Inno a Venere
27 Gennaio 2019Ad Angelo Mai
27 Gennaio 2019di Carlo Zacco
Sergio Corazzini (1886 – 1907)
Poeta crepuscolare. Insieme a Gozzano fa parte del gruppo dei Crepuscolari, sa di avere breve vita davanti a sé, e canta dunque il presente, senza una nota di speranza, senza sorriso, ma neppure tragedia. Questa è una poetica opposta a quella dannunziana altisonante; è la poetica delle piccole cose e del senso di smarrimento di fronte alla difficoltà del vivere.
Desolazione di un povero poeta sentimentale, in Piccolo libro inutile, 1906
Verso libero. C’è disparità tra le diverse misure dei versi; i versi lunghi mettono in moto una modalità di discorso più prosastica: la poesia non vuole più cantare per mettere in campo una poesia languorosa e suadente, bensì piana, descrittiva, quotidiana, reale.
l tono è basso, a-musicale, prosastico: solo così il poeta ha un senso di autenticità. Negli ultimi versi si nota una sorta di sconsolata litania, quasi religiosa, dove il senso religioso non è ovviamente sentito, ma solo nominato, quasi a rafforzare l’ineluttabile destino della morte; C’è il senso di una malinconia senza riscatto. La poesia tende al punto più prossimo alla prosa, per dare vera espressione a ciò che lo agita realmente.
Il tema della morte è presentato qui in un modo che rasenta il patetismo e pare un po forzato, ma è giustificato dal fatto che il poeta era davvero malato di TBC.
Audio Lezioni sulla Letteratura del novecento del prof. Gaudio
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