Università, l’Italia retrocede
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27 Gennaio 2019Ma alla fine chi raccoglierà le arance?
Come Pasolini, tra la follia della violenza, da una parte e dall’altra, io sto dalla parte dei poliziotti, delle forze dell’ordine, baluardo della giustizia in una terra in cui la giustizia alcuni vorrebbero farsela da soli (e sbagliano a pensarla così).
Così come sbagliano gli immigrati a protestare in modo violento.
Mi fanno senso, però, le dichiarazioni dei politici, quelli meno moderati, quelli di destra e quelli di sinistra, quelli che cercano di cogliere l’occasione per fomentare l’odio razzistico da una parte, e quelli che sfruttano l’occasione per criticare il governo, dall’altra.
Le uniche parole sensate, come spesso accade, le ha dette il presidente della Repubblica Napolitano: fermate la violenza. Questo è l’imperativo della ragione. Il resto è istinto o calcolo.
Ma vorrei soffermarmi infine su una domanda: è vero o no che, comunque, a noi italiani fa comodo che ci sia qualcuno che vada a raccogliere le arance, dal momento che noi di questo, come di mille altri lavori “materiali” (l’infermiere, il muratore, l’operaio non specializzato, ecc…) non ne vogliamo sapere?
Ci costa così tanto regolarizzare quelli che sono tra di noi per lavorare? Ci costa così tanto garantire una condizione dignitosa ai raccoglitori in Calabria, così come già facciamo in Trentino?
Altrimenti, si potrebbe dire, con un egoismo che in realtà nasconde un profondo rispetto e una considerazione del lavoro altrui: “alla fine di tutta questa vicenda chi raccoglierà le arance?”
Luigi Gaudio