “invadente” e incontrollabile.
- L’amore e la separazione: La canzone racconta chiaramente la fine di una relazione amorosa, con tutte le sue implicazioni emotive: il dolore, il senso di perdita, l’inevitabilità della separazione e il tentativo di fare pace con questi sentimenti. L’intimità condivisa diventa una serie di ricordi frammentati, evocati attraverso immagini simboliche.
- Il gioco e l’inganno: Le immagini del gioco delle carte e del trucco dello zingaro riflettono l’idea dell’inganno o dell’illusione nella vita e nelle relazioni. L’idea di “giocare” o “nascondere” le carte è una metafora delle scelte che ognuno può fare nella vita amorosa, con un senso di ambiguità e incertezza.
- Il ricordo: Il tema della memoria è centrale, soprattutto attraverso il simbolismo della fotografia e degli oggetti che ricordano il passato. Il ricordo diventa un oggetto fragile e a volte ingannevole, che non può restituire pienamente ciò che è stato.
Conclusione
“Rimmel” è una canzone poetica e complessa, in cui Francesco De Gregori esplora il tema della fine di una relazione amorosa attraverso immagini evocative e metafore potenti. La malinconia del testo, unita alla sua profondità, trasforma l’esperienza personale della separazione in una riflessione universale sul passare del tempo, sull’amore e sulla perdita. L’uso sapiente delle immagini, del simbolismo delle carte e del gioco, e la capacità di mescolare elementi reali e simbolici, rende questo brano un capolavoro della canzone d’autore italiana.
Testo della canzone:
E qualcosa rimane,
fra le pagine chiare e le pagine scure.
E cancello il tuo nome dalla mia facciata,
e confondo i miei alibi e le tue ragioni.
i miei alibi e le tue ragioni.
Chi mi ha fatto le carte,
mi ha chiamato vincente,
ma uno zingaro, è un trucco.
É un futuro invadente, fossi stato un po’ più giovane
l’avrei distrutto con la fantasia,
l’avrei stracciato con la fantasia.
Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo
e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro.
Ancora i tuoi quattro assi, bada bene di un colore solo,
li puoi nascondere o giocare come vuoi,
o farli rimanere buoni amici come noi.
Santa voglia di vivere,
e dolce venere di Rimmel.
Come quando fuori pioveva e tu mi domandavi,
se per caso avevo ancora quella foto,
in cui tu sorridevi e non guardavi.
Ed il vento passava sul tuo collo di pelliccia e sulla tua persona,
e quando io, senza capire ho detto “si”,
hai detto: “é tutto quel che hai di me”,
è tutto quel che ho di te.
Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo,
la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro.
Ho ancora i tuoi quattro assi, bada bene di un colore solo,
li puoi nascondere o giocare con chi vuoi,
o farli rimanere buoni amici, come noi.