Complemento di fine
28 Dicembre 2019Introduzione alla raccolta La bufera e altro
28 Dicembre 2019La raccolta “Satura” (1971) di Eugenio Montale rappresenta un punto di svolta significativo nella sua produzione poetica.
Dopo le prime opere, come Ossi di seppia e Le occasioni, caratterizzate da uno stile spesso ermetico e da una riflessione sul male di vivere, con Satura Montale abbandona progressivamente le forme più classiche della lirica per abbracciare una poesia più colloquiale, disincantata, venata di ironia e, al tempo stesso, profondamente autobiografica. Questa raccolta è dominata da un tono ironico, che Montale usa per smontare con saggezza e amarezza le illusioni e le convenzioni della vita e della società, ma è anche profondamente intrisa di autobiografia, segnata dalla morte della moglie Drusilla Tanzi, a cui sono dedicati molti componimenti.
Ironia in “Satura”
L’ironia, in Satura, non è solo uno strumento di difesa, ma diventa una lente attraverso cui Montale guarda il mondo e la propria esistenza. Non si tratta di un’ironia leggera o giocosa, ma di un’ironia che nasconde una disillusione profonda. Montale non crede più nelle grandi verità o nei valori assoluti; l’esperienza umana si rivela come un insieme di paradossi e contraddizioni, e la poesia è il mezzo attraverso cui queste contraddizioni vengono esposte.
- Ironia della storia e della politica: Nella raccolta, Montale usa spesso l’ironia per criticare la politica e la storia contemporanea. Ad esempio, nella poesia “La storia”, egli paragona il corso della storia a una “rete a strascico” che raschia il fondo del mare, catturando solo in parte ciò che accade realmente, mentre molti eventi e persone “sfuggono”. In questo modo, Montale demistifica il concetto di storia come processo lineare e razionale, sottolineando invece la sua frammentarietà e casualità.
- Ironia del linguaggio e della poesia: In molti componimenti di Satura, Montale si interroga sul significato della poesia stessa e sul suo ruolo nella vita moderna. Nella poesia “Cos’è la poesia?”, ad esempio, l’autore ironizza sul concetto di ispirazione poetica, descrivendo le parole come “molto importune” che escono “dal forno o dal surgelante” senza avere un vero scopo. Questa ironia sul linguaggio e sulla scrittura riflette il distacco di Montale da una visione idealizzata dell’arte, suggerendo che la poesia non ha un valore salvifico o trascendente, ma è piuttosto un gioco di parole che nasce dal caos.
- Ironia esistenziale: L’ironia montaliana è strettamente legata a una riflessione esistenziale amara. In poesie come “Sulla felicità”, Montale descrive la felicità come un ideale irraggiungibile e inutile: “Ha un prezzo troppo alto, non fa per noi e chi l’ha non sa che farsene”. La felicità è vista come un lusso di cui non sappiamo che fare una volta raggiunto, quasi come se fosse un’illusione che, quando afferrata, perde il suo significato. Anche qui l’ironia diventa un mezzo per esprimere la disillusione verso le promesse della vita.
Autobiografia in “Satura”
Accanto all’ironia, Satura è anche un’opera profondamente autobiografica. La raccolta è segnata dalla morte della moglie di Montale, Drusilla Tanzi, soprannominata affettuosamente “Mosca”, avvenuta nel 1963. Molte delle poesie di Satura riflettono sulla perdita, sul lutto e sul rapporto tra vita e morte. Nonostante il tono spesso disincantato, in questi componimenti emerge una tenerezza e una malinconia che fanno da contrappunto all’ironia.
- Il lutto e la memoria: La poesia “Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale” è forse l’esempio più emblematico della dimensione autobiografica di Satura. In questo componimento, Montale ricorda i momenti trascorsi con la moglie, usando l’immagine delle scale come metafora della vita condivisa. La poesia esprime un profondo senso di vuoto e di perdita, ma lo fa con un tono sobrio e misurato, senza abbandonarsi al sentimentalismo. L’assenza di Drusilla viene vissuta come una costante presenza negativa, che segna ogni passo della vita quotidiana del poeta.
- Riflessione sul tempo e sulla vecchiaia: In Satura, Montale riflette anche sul tempo che passa e sulla propria condizione di anziano. Il poeta guarda alla propria esistenza con distacco e consapevolezza, senza cercare consolazioni o illusioni. Questa visione autobiografica del tempo è sempre accompagnata dall’ironia, come nella poesia “La storia”, dove il passaggio del tempo e degli eventi storici viene osservato con scetticismo e rassegnazione.
- L’amore e la morte: L’amore, in Satura, è spesso intrecciato con il tema della morte. Montale non celebra l’amore come un sentimento assoluto o trascendente, ma lo vede piuttosto come un legame che persiste anche nella separazione. L’assenza della moglie diventa un elemento centrale della sua esperienza quotidiana, come emerge chiaramente in molte poesie dedicate a “Mosca”. Tuttavia, Montale evita l’eccessiva drammaticità, trattando l’amore e la morte con un tono più distaccato e riflessivo.
L’incontro tra ironia e autobiografia
In Satura, l’ironia e l’autobiografia non sono due aspetti separati, ma si intrecciano continuamente. L’ironia montaliana, infatti, non è mai del tutto leggera, ma nasconde un profondo senso di disillusione e di consapevolezza della fragilità umana. La riflessione sulla vita personale, sul tempo, sull’amore e sulla morte è accompagnata sempre da un distacco che impedisce a Montale di abbandonarsi alla pura malinconia o alla celebrazione del dolore. L’ironia, in questo contesto, diventa un mezzo per affrontare la propria condizione esistenziale, senza però rinunciare alla profondità del sentire.
Conclusione
Satura è una raccolta straordinaria proprio per il suo equilibrio tra ironia e autobiografia. Montale, con un tono disincantato ma non privo di tenerezza, riflette sulla propria vita, sugli eventi storici e sulla condizione umana in generale. L’ironia, a volte amara, a volte giocosa, serve a smontare le illusioni del vivere quotidiano e a rivelare l’assurdità di molte convenzioni sociali e culturali. Allo stesso tempo, le poesie autobiografiche, dedicate alla moglie Drusilla, offrono una finestra sull’esperienza personale di Montale, sul suo lutto e sul senso di vuoto che accompagna la perdita di una persona amata. In questa combinazione di temi, Satura si afferma come uno dei vertici della poesia moderna, capace di coniugare il privato con il collettivo, il disincanto con la memoria.