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23 Agosto 2015Nel sesto capitolo de “Il grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald, il narratore Nick Carraway inizia a comprendere che dietro la figura enigmatica e affascinante di Jay Gatsby si nasconde una complessità e una fragilità che lo rendono più umano e meno “grande” di quanto possa sembrare superficialmente, e di quanto lo stesso Nick l’aveva immaginato e rappresentato finora.
Durante una delle feste sontuose organizzate da Gatsby nella sua villa, Nick osserva con occhio critico l’atmosfera di eccesso e di sfarzo che permea l’evento. Tuttavia, sotto la patina di ricchezza e glamour, Nick inizia a notare la solitudine e l’isolamento di Gatsby, così come la sua ricerca disperata dell’amore perduto in Daisy Buchanan. Nick si rende conto che Gatsby è ossessionato da un ideale del passato e che la sua vita è dominata da un desiderio incolmabile, che lo rende vulnerabile e imperfetto.
Questo momento segna un punto di svolta nella percezione di Nick nei confronti di Gatsby, spingendolo a guardare oltre l’apparenza e a cercare di comprendere la vera natura del suo enigmatico vicino.
In questo modo, Fitzgerald sviluppa il tema della illusione e della realtà, mostrando come i personaggi del romanzo siano spesso ingannati dalle loro stesse illusioni e dalle maschere che indossano per nascondere le proprie debolezze e fragilità.