Sintesi su origine dei partiti politici
5 Maggio 2022Powerpoint su Alto Medioevo
5 Maggio 2022In tutta Europa iniziò a manifestarsi un’ondata di indignazione nei confronti dello stato di corruzione nel quale versava la Chiesa, che fu incanalata sia in un processo di riforma religiosa protestante, sia, in seguito in una riforma cattolica.
LA RIFORMA PROTESTANTE
- Le premesse della Riforma
Carlo V sembrava aver ottenuto importanti vittorie, in quanto aveva ottenuto la corona di re d’Italia e aveva sconfitto Francesco I. Ma in realtà una minaccia più importante lo attendeva in Germania, dove i principi tedeschi protestanti erano in aperta rivolta. La Chiesa, all’inizio del Cinquecento, aveva perso gran parte della sua credibilità essendo chiaramente in crisi e di fronte a tale situazione in Italia e in Europa si iniziò a denunciarne la corruzione e il suo continuo affaccendarsi per risolvere questioni politiche, trascurando sempre di più l’ambito spirituale. In particolare movimento di protesta si era concretizzato in Germania con la Riforma protestante.
Ma come fu possibile arrivare a tale punto di rottura con la Chiesa di Roma?
- Fin dal Quattrocento i pontefici venivano scelti tra i membri di famiglie aristocratiche e nella maggior parte dei casi utilizzavano l’elezione al soglio pontificio per poter risolvere questioni di potere personale (si pensi a papa Alessandro VI, che aveva appoggiato il sovrano francese Luigi XII per poter offrire al figlio Cesare Borgia il dominio sull’Italia centrale; o a Giulio II, della famiglia dei Della Rovere, soprannominato “il papa guerriero” per la sua predisposizione alle armi).
- I pontefici si comportavano come dei perfetti principi rinascimentali, più interessati ad arricchire e ad abbellire le proprie corti che a sostenere la vita spirituale dei loro fedeli. È il caso ad esempio di papa Leone X, della famiglia dei Medici, il quale fece spendere ingenti somme per la costruzione della nuova basilica di San Pietro e per altri progetti artistici e architettonici.
- Lo scandalo delle indulgenze
L’organizzazione della Chiesa somigliava dunque sempre di più a quella delle signorie rinascimentali. Diventare cardinale era l’obiettivo più ambito da parte dei vescovi delle varie diocesi, in quanto si sarebbe potuto usufruire della vita agiata della corte romana. Non si aveva più, dunque, l’obiettivo primario di sostenere la fede del popolo.
La vita alla corte di Roma era molto cara e ciò iniziò a richiedere l’esigenza di strumenti utili per reperire il denaro. Oltre ai prestiti bancari, si iniziò a ricorrere ad un vero e proprio mercato delle indulgenze: in cambio di denaro, veniva garantita l’assoluzione dei peccati e la riduzione della pena che avrebbero dovuto scontare nel Purgatorio. I pellegrinaggi e le pratiche di devozione che venivano tradizionalmente utilizzate per ottenere il perdono dei peccati, vennero pertanto sostituiti da tale pratica alla quale non ci si poteva opporre, in quanto avrebbe voluto dire opporsi alla Chiesa stessa.
In tale contesto, inoltre, anche il basso clero si trovava in difficoltà, a causa della quasi totale assenza dei vescovi. Così i semplici sacerdoti, che non conoscevano il latino e avevano anche difficoltà a spiegare le Sacre Scritture, cominciarono in molti casi ad avere delle concubine e ad avere dei figli. E la raccolta delle elemosine non era più finalizzata al sostegno nei confronti dei poveri e dei bisognosi, ma al mantenimento delle loro famiglie.
Perciò in tutta Europa iniziò a manifestarsi un’ondata di indignazione nei confronti dello stato di corruzione nel quale versava la Chiesa, rafforzato oltretutto dall’assenza di autorità clericali a livello locale. L’unico punto di riferimento in tale situazione fu dato dalla presenza costante degli ordini mendicanti (agostiniani, domenicani, francescani), che furono forse l’unico vero sostegno spirituale per i fedeli del tempo.
- 3. L’esigenza di una riforma
All’inizio del XVI secolo, dunque, era chiaro che la Chiesa avesse bisogno di una riforma, non solo relativa al rinnovamento spirituale, all’organizzazione ecclesiastica, ma anche alla ridefinizione dello stesso ruolo del pontefice: si trattava delle stesse rivendicazioni portate avanti da John Wyclif in Inghilterra, che ispirarono il movimento dei lollardi e quello di Jan Hus in Boemia.
