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29 Settembre 2022Monte Argentario
1 Ottobre 2022Relazione sul romanzo realista inglese e su Charles Dickens
Il romanzo realista è una narrazione di vicende verosimili, ambientate in luoghi e tempi ben precisi e vicini all’autore. In questo tipo di romanzo sono trattati gli aspetti della società contemporanea: come le contraddizioni dell’ordine sociale, e i cambiamenti di costume e di mentalità in rapporto ai grandi eventi politici ed economici.
La narrazione realistica è diversa dal romanzo realista. Quest’ultimo è nato nell’Ottocento, ed è caratterizzato dal contenuto sociale: come ad esempio la descrizione della lotta del borghese contro la società aristocratica (Stendhal), oppure la descrizione del mondo degli umili e dei sfortunati (Dickens).
Al contrario la narrazione realistica può essere un testo narrativo di qualsiasi epoca, purché riproduca situazioni e personaggi verosimili; come la maggior parte dei romanzi del passato.
Il realismo ha lo scopo di cogliere la realtà così com’è e di annullare la sensibilità individuale. Da ciò sono nate importanti scelte sul piano formale:
- una prosa piana e lineare, per mantenere la narrazione nell’ambito di un’assoluta oggettività;
- la presenza di un narratore che si esprime in terza persona (narratore esterno);
- pochi spazi per gli interventi dell’autore, per commenti e per anticipazioni.
Il realismo si diffonde rapidamente in tutta Europa, e nell’Inghilterra vittoriana viene accolto dall’opera di Charles Dickens; anche se l’autore inglese non era ancora al livello dei suoi contemporanei francesi.
Charles Dickens nacque a Landport nel 1812, ebbe un’infanzia tormentata dalla miseria, vivendo l’esasperazione degli squallidi sobborghi londinesi e stando a contatto con le classi sociali più povere. Nei suoi romanzi egli s’interessa dei problemi sociali e umani del tempo, e li tratta con tono ironico e con spirito di commossa partecipazione. Tra le sue opere più importanti ricordiamo: Il circolo Pickwick, Le avventure di Oliver Twist, David Copperfield, Tempi difficili e La piccola Dorrit.
Oliver Twist è il primo dei romanzi in cui Dickens riflette sui difetti della società e sul funzionamento dell’amministrazione pubblica. Anche nel David Copperfield e in Tempi difficili egli descrive una società dura e spietata, manovrata dalle rigide leggi del profitto. Dickens espone una soluzione di tipo filantropico e paternalistico: nei suoi romanzi appaiono ricchi e bravi signori che si prendono cura dei piccoli orfani, assicurandogli una vita migliore. Ma l’ottima abilità di questo autore sta nel rappresentare situazioni che fanno intendere il disperato isolamento dell’uomo.
Scritto nel 1854, Tempi difficili è uno dei romanzi più rappresentativi dei cambiamenti nel modo di produrre e di lavorare, che vanno sotto il nome di rivoluzione industriale. Infatti, esso presenta gli effetti negativi della società industrializzata che riduce gli uomini a macchine, e critica la mentalità materialistica del tempo. Ambientato a Coketown, i protagonisti sono i figli di un industriale: Louisa e Tom. Louisa viene costretta a sposare il vecchio e cinico fabbricante Bounderby, dove lavora il fratello Tom. Sedotta da un giovane uomo che vuole approfittare di lei, Louisa prende coscienza dell’arida vita che sta conducendo e fugge dal padre per trovare protezione. Nel frattempo suo fratello Tom ruba del denaro a Bounderby e cerca di far ricadere la colpa su un innocente operaio Stephen Blackpool. Alla fine Tom sarà scoperto e mandato all’estero per evitare uno scandalo.
In questo brano Dickens pur avendo una grande diffidenza nei confronti della classe operaia, da importanza a l’operaio in quanto individuo. Infatti, egli dedica il suo interesse analizzando la condizione operaia, disumana non solo per la fatica e le condizioni di lavoro ma anche perché influisce sulla vita privata dei lavoratori.
La vicenda più significativa del romanzo si trova nel brano La scandalosa” pretesa di un operaio, in cui Sthepen Blackpool è un operaio invecchiato dalla fatica e dal fallimento del suo matrimonio. Sthepen non può ricostruirsi una vita poiché, in quanto povero, non può divorziare né sperare nella giustizia, che resta un privilegio solo dei ricchi. Il solo fatto che Stephen possa sperare nella giustizia lo fa passare come un irragionevole”, che avanza pretese assurde che potrebbero mettere in discussione la subordinazione operaia. La sua vicenda è significativa perché dimostra l’insensibilità della classe dirigente di fronte al dramma umano dell’operaio e quindi può essere letta come un esempio della difficoltà dei rapporti sociali esistenti in Inghilterra nella prima fase dell’industrializzazione.
Roberta Ciaralli & Eleonora Lucciola IV A