139 passi (o quasi) verso la polis
27 Gennaio 2019Gut Hort: Il giardino dell’eternità
27 Gennaio 2019Slovacchia: lezione di geografia
Slovacchia, proposta-choc: la sterilizzazione delle donne rom
Lagghiacciante proposta governativa fa esplodere l’orrore nella comunità internazionale: micidiali presagi del più funesto passato ritornano minacciosamente alla ribalta.
Il fronte multiculturale antirazzista innalza il suo vibrante monito contro linaudita deriva che all’interno della moderna Europa comunitaria giunge a precipitare nellabominio della persecuzione razziale la soluzione di problematiche sociali.
Comitato permanente Ondina Peteani
prima staffetta partigiana d’Italia
deportata Auschwitz n. 81672
L’Olocausto.
“Il terzo contingente per numero era rappresentato degli zingari. (…)Negli anni 1937-38, tutti gli zingari nomadi furono raccolti nei cosiddetti campi di abitazione, perché fosse più facile sorvegliarli. Nel 1942 venne l’ordine di arrestare tutti gli individui di tipo zingaresco, compresi gli individui di sangue misto, che si trovavano nel Reich, e di trasportarli ad Auschwitz, a qualunque età e sesso appartenessero. Nel luglio del 1942, Himmler venne a visitare il campo. Gli feci percorrere in lungo e in largo il campo degli zingari, ed egli esaminò attentamente ogni cosa: le baracche di abitazioni sovraffollate, i malati colpiti da epidemie, vide i bambini colpiti dall’epidemia infantile Norma, che non potevo mai guardare senza orrore e che mi ricordavano i lebbrosi visti a suo tempo in Palestina: i loro piccoli corpi erano consunti e nella pelle delle guance grossi buchi permettevano addirittura di guardare da parte a parte; vivi ancora, imputridivano lentamente…
Gli zingari atti al lavoro vennero trasferiti in altri campi, e alla fine rimasero da noi (era l’agosto 1944) circa 4000 individui da mandare alle camere a gas” (R. Hoess, 1960). Il comandante del lager di Auschwitz descrive così alcuni aspetti dello sterminio dei popoli Zingari perseguito dal regime nazista. Come gli Ebrei, anche gli Zingari subirono la condanna al genocidio. Nonostante l’origine ariana, furono dichiarati una razza inferiore econdannati prima alla sterilizzazione e poi alla deportazione di massa. Nei campi di Treblinka, Sobibor, Auschwitz-Birkenau, nelle fosse comuni di Chelman, Maghilev, Janyce gli Zingari condivisero la sorte degli Ebrei e portarono sulla pelle il numero di matricola e la Z (Zigeuner), come gli ebrei avevano la J (Juden).
L’Olocausto zigano è ricordato da pochi. Solo nel marzo del 1995 è stato costruito un monumento nel lager di Buchenwald, che ricorda la tragedia degli Zingari. La sentenza del tribunale di Norimberga ha riservato poche parole (alcune discutibili) a questo genocidio:
“I gruppi di azione ricevettero l’ordine di fucilare gli Zingari. Non fu fornita nessuna spiegazione circa il motivo per cui questo popolo inoffensivo, che nel corso dei secoli ha dato al mondo, con musica e canti, tutta la sua ricchezza, doveva essere braccato come un animale selvaggio. Pittoreschi negli abiti e nelle usanze, essi hanno dato svago e divertimento alla società, l’hanno talvolta stancata con la loro indolenza. Ma nessuno li ha mai condannati come una minaccia mortale per la società organizzata, nessuno tranne il nazionalsocialismo, che per bocca di Hitler, di Himmler, di Heydrich [un alto funzionario di polizia], ordinò la loro eliminazione” (cit. in M. Karpati, 1971).
Dalla sterilizzazione allo sterminio.
Dopo che, nel 1933, Hindemburg nominò Hitler cancelliere, terminò ogni residuo di tolleranza nei confronti degli Zingari. Le misure di polizia divennero più severe e nel 1936 furono costituiti i “Wohnlager”, luoghi dove gli Zingari erano costretti ad abitare sotto il controllo della polizia e dove venivano sottoposti ad esperimenti di carattere biologico, a cominciare dalla sterilizzazione.
