Irma Lanucara mappe concettuali
27 Gennaio 2019Franco Lorusso
27 Gennaio 2019Sintesi di Storia della prima metà dell’ottocento, XIX SECOLO, della prof.ssa Irma Lanucara, economia, restaurazione e moti risorgimentali
Situazione demografica
I tre regimi demografici europei:
– Gran Bretagna (alta natalità bassa mortalità)
– Francia (bassa natalità e mortalità)
– Europa centro orientale (alta natalità e mortalità)
RIVOLUZIONE AGRICOLA
– Il modello inglese è caratterizzato dall’introduzione del capitalismo;
– In Irlanda le condizioni già precarie sono aggravate da carestie
– In Francia, Olanda, Danimarca la proprietà contadina invece di scomparire si rafforza
– Anche nell’Austria-Ungheria e in Germania si rafforza la piccola proprietà
– Il sistema agricolo feudale persiste in Italia meridionale, in Spagna e in Portogallo (sistema latifondistico)
URBANESIMO->questo fenomeno si spiega facendo riferimento ad alcuni fattori, quali la nascita delle fabbriche nelle città, il boom demografico che portò ad un eccesso nelle campagne, lo sviluppo delle ferrovie e delle strade che permisero di spostarsi più rapidamente dalla periferia alla città
RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
– In Inghilterra furono create tutte le premesse già a partire dal XVIII secolo; nel XIX aumentò soprattutto la produzione di ferro, ma in generale ci fu un vero e proprio boom produttivo
– Belgio: a partire dall’indipendenza e dalla formazione di un vero e proprio stato (1831)il Belgio cominciò a dimostrarsi molto intraprendente in ambito industriale e usufruì soprattutto di numerosi giacimenti di ferro e carbone;
– In Francia non ci fu una rivoluzione industriale sul modello inglese e l’agricoltura mantenne un ruolo preminente
– In Germania ci fu un’industrializzazione tardiva dovuta anzitutto al ritardo con cui ottenne l’unità territoriale (1871) e ad un’organizzazione di tipo fondamentalmente feudale, che comunque privilegiava il ruolo dell’esercito. Dalla metà del secolo partì il processo d’industrializzazione, che interessò da subito l’industria pesante
– Quello della Russia è l’esempio più estremo di industrializzazione tardiva: solo a partire dal 1861, anno in cui fu abolita la servitù della gleba, il paese iniziò un lento processo di modernizzazione; fu privilegiata l’industria pesante e una politica economica protezionistica
– In Spagna il potere centrale divenne paralizzante, al punto da impedire il processo d’industrializzazione e comunque l’agricoltura continuò ad essere il mezzo di sussistenza privilegiato
– Il XIX secolo fu per l’Italia un periodo di preparazione alle innovazioni in campo industriale, che comunque interessarono solo il nord della penisola. Anche qui il ritardo può essere in parte spiegato facendo riferimento all’unità territoriale, raggiunta solo nel 1861 e al permanere di strutture agricole di tipo latifondistico. Tuttavia l’Italia non divenne mai un paese industriale e rimase il divario tra nord e sud
CONGRESSO DI VIENNA->Nel 1814 si riunirono i rappresentanti dell’Austria (Metternich), della Russia, della Francia restaurata di Luigi XVIII, della Prussia, dell’Inghilterra al fine di ridefinire l’assetto europeo dopo l’ondata rivoluzionaria in Francia. Quest’ultima fu circondata da una cintura di stati cuscinetto (Svizzera, Belgio, Olanda, stati tedeschi, regno di Sardegna)->principio di equilibrio e di legittimità->la Prussia ottenne la Renania e i ricchi giacimenti della Ruhr, l’Inghilterra confermò il predominio sui mari, la Russia ottenne la Polonia, l’Austria perse gran parte dei suoi possedimenti e vide ridimensionata la sua potenza.
L’Italia venne divisa tra Austria (Lombardo-Veneto+Venezia sotto un’egemonia diretta; ducati di Parma, Piacenza, Guastalla, Granducato di Toscana, parte dell’Emilia sotto un’egemonia indiretta); papato (Italia centrale) e dinastia dei Borboni sotto Ferdinando I, re delle due Sicilie (Italia meridionale+Sicilia). Rimanevano Piemonte e Sardegna che formavano il regno Sabaudo sotto Vittorio Emanuele I.
