Vittorio Alfieri
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27 Gennaio 2019La sera nei testi della letteratura italiana.
La sera ricorre spessissimo nei testi letterari, soprattutto nelle poesie. Essa è posta alla fine della giornata, quindi è stata spesso paragonata alla fine della vita, e alla morte. Tuttavia in essa si prova spesso una pace che non è possibile sperimentare in altre parti della giornata.
ITALIANO
· Foscolo nel sonetto Alla sera presenta la sera come immagine della fatal quiete della morte, tempo privilegiato per riflettere su se stessi e sul mistero dell’infinito, perché purifica l’animo del poeta dalle preoccupazioni del giorno.
· Anche nella parte finale del coro di Ermengarda “Sparsa le trecce morbide” dall’Adelchi di Manzoni, la sera, nuovamente accostata alla morte, sembra apportare la pace e la serenità non sempre possibili durante il giorno:
dalle squarciate nuvole
si svolge il sol cadente,
e, dietro il monte, imporpora
il trepido occidente:
al pio colono augurio
di più sereno dì
· La sera e la notte dell’Innominato nel cap. XXI de I promessi sposi , sono invece segnate dal tormento in cui l’hanno gettato il viso e le parole di Lucia. Bellissimo anche il tramonto infuocato che accompagna le scene del cap. VIII, fine della prima macrosequenza del romanzo, quella ambientata nel paesello di Renzo e Lucia.
· Leopardi: la sera ne Il sabato del villaggio è spalancata verso il giorno seguente. Tutti sperano di trovare sosta ai propri dolori ma questa speranza è destinata ad essere delusa, come mostra anche la poesia La sera del dì di festa che esprime la tristezza del poeta che soffre la solitudine, e osserva con un pizzico di invidia i giovani che trascorrono il tempo nella spensieratezza.
· San Martino di Giosuè Carducci è una poesia melanconica, che ha il suo nucleo concettuale proprio nell’evocazione degli uccelli che volano tra le nubi rosse del tramonto, come i pensieri del poeta in esilio, cioè estranei al mondo, oppure alla ricerca di un approdo lontano, ma forse possibile.
· Ne La sera fiesolana di Gabriele D’Annunzio, la sera, a differenza di Foscolo, non è immagine della morte o mezzo per cercare l’infinito, ma è lo spunto per mostrare una totale compenetrazione tra l’uomo e la natura, nell’ottica del più raffinato panteismo dannunziano
· La mia sera di Pascoli è una poesia in cui compaiono alcune parole-chiave pascoliane (lampi, stelle, nido), o la tematica della serenità della sera contrapposta agli affanni del giorno (nel giorno, che lampi! che scoppi! / che pace, la sera), ma l’elemento irrazionale, di abbandono in unindefinitezza che accomuna le prime alle ultime ore di vita di un uomo, prende il sopravvento, con il suo fonosimbolismo (dondon)
· I poeti crepuscolari della indeterminatezza della sera ne fanno addirittura la scelta programmatica della loro poetica.
· Quasimodo: Ed è subito sera ancora una volta, in questa poesia la sera implica la morte e il nulla
· Buzzati: Il deserto dei tartari i tramonti sottolineano ancora di più la solitudine in cui vie Drogo e la desolazione che circonda la fortezza Bastioni.
· Calvino: Palomar la spada di sole prodotta dal barbaglio del sole al tramonto sul mare è una riedizione del relativismo delle osservazioni di Mostarda: infatti è diversa per ciascun osservatore. Alla fine del romanzo breve La giornata di uno scrutatore il tramonto rosso è l’attimo in cui ogni città, come il Cottolengo, è una Città.
TESINE CORRELATE
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