L’indeterminatezza della politica scolastica
25 Maggio 2023Sant’Eusebio papa
25 Maggio 2023Milziade è papa durante la firma dell’Editto di Milano, cioè del riconoscimento del cristianesimo come “religio licita”
Non si conosce il suo anno di nascita, ma fu eletto nel 310 o 311, e morì il 10 o 11 gennaio 314. Dopo l’esilio di papa Sant’Eusebio, la sede romana rimase vacante per qualche tempo, probabilmente a causa di complicazioni dovute al problema degli apostati, che avevano motivato l’esilio di Eusebio, e che non si erano chiariti con la rimozione del papa e di Eraclio, l’istigatore della rivolta.
Il 2 luglio 310 o 311 Milziade, originario dell’Africa, fu elevato al soglio pontificio. L’anno esatto è sconosciuto in quanto il Catalogo liberiano dice 2 luglio 311 (“ex die VI non. iul. a cons. Maximiliano VIII solo, quod fuit mense septembri Volusiano et Rufino”), ma in contraddizione con questo dato, si dice che la sua morte sia avvenuta il 2 gennaio 314, dopo un pontificato durato “tre anni, sei mesi e otto giorni”, che porterebbe a 310. Molto probabilmente si tratta di un errore di copista, e che intendeva dire che il pontificato durò II anni , non III, quindi la data corretta sarebbe 311.
In questo periodo (310 o 311) fu promulgato un editto di tolleranza firmato dagli imperatori Licinio e Costantino, che pose fine alla grande persecuzione e permise la ricostruzione della vita religiosa cristiana. Solo nelle città dell’Est che erano sotto il comando di Massimo Daia, il cristianesimo continuò ad essere perseguitato.
L’imperatore concesse a papa Milziade il diritto di ricevere indietro, tramite il prefetto della città, tutti gli edifici e i beni ecclesiastici che erano stati confiscati durante la persecuzione.
I due diaconi romani, Stratone e Cassiano, furono incaricati dal papa di discutere la questione con il prefetto e ricevere i beni ecclesiastici, che permisero di riorganizzare radicalmente l’amministrazione ecclesiastica e la vita religiosa dei cristiani a Roma.
Milziade fece portare dalla Sicilia a Roma le spoglie del suo predecessore, Eusebio, e le fece seppellire in una cripta nelle catacombe di San Callisto. L’anno successivo il papa assiste al trionfo della Croce, con la vittoria su Massenzio (vittoria di Ponte Milvio, 27 ottobre 312), e l’ingresso a Roma dell’imperatore Costantino, divenuto tollerante con i cristiani.
Successivamente l’imperatore donò alla Chiesa Romana il Palazzo Lateranense, che divenne la residenza dei papi e, di conseguenza, la sede dell’amministrazione della Chiesa Romana.
La basilica annessa al palazzo, forse costruita posteriormente, divenne la principale chiesa di Roma.
Nel 313 i Donatisti (movimento rigorista sorto in Africa con a capo il vescovo Donato) si appellarono a Costantino perché nominasse giudici vescovi della Gallia per dirimere la controversia nell’episcopato africano in relazione alla consacrazione a Cartagine di due vescovi, Ceciliano (respinto dal Donatisti) e il suo avversario, Majorino.
Ceciliano aveva ceduto alla pressione delle torture nella persecuzione, e poi si era pentito ed era tornato alla comunione della Chiesa; ma i donatisti ritenevano che chi fosse divenuto indegno per la caduta non potesse celebrare i sacri misteri, tanto meno essere consacrato vescovo.
Costantino scrisse a Milziade, chiedendo al papa di riunire a Roma tre vescovi della Gallia per ascoltare Ceciliano e il suo avversario e decidere il caso.
Il 2 ottobre 313, riunitosi nel palazzo del Laterano, sotto la presidenza di Milziade, un sinodo di diciotto vescovi della Gallia e dell’Italia, dopo una deliberazione di tre giorni sugli argomenti donatisti, si pronunciò in favore di Ceciliano, la cui elezione e consacrazione a vescovo di Cartagine fu dichiarato legittimo.
Il “Liber Pontificalis” – un libro con le biografie dei papi pubblicato intorno al VII secolo, che contiene molte inesattezze storiche, sebbene sia spesso l’unica fonte disponibile – indica che al tempo di Milziade c’erano alcuni manichei a Roma; infatti è possibile che i manichei abbiano cominciato a spostarsi verso l’Occidente nel IV secolo.
Questa fonte attribuisce inoltre a Milziade due decreti: uno in cui proibisce assolutamente di digiunare il giovedì e la domenica, «quia eos dies pagani quasi sacrum ieiunium celebrant» («perché in quei giorni i pagani celebravano un digiuno sacro»); il motivo probabilmente non viene dall’epoca di Milziade, ma dall’epoca successiva dell’autore del “Liber Pontificalis” (in cui si era già persa la memoria delle usanze pagane a Roma).
Lo stesso libro non è meno arbitrario nell’attribuire a Milziade un decreto secondo il quale l’Oblazione consacrata nelle messe solenni del Papa (cioè il pane eucaristico) doveva essere distribuita alle varie chiese di Roma. Questa usanza è tipica della Chiesa romana, ma non c’è nulla di sicuro che la faccia risalire a Milziade, come afferma il “Liber Pontificalis”.
Dopo la sua morte, avvenuta il 10 o 11 gennaio (il “Catalogo liberiano” recita “III id. jan.”, mentre la “Depositio Episcoporum” porta “IIII id. jan.») del 314, Milziade fu sepolto nelle catacombe di San Callisto, e fu venerato come santo. Il “Martyrologium Hieronymianum” lo registra il 10 gennaio, e così il nuovo Martirologio Romano lo registra nuovamente, dopo che l’antico lo ricordava il 10 dicembre.