SANTA ALLEANZA->RUSSIA PRUSSIA AUSTRIA
QUADRUPLICE ALLEANZA->nel caso si fosse presentato un caso analogo a quello napoleonico, RUSSIA, PRUSSIA, AUSTRIA E INGHILTERRA si sarebbero alleate CONTRO LA FRANCIA
IDEOLOGIA REAZIONARIA (CHATEAUBRIAND, DE MAISTRE) -> IDEA DI NAZIONE-> PATRIOTTISMO-> RESTAURAZIONE->IDEALI DEL XIX SECOLO UNITI DALLA TRADIZIONE
LIBERALISMO->le radici si ritrovano in Smith in Inghilterra, ruolo centrale della libertà
CATTOLICESIMO LIBERALE->Lamennais e la divisione tra Chiesa e Stato, la Chiesa condannò questo tipo di pensiero
IDEOLOGIA DEMOCRATICA->ruolo centrale dell’uguaglianza, legato al patriottismo e all’idea di nazione
IDEOLOGIA SOCIALISTA->ruolo centrale della solidarietà-lotta di classe-socialismo utopistico (Owen, Saint Simon, Fourier)
LE PRIME RIVOLTE (PRIMA META DEL SECOLO)->iniziarono dall’America Latina, che tra il 1817 e il 1825 si rese indipendente grazie a San Martin e Bolivar (Cile, Venezuela, Perù, Colombia, Ecuador). Anche in America centrale si raggiunse l’indipendenza, mentre in Brasile il figlio di Giovanni VI, re portoghese, di nome Pedro, si autoproclamò imperatore.
I MOTI DEL 1820-21
– In Spagna fu votata una costituzione liberale nel 1820, ma poco più tardi questo moto insurrezionale fu represso dalle truppe francesi, che ripristinarono un regime assolutista
– In Portogallo si ebbero eventi analoghi a quelli spagnoli e anche qui il regime costituzionale venne abbattuto (1824)
– In Italia i moti partirono da Napoli, con un esercito guidato da Guglielmo Pepe e inizialmente furono favoriti dall’unione tra carbonari e murattiani. Presto si instaurò un governo guidato dai murattiani, che fu però travolto dall’intervento austriaco.
In Piemonte fu proclamata la costituzione spagnola nel 1821, ma Vittorio Emanuele I, indignato dalla situazione, abdicò in favore di Carlo Felice, il quale, essendo assente, nominò come reggente Carlo Alberto. Questi si comportò in modo molto ambiguo, in quanto finse di appoggiare i costituzionalisti mentre collaborava con i controrivoluzionari. Alla fine le truppe austriache riportarono l’ordine.
– In Grecia si raggiunse l’indipendenza dalla Turchia con il trattato di Adrianopoli (1829) e fu sostenuta da Russia e Inghilterra, interessate entrambe ad eliminare la potenza turca.
– In Russia il moto decabrista fu represso duramente dallo zar Nicola I.
I MOTI DEL 1830-31
– In Francia a Luigi XVIII era succeduto Carlo X, di idee fortemente conservatrici, il quale tentò di restaurare un regime assolutistico. La rivolta, guidata dalle masse popolari, scoppiò nel 1830 ed ebbe come risultato il passaggio al trono di Luigi Filippo d’Orleans. Dopo una breve fase di politica progressista, il re borghese”, pressato e minacciato dalle grandi potenze europee, adottò una politica di stampo conservatore, alla quale gli operai francesi di Lione risposero con due ondate insurrezionali che però non riuscirono a sconfiggere le truppe regie. Nonostante la sconfitta il movimento operaio aveva fatto sentire la sua voce.
– Si ribellò anche la Svizzera che optò per una svolta liberale
– Il Belgio che divenne stato neutrale
– La Polonia che venne duramente repressa dalla Russia
– L’Italia che vide i moti partire dall’Emilia, guidati da Ciro Menotti e Enrico Misley (solo inizialmente), che però furono repressi dalle truppe austriache. In seguito i moti insurrezionali si diffusero in altre zone d’Italia e videro l’emergere di una figura di spicco, ossia quella di Mazzini. Egli agognava una rivoluzione in grado di coinvolgere le masse popolari, ma inizialmente fallì in Piemonte (1833) e anche il secondo tentativo in Savoia e a Genova, che coinvolse anche Garibaldi, non ebbe esito migliore. Nel 1844 i fratelli Bandiera, scoraggiati dallo stesso Mazzini, tentarono una spedizione in Italia meridionale, che però si concluse tragicamente in quanto i contadini, anziché ribellarsi, appoggiarono la polizia borbonica.
