Santo Stefano I papa
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21 Marzo 2023San Lucio fu papa dal 253 al 254, fu scelto e consacrato vescovo di Roma, per sostituire il papa San Cornelio, morto in esilio nell’estate del 253.
Non si sa nulla dei primi anni di vita di questo papa prima della sua elevazione. Secondo il libro “Liber Pontificalis”, era romano di nascita e suo [[padre] si chiamava Porfirio. Non è noto dove l’autore abbia ottenuto queste informazioni. La persecuzione della Chiesa continuò ancora sotto l’imperatore Gallo durante il quale Cornelio era stato bandito. Anche Lucio fu mandato in esilio subito dopo la sua consacrazione, ma poco dopo, presumibilmente quando Valeriano fu nominato imperatore, gli fu permesso di tornare al suo gregge. Il Catalogo feliciano, le cui notizie si trovano nel “Liber Pontificalis”, ci informa dell’esilio e del miracoloso ritorno di Lucio: “Hic exul fuit et postea nutu Dei incolumis ad ecclesiam reversus est”. San Cipriano, che scrisse una lettera (perduta) di congratulazioni a Lucio per la sua elevazione alla Santa Sede e per il suo esilio, inviò una seconda lettera di congratulazioni a lui e ai suoi compagni di esilio, nonché a tutta la Chiesa romana (ep. LXI, a cura di Hartel, II, 695 ss.).
La lettera inizia così: “Caro Fratello, poco tempo fa ti abbiamo fatto le nostre felicitazioni, quando Dio ti ha esaltato a governare la sua Chiesa e ti ha concesso la doppia gloria di confessore e di vescovo. Ancora una volta ci congratuliamo con te, con i tuoi compagni e con tutta la Congregazione; con ciò, per la benevola e potente protezione del nostro Dio, vi ha ricondotti a sé con lode e gloria, affinché il gregge riceva di nuovo il suo pastore, la nave il suo pilota, e il popolo il suo capo che lo governa e mostra loro apertamente che è stato un disegno di Dio che ha permesso il tuo esilio, non perché il vescovo esiliato fosse privato della sua Chiesa, ma piuttosto perché tornasse alla sua Chiesa con maggiore autorità».
Cipriano continua, riferendosi ai tre fanciulli ebrei nella fornace ardente, che il ritorno dall’esilio non diminuì la gloria della confessione, e che la persecuzione, diretta solo contro i confessori della vera Chiesa, provò ciò che la Chiesa era .di Cristo. In conclusione, descrive la felicità della Roma cristiana per l’arrivo del suo pastore. Quando Cipriano afferma che Dio attraverso la persecuzione ha cercato di “vergognare e tacere gli eretici” e dimostrare così dov’era la Chiesa, chi era il suo unico vescovo scelto per disegno di Dio, chi erano i suoi presbiteri soggetti al vescovo nella gloria del sacerdozio, chi erano il vero popolo di Cristo, unito al suo gregge da un amore eccezionale, che erano gli oppressi dai loro nemici, e allo stesso tempo dove erano quelli che il Diavolo protegge come suoi, ovviamente riferendosi ai Novaziani. Lo scisma novaziano, attraverso il quale si presentò come antipapa, in opposizione a Cornelio, era ancora in corso a Roma sotto Lucio.
In riferimento alla confessione e alla restaurazione dei “Lapsi” (caduti), Lucio aderì ai principi di San Cornelio e di San Cipriano, secondo la testimonianza di quest’ultimo, contenuta in una lettera al Papa Santo Stefano I (ep LXVIII, 5 , ed. Hartel, II, 748), Lucio, come anche Cornelio, aveva espresso la sua opinione per iscritto: “Illi enim pleni spiritu Domini et inglorioso martyrio constituti dandam esse lapsis pacem censuerunt et poenitentia acta fructum communicationis et pacis negandum non esse litteris suis signaverunt (penitenza, non si deve negare loro la gioia della comunione e della riconciliazione). 5 marzo, il “Martyrologium Hieronymian um” come il 4 marzo. Il primo appuntamento è probabilmente quello corretto. Forse Lucio è morto il 4 marzo ed è stato sepolto il 5 marzo. Secondo il “Liber Pontificalis” questo Papa fu decapitato al tempo di Valeriano, ma questa testimonianza non può essere verificata. È vero che Cipriano nella citata lettera a Stefano (ep. LXVIII, 5) gli conferisce, come anche Cornelio, il titolo onorifico di martire: «servandus est enim antecessorum nostrorum beatorum martyrum Cornelii et Lucii honor gloriosus» (perché deve essere conservato la gloriosa memoria dei nostri predecessori i santi martiri Cornelio e Lucio); ma questo era probabilmente un resoconto del breve esilio di Lucio. Cornelio, che morì in esilio, fu onorato come martire dai Romani dopo la sua morte; ma non così Lucio. Nel calendario festivo romano del “Cronografo del 354” è citato nella “Depositio episcoporum”, e non sotto la voce “Depositio martyrum”.
Tuttavia, la sua memoria fu particolarmente onorata, come chiarisce la comparsa del suo nome nel “Martyrologium Hieronymianum”. È vero che Eusebio sostiene (Hist. Eccl., VII, 10) che Valeriano favorì i cristiani all’inizio del suo regno. Il primo editto di persecuzione dell’imperatore apparve solo nell’anno 257.
Lucio fu sepolto in un vano della tomba papale nelle catacombe di San Callisto. Nello scavo della volta il De Rossi rinvenne un grosso frammento dell’epitaffio originario, che riporta solo il nome del Papa in greco: LOUKIS. La lastra è spezzata proprio dietro la parola, quindi con ogni probabilità non vi era scritto altro se non il titolo EPISKOPOS (vescovo). Le reliquie del santo furono traslate da papa san Paolo I (757-767) nella chiesa di san Silvestro in Capita, o da papa san Pasquale I (817-824) nella basilica di santa Prassede [Marucchi, “Basiliques et eglises de Rome”, Roma, 1902, 399 (iscrizione in San Silvestro), 325 (iscrizione in San Prassede)]. L’autore del “Liber Pontificalis” ha abusivamente attribuito a san Lucio un decreto, secondo il quale due sacerdoti e tre diaconi devono sempre accompagnare il vescovo a testimoniare la sua vita virtuosa: “Hic praecepit, ut duo presbyteri et tres diaconi in omni loco episcopum non desererent propter testimonium ecclesiasticum». Tale misura deve essere stata necessaria a determinate condizioni in un periodo successivo; ma ai tempi di Lucius questo era incredibile. Questo presunto decreto indusse una successiva falsificazione per inventare un altro decreto apocrifo e lo attribuirono a Lucio. La storia è anche inventata nel “Liber Pontificalis” secondo cui Lucio, quando fu messo a morte, diede all’arcidiacono Stefano il potere sulla Chiesa.
La festa religiosa di San Lucio è il 5 marzo.