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28 Dicembre 2019i versi 80-101 del primo libro del “De rerum natura” di Lucrezio sono un passaggio particolarmente significativo per la sua critica alla religione e per il suo uso dell’exemplum mitologico.
Analisi e commento: Lucrezio inizia questa sezione esprimendo la preoccupazione che il lettore possa considerare le sue idee empie o criminali (vv. 80-82). Ironicamente, rovescia questa accusa affermando che è proprio la religione ad aver generato atti empi e criminali (vv. 82-83).
Per illustrare questo punto, Lucrezio utilizza l’esempio mitologico del sacrificio di Ifigenia (vv. 84-101). Questa storia, tratta dal ciclo troiano, racconta di come Agamennone fu costretto a sacrificare sua figlia Ifigenia (qui chiamata Iphianassa) per placare la dea Artemide (Diana) e ottenere venti favorevoli per la flotta greca diretta a Troia.
La descrizione del sacrificio è particolarmente vivida e commovente. Lucrezio sottolinea l’innocenza della vergine (vv. 85-87), il dolore del padre (v. 88), la crudeltà dei ministri del culto (vv. 89-90) e la compassione dei cittadini (v. 91). L’immagine di Ifigenia che, muta per la paura, cade in ginocchio (v. 92) è particolarmente toccante.
Il poeta evidenzia l’inutilità del suo status di principessa (vv. 93-94) di fronte alla crudeltà del rito religioso. La descrizione del sacrificio culmina con il contrasto tra ciò che avrebbe dovuto essere – un matrimonio felice (vv. 96-97) – e ciò che invece è stato – una morte violenta e ingiusta (vv. 98-99).
Lucrezio conclude questa sezione con una potente sentenza che riassume il suo pensiero: “Tantum religio potuit suadere malorum” (v. 101), sottolineando come la religione possa indurre gli uomini a compiere atti terribili.
Questo passaggio è un esempio eloquente della critica di Lucrezio alla religione tradizionale e della sua capacità di usare il mito per sostenere le sue argomentazioni filosofiche. Attraverso la vivida descrizione del sacrificio di Ifigenia, il poeta mira a suscitare nel lettore un senso di orrore e disgusto verso le pratiche religiose che possono portare a tali atrocità.
Testo e Traduzione:
Testo originario latino:
Illud in his rebus vereor, ne forte rearis 80 |
Traduzione:
“In queste cose temo che tu possa pensare |