SOS laurea online: come scrivere una buona tesi? 5 consigli
23 Luglio 2022Quarta crociata
28 Luglio 2022La formazione dei giovani è una problematica ricorrente, la cui importanza è universalmente riconosciuta: i mezzi di comunicazione, però, ne enfatizzano solo gli aspetti di superficie, trascurando quelli salienti.
Fine giugno 2022 – Il ministro Bianchi ha affermato: “Dobbiamo riaddestrare 650mila insegnanti al futuro digitale”, scatenando una forte, accanita reazione: “Docenti come scimpanzé al via l’addestramento professionale al digitale”; “Si tratta di un’espressione offensiva”, sono alcune delle prese di posizione del sindacato docenti, sintesi dei numerosissimi commenti riportati dai media. Eppure l’addestramento professionale è proprio dei contesti statici e ben definiti, come quello della strumentazione tecnologica. Il problema dell’univocità terminologica, carente nelle scuole, non è stato fatto affiorare. In rete “La scuola rivedrà le stelle?” sgrossa la questione.
Fine luglio 2022 – Concita De Gregorio ha paragonato l’aula del Senato, in cui Mario Draghi ha elencato gli impedimenti che sono stati frapposti all’attività del governo da lui presieduto, a una classe di un istituto professionale. Grande risalto è stato dato all’imprudente riferimento a un istituto scolastico esistente: la stampa e la rete non hanno valutato la consistenza del parallelo fatto e non hanno colto l’occasione per sollecitare un dibattito sulla motivazione e sul coinvolgimento dei giovani [Si veda in rete: “Scuola del xxi° secolo, Maranzana”]. Hanno ignorato la gerarchia tra ordini di studio nonostante la sua osservabilità, sia al termine della secondaria di primo grado, quando la scuola consiglia l’indirizzo scolastico successivo; sia nella tipologia delle prestazioni attese nei diversi percorsi scolastici.
Le due situazioni mostrano inequivocabilmente la nebulosità e la superficialità che avvolge il servizio scolastico e, ancora una volta, indicano la via da percorrere per contrastare l’indolenza in cui opera l’istituzione scuola: vivere razionalmente il presente.
Gennaio 2020 – Il Decreto Legge n°. 1 sopprime il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, sostituendolo con due nuovi ministeri. Il nuovo assetto sancisce la divergenza tra la finalità universitaria e quella della scuola. Una modifica strutturale profonda, che avrebbe dovuto innescare il cambiamento del governo scolastico. Nulla è avvenuto, nel disinteresse generale. In rete “Scuola: una priorità dimenticata” pone la questione. E’ solo un esempio della miopia del servizio informativo: sono anni e anni che, nel settore istruzione, le regole enunciate non trovano coerente applicazione, nel silenzio stampa. Una parziale casistica è visibile in rete: “Il Miur naviga a vista”.