NEOGUELFISMO->cattolicesimo liberale – monarchia parlamentare – simpatia nei confronti della Francia – ostilità nei confronti dell’Austria – no all’unione territoriale – sì ad una lega federale voluta dal papa – papa Pio IX papa liberale – Gioberti Del primato morale e civile degli italiani
MODERATISMO->ripresa del pensiero di Lamennais – Cesare Balbo e il sostegno dell’egemonia sabauda
FEDERALISMO->avversione nei confronti dello stato sabaudo – Cattaneo e il Politecnico
GLI STATI UNITI E L’ETÀ DI JACKSON->nella prima metà dell’800 gli Stati Uniti si imposero nel panorama mondiale grazie ad una crescita economica senza pari che colpì vari settori. Da paese agricolo divenne un paese altamente industrializzato, con una fitta rete ferroviaria. Le fabbriche furono organizzate dalle company towns”, dove gli imprenditori, oltre a gestire le fabbriche si interessavano anche della vita degli operai. Inoltre gli Stati Uniti divennero un paese fortemente urbanizzato, soprattutto grazie all’emigrazione europea verso tale paese ed aumentò anche la produzione agricola. Ma la società americana era attraversata da profonde tensioni, relative soprattutto alla contrapposizione tra nord (abolizionista e protezionista) e sud (schiavista e liberista). La politica statunitense si basava su un sistema bipartitico, che vedeva opporsi i democratici ai repubblicani (prima detti whig). Nel 1828 divenne presidente il democratico Jackson che si servì di vari strumenti propagandistici per sostenere il suo partito a danno dei whig, basandosi sui principi di una democrazia diretta e allargando il diritto di voto.
I MOTI DEL 1848
– In Francia ebbero come tema cruciale il conflitto di classe, che opponeva una borghesia già consolidata ad un proletariato nascente e presero le mosse dal discredito della monarchia orleanista, alla quale si opponevano le principali correnti politiche: liberali moderati e repubblicani radicali e socialisti rivoluzionari, di cui faceva parte Blanc, ideatore degli ateliers sociaux, forme di autogestione lavorativa. L’opposizione riuscì a rovesciare la monarchia orleanista e proclamò la repubblica democratica, cercando inoltre di favorire il proletariato attraverso alcune riforme. Ma la situazione ben presto precipitò, sia a causa di una grave crisi economica, sia per la questione degli ateliers sociaux, che il proletariato chiedeva con insistenza. Al loro posto furono istituiti gli ateliers nationaux, cantieri per lavori pubblici finanziati dallo stato; ciò fu aggravato dall’istituzione della coscrizione obbligatoria. A questo punto i lavoratori degli ateliers nationaux si ribellarono, ma furono repressi duramente dalle truppe guidate dal generale Cavaignac, che divenne capo del governo con l’attribuzione di enormi poteri. Alle elezioni presidenziali successive però ebbe la meglio Napoleone III, nipote di Bonaparte, eletto a suffragio universale maschile.
– In Germania la rivoluzione fallì prima di iniziare, soprattutto perché mancava una corrente repubblicana e nessuno avrebbe mai messo in discussione il diritto al regno di Federico Guglielmo IV.
– In Italia il 48 fallì, ma fu posta l’importante questione dell’unificazione territoriale, che da allora non fu mai accantonata (come del resto era accaduto in Germania). La rivoluzione europea partì proprio dall’Italia, esattamente da Palermo e fu appoggiata dal liberale Pio IX, che investì l’Italia di una ventata riformistica e fece sì che fosse concessa la costituzione anche in Piemonte, in Toscana e nello Stato Pontificio. Nel 1848 inoltre scoppiò la PRIMA GUERRA DINDIPENDENZA, in quanto Carlo Alberto, sostenuto dagli stati riformati e da Pio IX, si decise ad attaccare l’Austria, che però era appoggiata dalle maggiori grandi potenze (Russia, Prussia) e godeva di un potente esercito, guidato dal generale Radetsky. Nel corso della guerra l’esercito piemontese dimostrò soprattutto i suoi limiti e Radetsky ebbe la meglio. Inoltre Pio IX, intimorito dalla cattolicissima Austria, ordinò alle truppe di ritirarsi; lo seguirono Leopoldo II (Toscana) e Ferdinando II. Carlo Alberto però non si arrese e, dopo aver conquistato Peschiera, si fece acclamare primo re d’Italia; ma ben presto le truppe austriache vinsero a Custoza, eliminando le conquiste piemontesi. In seguito ad altri disordini a Roma nacque la repubblica, guidata da Mazzini, Saffi, Armellini e Pio IX, accusato di tradimento, fu costretto a fuggire a Gaeta; eventi simili si ebbero anche in Piemonte e in Toscana. Con la sconfitta di Novara, conferma ulteriore dell’impotenza piemontese di fronte alle truppe austriache, Carlo Alberto lasciò il trono a Vittorio Emanuele II. La città di Brescia resistette per dieci giorni, poi dovette arrendersi, mentre a Roma Garibaldi difese la città dai francesi, alleatisi col papa, ma alla fine dovette cedere; la stessa sorte colpì la repubblica veneziana. Chiusa questa ondata rivoluzionaria, si ebbe una seconda restaurazione, che però non interessò la Francia che era una repubblica moderata, il regno di Sardegna al quale Carlo Alberto nel 1848 aveva dato lo statuto albertino e il parlamento. L’ascesa della borghesia era iniziata in tutta Europa e la restaurazione era in crisi.