San Sisto II papa
5 Aprile 2023Gioacchino Murat
5 Aprile 2023A Roma, nel cimitero di Callisto, sulla via Appia, san Dionigi papa, il quale, dopo la persecuzione sotto l’imperatore Valeriano, consolò i suoi fratelli e gli afflitti con pie lettere e con la sua presenza, con denaro riscattò le sofferenze ai prigionieri, e insegnava a tutti i principi della fede, risplendendo in ogni virtù. († 268)
Dionisio è nato intorno all’anno 200, forse in Grecia, anche se non mancano persone che lo fanno calabrese, africano o persiano. Sebbene non si sappia nulla della sua infanzia e giovinezza, il libro “Flores del Carmelo” dice che “dimenticò presto i suoi genitori (…) perché come un altro Melchisedek, senza riguardo per carne e sangue, tutto spirituale ascese al sommo sacerdozio” . Cioè, lo considerano di nobile discendenza. Fin da giovane fu pio, saggio e presto prese l’abito monastico presso il fiume Giordano. Potete immaginare che ogni giorno crescesse in santità, sapienza, emulando i monaci più anziani. Amante della solitudine, delle veglie, della preghiera e della penitenza. Col passare degli anni, accresciuto in virtù, divenne superiore del monastero del Monte Carmelo, dando l’esempio scegliendo i mestieri più umili e trattando tutti con rettitudine e carità.
In età matura, sotto il governo di Decio, e in piena persecuzione, si recò a Roma, dove soggiornò in una grotta per continuare il suo stile di vita carmelitano. Divenne così famoso per la sua pietà, sapienza, carità e predicazione, che nel 259, quando san Sisto II subì il martirio (7 agosto), fu eletto suo successore.
La sua prima azione pubblica fu quella di consacrare a chiesa la grotta dove visse, con il titolo di “Santa Maria Scala Greca”. Lì celebrava i mestieri, incoraggiava i cristiani alla fedeltà, amministrava la giustizia e la carità. Lì battezzò 46 soldati, poi martiri. Si colloca in questo periodo il martirio di Santa Cirilla, figlia di Decio, discepola di Santa Eugenia (25 dicembre) alla quale Dionisio donò il velo.
In questi anni sorse l’eresia di Sabellio, che negava la Trinità. Fu confutato dal vescovo San Dionisio di Alessandria (8 aprile). Con tale completezza il santo spiegò il dogma trinitario, la natura delle Divine Persone e l’essenza del mistero, che altri vescovi lo denunciarono davanti al papa san Dionigi per aver ecceduto in congetture che mettevano in pericolo la fede. Nel 263 san Dionisio convocò un concilio a Roma, per condannare l’eresia di Sabellio e per esaminare la dottrina di Dionisoo alessandrino. Alla fine fu scagionato da ogni sospetto, e temperò il suo fervore nella scrittura.
Nel 266 affrontò l’eresia del patriarca di Antiochia, Paolo di Samosata, il quale errava nella dottrina della Trinità, negando la Divinità a Cristo. Dionisio convocò un consiglio ad Antiochia, anche se non vi andò di persona. La dottrina dell’eretico fu condannata, ma non fu deposto dalla sua sede, perché promise di abiurare. Anni dopo, però, sarebbe ricaduto nell’eresia, e fu infine deposto nel 272, in un nuovo concilio.
Ma torniamo a San Dionisio: Il santo scrisse diverse lettere e decreti. A lui è attribuito il mandato con il quale gli ecclesiastici si astengono dal deporre nei processi. Rinnovò la divisione in settori della chiesa romana, come avevano fatto i suoi predecessori. Si dice anche che abbia riorganizzato le sedi episcopali spagnole. Dionisio fu papa per nove anni e morì all’età di 72 anni il 26 dicembre 268, regnando Claudio.
Ci sono disaccordi sulla sua morte e sepoltura. La Depositio Episcoporum pone la sua sepoltura al 27 dicembre nelle catacombe di Callisto, ma il Martirologio Pseudo-geronimiano dice che fu sepolto nelle catacombe di Priscilla. La sua salma fu traslata a San Silvestre “in capite”. Il catalogo liberiano lo elenca come martire, e questo è stato così per molto tempo, ma gli imperatori del suo tempo non perseguitarono i cristiani.
La Chiesa ha concesso all’Ordine dei Carmelitani di trasferire il suo ufficio dal 26 dicembre, uno dei giorni di Natale, al 19 gennaio, giorno in cui veniva celebrato fino alla riforma del calendario.