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5 Maggio 2022Tra il 1871 e i primi decenni del Novecento anche la politica, come l’economia, subì una profonda trasformazione. In quegli anni si formò la maggior parte dei partiti politici che oggi conosciamo e la lotta politica acquisì le caratteristiche che le sarebbero state proprie fin quasi ai giorni nostri
Società di massa non vuol dire necessariamente democrazia, ma è una società che inizia a gettare i semi della discussione democratica. In realtà in questa massa ci sono delle contraddizioni, che sono quelle della società della seconda rivoluzione industriale. Ancora oggi questo passaggio alla democrazia non è ancora terminato. L’Europa politica non esiste oggi e questa è un’altra questione da guardare.
Dopo la sconfitta della guerra franco-prussiana nasce un desiderio di rivincita nei confronti della Germania che aveva conquistato l’Alsazia e la Lorena.
La novità è il razzismo e la Francia è la culla del razzismo europeo. Emblematico di tale situazione è il caso Dreyfus, accusato di essere una spia perché ebreo, accusato di essere una spia a favore dei tedeschi. Zola intervenne a favore di Dreyfus.
Il nazionalismo è un fenomeno di massa che parla al popolo, non più ad una cerchia elitaria come nel caso del vecchio liberalismo.
Pangermanesimo: tutti i tedeschi devono vivere in una stessa patria. Fichte Hegel
Stessa cosa accade nel mondo slavo: i popoli slavi sono sempre più animati dal desiderio della nascita di un grande impero balcanico.
LA NASCITA DEI PARTITI POLITICI
Tra il 1871 e i primi decenni del Novecento anche la politica, come l’economia, subì una profonda trasformazione. In quegli anni si formò la maggior parte dei partiti politici che oggi conosciamo e la lotta politica acquisì le caratteristiche che le sarebbero state proprie fin quasi ai giorni nostri
L’estensione del suffragio > In questo periodo possiamo parlare di una vera e propria “massificazione della politica”: nel giro di pochi decenni la partecipazione alla vita politica divenne un fatto normale e permanente in Europa.
In realtà, fin dai tempi della Rivoluzione francese, le masse erano intervenute sulla scena politica, ma per molto tempo ciò costituì un fatto episodico. Dagli ultimi decenni dell’Ottocento, invece, con l’estensione del suffragio, con la nascita di grandi partiti di massa, con la diffusione di ideologie forti, la partecipazione della popolazione alla vita politica divenne un fatto normale, quotidiano.
Dal periodo della Grande depressione fino al 1920 circa, si affermano in gran parte dei paesi europei, Italia compresa, le “democrazie di massa”, con la diffusione del suffragio universale maschile (Francia, Danimarca, Norvegia, Svezia, Belgio, Germania, Austria). Pertanto non si trattava più di essere pro o contro la democrazia, che ormai era divenuta un sistema politico assodato, ma di stabilire “come” far partecipare la totalità della popolazione, attraverso quali forme organizzative.
I partiti politici forniranno una risposta a tale questione. Al contrario dei partiti politici tradizionali, che erano prevalentemente di stampo liberale e la cui attività era strettamente legata al parlamento, i nuovi partiti avevano una forte connotazione ideologica, oltre ad essere di stampo classista (cioè espressione di una determinata classe sociale). L’unica eccezione, in tal senso, era rappresentata dal caso degli Stati Uniti d’America che, come la Gran Bretagna, avevano (e hanno tutt’ora) un sistema politico bipartitico che era nato contestualmente all’estensione del suffragio e pertanto in ognuno dei due partiti (repubblicano e democratico) confluivano gruppi appartenenti a diverse classi sociali.
La vera alternativa ai partiti tradizionali e al bipartitismo anglosassone furono i modelli di partito sorti in Europa dall’esperienza del movimento operaio. Peraltro erano stati proprio i successi ottenuti dal movimento operaio, che nel tempo aveva preso coscienza delle proprie potenzialità, ad essere la causa dell’estensione della partecipazione politica e della sua massificazione.
Il primo esempio di partito classista espressione del proletariato è dato dalla socialdemocrazia tedesca (di matrice socialista marxista), che tendeva a organizzare grandissimi gruppi di proletari, orientandoli non solo in senso politico, ma anche culturale e formativo dell’identità collettiva.
A questo andò contrapponendosi l’altro grande modello nato dal movimento socialista e rivoluzionario: il “partito di quadri” (cioè connotato ideologicamente) di stampo leninista (da Lenin, promotore del Partito socialdemocratico russo), che non aveva come scopo quello di organizzare la massa, ma di formare pochi titolari della teoria rivoluzionaria (per l’appunto i “quadri”), dalle grandi doti organizzative.
Sul fronte opposto rispetto a questi due modelli che davano espressione al movimento operaio, si sarebbero delineati altri due modelli antagonisti: da un lato i partiti di massa di orientamento religioso e dall’altro i movimenti reazionari di massa a base nazionalista, destinati ad alimentare i fenomeni del fascismo e del nazismo.