Nel ’36 cominciarono anche le prime deportazioni: la polizia bavarese inviò a luglio 170 Zingari a Dachau. Altri gruppi arrivarono poco dopo. L’accusa è che venne rivolta è quella di asocialità; in questo caso, i nazisti sembrarono mettere in secondo piano la “purezza del sangue”. Gli intellettuali del Reich erano impegnati a dare una patina di scientificità ai crimini che si andavano commettendo: il dott. Hans Globe, capo servizio del ministero dell’Interno (uno dei redattori delle leggi razziali), dichiarò nel ’36 che gli Zingari e gli Ebrei non hanno sangue europeo, il che vale anche per “semi-giudei” e meticci.
Nel 1938, il prof. Hans F. Guenther scrisse un intero libro sul- l’argomento: in “Rassenkunde des Deutschen Volkes”, scrisse che gli Zingari portarono sangue straniero in Europa, ed in più sono una mescolanza di varie razze, l’esatto contrario della purezza.
Due anni prima, il dott. Robert Koerber (in “Volk und Staat”) aveva ribadito che Ebrei e Zingari sono di origine asiatica, ben lontani dalle purezze nordiche e germaniche. Tuttavia, un dubbio restava: gli Zingari non erano forse ariani (indoeuropei) come i tedeschi ? Per verificarlo, Himmler prelevò 40 prigionieri Zingari da Sachenhausen e li consegnò ai proff. Fischer e Hornbeck. Il ministero della Sanità istituì una sezione per le ricerche razziali, con compiti analoghi. Nel 1942, intanto, tutti gli Zigani del Reich risultarono schedati.
Le ricerche sul sangue non portarono alla condanna definitiva; ad essere decisiva, fu invece una tesi di laurea, presentata da Eva Justin, assistente del dott. Ritter, che lavorava al ministero della Sanità. Nel 1943, la pubblicazione della tesi offrì la giustificazione pseudo-scientifica dell’Olocausto degli Zingari: infatti, si sosteneva che i bambini zingari portano un fattore ereditario pericoloso (“Wandertieb”, impulso al nomadismo) che ne determina il comportamento.
Nel 1937 e nel 1938 si intensificano le retate contro gli Zingari: dapprima si arrestarono solo gli uomini, poi bambini e donne.
Nel 1938 Himmler (ministro dell’Interno e capo delle SS) si occupa in prima persona della questione: il 16 maggio fa trasferire l’ufficio degli “affari zingari” da Monaco a Berlino; il 1 luglio ordina una settimana di epurazione; l’8 dicembre impone agli Zingari di scegliere tra la sterilizzazione e l’internamento; il 16 dicembre 1942 decreta la “deportazione generale”. In febbraio, il primo convoglio di prigionieri arriva ad Auschwitz-Bierkenau.
Qui diventarono cavie per il dottor Mengele, che li utilizzò per verificare la resistenza al freddo, fece esperimenti sui gemelli e sull’inocul’azione del tifo, oltre che sulla sterilizzazione. Nel campo di Ravensbruck furono sterilizzate tutte le Zingare di età compresa fra i 7 ed i 45 anni. Il dott. Portschy spiegò la necessità di questi provvedimenti:
“Per ragioni di sanità pubblica, e in particolare perché gli Zingari sono portatori di una eredità notoriamente grave e malata, perché essi sono dei criminali inveterati, parassiti in seno al nostro popolo, al quale non possono che apportare che danni immensi, mettendo in grave rischio la purezza del sangue dei contadini e il loro genere di vita, è necessario in primo luogo che si badi di impedire a loro di riprodursi, e che li si costringa al lavoro forzato nei campi di lavoro, senza peraltro impedir loro di scegliere l’emigrazione volontaria verso altri paesi” (cit. in M. Karpati, 1971).
Nota pubblicata su Facebook alla pagina dedicata a Ondina Peteani:
http://www.facebook.com/note.php?note_id=10150268374763940
1 Comment
[…] Slovacchia, proposta-choc: sterilizzazione delle donne rom Comitato permanente Ondina Peteani […]