Gli Stati Uniti d’America
2 Aprile 2023The Godfather
2 Aprile 2023Ricerca scolastica sulla novella Rosso Malpelo di Giovanni verga, dalla Tesina sulla Mafia di Vittoria Zorino I.C. sant’EUFEMIA-SINOPOLI-MELICUCCA’
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIUSEPPE CAPUA” MELICUCCA’
ALUNNA: VITTORIA ZIRINO CLASSE: TERZA F TESINA ESAME CONCLUSIVO PRIMO CICLO, TITOLO:
LA MAFIA E LA SOPRAFFAZIONE DEI PIU’ DEBOLI
A.S. 2019/2020
Italiano
Rosso malpelo
Rosso Malpelo è probabilmente la novella più famosa di Giovanni Verga, pubblicata per la prima volta nel 1878 che, tramite la storia del suo protagonista, racconta molto della durezza del lavoro minorile.
La novella narra di un ragazzo, Rosso Malpelo, che lavora in una cava di rena rossa chiamato così perché i suoi capelli sono rossi e, secondo una tradizione popolare siciliana, colui che li possiede è malvagio.
Lui non trova affetto nemmeno dalla madre che non si fida di lui e lo sospetta di rubare soldi dallo stipendio che porta alla famiglia. Lavora con il padre, Mastro Misciu che è l’unico a dimostrargli affetto.
Spinto da una brutta situazione economica, Mastro Misciu accetta la pericolosa richiesta del padrone di lavorare all’abbattimento di un pilastro, rifiutato dagli altri lavoratori.
Una sera, mentre sta scavando, quel pilastro gli cade addosso.
Il figlio, disperato, chiede aiuto e prova a scavare con le mani nude, ma Mastro Misciu resta sepolto sotto la montagna di rena.
Malpelo diventa sempre più scorbutico.
Dopo la morte del padre, alla cava viene a lavorare un ragazzino soprannominato “Ranocchio” per il suo modo di camminare.
Viene adottato da Malpelo che da un lato lo protegge e dall’altro lo tormenta picchiandolo e maltrattandolo nell’intento di insegnargli a vivere in quel mondo così duro e crudele.
Quando viene ritrovato il cadavere di Mastro Misciu, Malpelo custodisce come tesori gli oggetti appartenuti al padre.
Poco dopo Ranocchio, ammalatosi di tubercolosi, muore. Malpelo, ormai solo, assume il compito rischioso di esplorare una galleria abbandonata, si addentra in un cunicolo e non ne uscirà mai più.
Un episodio del romanzo che è bene ricordare è anche il seguente: il popolo, disperato, si ribella ai padroni, alla Mafia e allo Stato.
La gente, dunque, si arma uccidendo i signori e gridando all’anarchia, poiché non vede la sua libertà tutelata dallo Stato; strappa, quindi, la bandiera tricolore e uccide anche Don Paolo, perché quest’ultimo stava dalla parte della Mafia.
Verga è l’esponente principale del Verismo italiano ed europeo. Con lo scrittore catanese comincia la Letteratura italiana del ?900.
Il suo pensiero è rigidamente pessimista, infatti egli pensa che la società, specialmente quella feudale della sua Sicilia e di tutta l’Italia meridionale, non possa in alcun modo cambiare in meglio.
Anzi più il sottoproletariato, ovvero la povera gente, lotta per riscattarsi e per compiere la scalata sociale, più la natura sociale delle cose (una sorta di fato) si rivolta contro e lo rigetta nella misera condizione d’origine.
In sintesi il pensiero di Verga è molto chiaro: solo i forti sono destinati per natura a vincere, i deboli, invece, sono destinati a soccombere.
Una delle prime fotografie della storia, scattata sull’Etna da Verga. Infatti, dopo l’invenzione della macchina
fotografica dal francese verista Daguerre, Verga fu uno dei padri della fotografia.
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