Tali richieste non erano state prese sul serio dalla Chiesa, che addirittura le aveva aspramente combattute condannandole come eretiche; inoltre la Chiesa continuava a rifiutare l’idea di convocare un concilio per risolvere le urgenti questioni disciplinari, preoccupata com’era di mantenere i propri agi e il proprio potere. Ma mentre in Francia e in Inghilterra i sovrani erano riusciti ad ottenere un certo controllo sugli introiti fiscali della Chiesa, in Germania, dove i vescovi avevano ancora potere sulla nomina imperiale (tre dei sette principi elettori erano infatti arcivescovi di Colonia, Treviri e Magonza), le entrate della Chiesa erano rimaste pressochè inalterate.
- Martin Lutero e la Riforma protestante
In Germania la questione della vendita delle indulgenze era particolarmente intensa a causa degli interessi personali di un vescovo assai ambizioso, Alberto di Brandeburgo, il quale ambiva a divenire arcivescovo di Magonza, in modo da poter ottenere il potere sulla nomina imperiale. Non potendo però cumulare troppe cariche ecclesiastiche, Alberto ottenne un prestito dai Fugger per poter versare al papa un’ingente somma di denaro. Per poter saldare il prestito ottenuto, Alberto fu autorizzato dal papa a utilizzare la vendita delle indulgenze, raccolte da un frate domenicano, Johann Tetzel. Così la vendita delle indulgenze si trasformò ben presto in uno scandaloso affare economico della Chiesa, provocando una ribellione pubblica che ebbe come protagonista il monaco agostiniano Martin Lutero.
Nato nel 1483 in Turingia, Lutero insegnò teologia presso l’università di Wittemberg e al centro della sua riflessione spirituale c’era una visione cupa dell’esistenza terrena: l’uomo, portato per sua natura verso il peccato e il male, era incapace di salvarsi dopo la morte e non era certo attraverso il papa o i suoi rappresentanti che avrebbe potuto cambiare tale condizione. Ma attraverso un’attenta analisi delle Sacre Scritture, Lutero era giunto alla conclusione che l’uomo avrebbe potuto salvarsi solo con la propria fede; pertanto non sarebbe servito a nulla obbedire alla Chiesa, quando sarebbe stata sufficiente la fede personale e l’obbedienza alle Sacre Scritture. L’uomo non può salvarsi con il suo agire, con le sue opere, in quanto Dio ha già stabilito chi si salverà e chi no (principio della predestinazione); solo grazie alla fede del credente di essere stato scelto da Dio, Dio lo può giustificare (dottrina della “giustificazione per la sola fede”). Lutero sosteneva inoltre che ogni uomo potesse interpretare le Sacre Scritture e potesse essere dunque sacerdote, svuotando di senso l’esistenza delle gerarchie ecclesiastiche (principio del sacerdozio universale). Lo studio delle Sacre Scritture è un percorso personale, che non prevede l’aiuto di nessuno, ma solo un libero esame. Ciò, chiaramente, ha come diretta conseguenza un ridimensionamento del ruolo della Chiesa e per Lutero gli unici sacramenti validi erano il battesimo e l’eucarestia, in quanto gli unici istituiti da Cristo stesso, come affermato nei Vangeli.
Il 31 ottobre 1517, secondo la tradizione, Lutero affisse sul portale della chiesa di Wittemberg il testo delle sue 95 tesi, che contestavano il diritto della Chiesa di liberare le anime del Purgatorio, in quanto per Lutero era sufficiente credere in Dio e obbedire alle Sacre Scritture per ottenere la salvezza dell’anima. Con questa data si fa iniziare la Riforma protestante, anche se probabilmente Lutero si limitò a far circolare le tesi in latino e a discuterle pubblicamente e furono i suoi studenti a tradurle in tedesco e a diffonderle.
Sia Carlo V, in quel momento impegnato a combattere contro Francesco I nelle guerre d’Italia, sia papa Leone X, sottovalutarono il problema. Ma quando si iniziò a intuire la portata straordinaria del messaggio luterano, il papa decise di far scomunicare Lutero con la bolla Exsurge Domine (Sorgi, o Signore), che Lutero bruciò pubblicamente. Il duca Federico di Sassonia prese le sue difese e, sotto la sua protezione, tradusse in tedesco la Bibbia. Grazie all’invenzione della stampa, i testi luterani conobbero una rapida diffusione, grazie anche al basso costo.
La Riforma protestante si diffuse velocemente in Germania del nord (come conseguenza della pace di Augusta del 1555), Paesi Bassi, Danimarca, Svezia e Inghilterra. Le idee luterane ebbero immediate conseguenze non solo sul piano religioso ma anche politico, militare e sociale, alimentando gravissime rivolte popolari in Germania, che Lutero stesso condannò e collaborò a reprimere, come quella dei contadini guidati da Thomas Muntzer, ex seguace di Lutero e fondatore del movimento anabattista, il quale venne poi catturato e condannato a morte.