Il ministro Valditara condivide la finalità della scuola?
13 Giugno 2023La stretta autoritaria di fine ottocento
14 Giugno 2023San Luigi dei Francesi a Roma è una chiesa non lontano da Piazza Navona, costruita nel 1589 con il sussidio di Caterina de’ Medici, per la comunità dei francesi, giunti a Roma sin dai primi decenni del 1400, a seguito della fine dello scisma di occidente.
Sono presenti, tra le altre opere che raffigurano importanti santi e personaggi di origine francese:
- San Luigi di Francia
- Carlo Magno
Il Martirio di Santa Cecilia di Domenichino (1611-1614) è nettamente diverso dal martirio di Matteo, anche solo per le ali chiare dell’ angelo che vola a porgere palma e corona del martirio alla Santa
Cappella Cottarelli Vocazione di San Matteo 1599-1600 olio su tela, 322×340 cm
Al 1599 risale la prima commissione pubblica: la decorazione della CAPPELLA CONTARELLI, nella chiesa di San Luigi dei Francesi: LA VOCAZIONE DI SAN MATTEO, IL MARTIRIO DI SAN MATTEO, SAN MATTEO E L’ANGELO
Caravaggio ottenne una commissione chiara e precisa:
“San Matteo dentro un salone ad uso di gabella con diverse robbe che convengono a tal officio con un banco come usano i gabbelieri con libri, et denari… Da quel banco San Matteo, vestito secondo che parerà convenirsi a quell’arte, si levi con desiderio per venire a Nostro Signore che passando lungo la strada con i suoi discepoli lo chiama.”
Caravaggio realizza la scena intorno al gesto di Cristo che indica San Matteo e ottiene risposta nel gesto di Matteo. Il tutto sottolineato dall’unico fascio di luce, proveniente dall’esterno, che illumina parzialmente l’ambiente.
Matteo e i personaggi intorno a lui vestono abiti moderni definiti nei minimi dettagli, così come le monete sul tavolo, e sono in netto contrasto con gli umili mantelli che coprono Cristo e l’apostolo scalzo che lo accompagna.
Si riconosce la mano di Adamo nella creazione di Michelangelo sulla volta della Cappella sistina capovolta orizzontalmente di 180 gradi
Il ruolo di Pietro, e gli abiti antichi
I valletti con la spada, e gli altri personaggi, in abiti moderni
Valletti vigili e attenti
Matteo per quasi tutti i critici «indichi me?» è quell’uomo al centro, che sarebbe stupito per il fatto di essere stato scelto, eletto.
Ma quell’uomo, per pochi studiosi, non sarebbe Matteo, ma un un uomo che, con il suo gesto, vorrebbe dire «intendi lui?»
Per Salvatore Settis, quindi, il Matteo non è l’incredulo che si accorge del dito di Cristo, ma il distratto che verrà salvato nonostante la sua cura per il soldo.
San Matteo e l’Angelo, Olio su tela, 1602, Berlino, Kaiser Friedrich Museum.
Rifiutato dai committenti, fu distrutto nel 1945.
La prima versione venne rifiutata dall’ordine religioso che lo aveva commissionato perché la considerò offensiva nei confronti del santo.
Matteo veniva ritratto, non come un santo ispirato da un angelo ma come un povero contadino scalzo e dai piedi sporchi e soprattutto analfabeta che per scrivere si guidare dall’angelo che dirige la sua mano lungo il libro.
Caravaggio realizzò una seconda versione che rispondendo maggiormente alle direttive dei committenti venne accettata.
Questa prima versione è andata distrutta durante i bombardamenti di Berlino del 1945.
San Matteo e l’Angelo è uno dei primi esempi di opera che Caravaggio realizzò ma che si vide rifiutata perché considerata offensiva.
San Matteo e l’Angelo, Olio su tela. Berlino, Kaiser Friedrich Museum.
1602, rifiutato dai committenti, fu distrutto nel 1945.
In questa seconda versione l’angelo ispira Matteo e sembra indicargli ciò che deve scrivere.
San Matteo risulta meno rozzo, anche se Caravaggio non rinuncia agli elementi tipici della sua pittura e in particolare alla definizione dei lineamenti e dei corpi segnati, tipici degli uomini del popolo che faticano quotidianamente per vivere.
Ben definite sono sia le anatomie del corpo e la plasticità dei corpi e dei panneggi, realizzati con un sapiente chiaroscuro creato dalla fusione della luce monodirezionale che scivola sui tessuti e sulla pelle dei personaggi.
Anche qui come nella canestra lo sgabello sembra uscire dalla tela creando un’ombra sulla base marmorea inferiore
“Il martirio di San Matteo” 1600-1601, olio su tela, 323×343 cm
Anche per Il Martirio di San Matteo Caravaggio ottenne indicazioni ben precise: “San Matteo celebrando la messa…che habbi ricevuta qualche ferita et già sia cascato o in atto di cadere ma non ancora morto et nel detto tempo sia moltitudine d’huomini et donne giovani vecchi putti… per lo più spaventati dal caso mostrando in altri sdegno in altri compassione”
Caravaggio crea una composizione centrata sulla figura del carnefice che sta per colpire il santo già a terra. Attorno a quest’uomo avvolto dalla luce che ne definisce perfettamente l’anatomia, si irradiano altre figure per lo più in penombra.
La luce, radente da sinistra, fissa l’immagine e blocca l’istante drammatico irradiando non solo in carnefice ma anche l’angelo, avvolto dalle nuvole, che tiene in mano la palma del martirio e il ragazzino che terrorizzato grida e fugge.
Compare il ritratto di Caravaggio sullo sfondo. Il pittore autoritratto partecipa emotivamente alla scena
L’angelo è descritto in maniera molto realistica e poco «distesa», anzi con una torsione complessa. Le sue ali sono di rapace notturno, non colorate. Una candela lo illumina
Il boia di Matteo rientra nel catalogo dei carnefici dei quadri di Caravaggio,
insensibili e concentrati nell’esecuzione