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21 Gennaio 2012
Per tirare le somme dell’esperienza italiana
Scrivo per il Webgiornale da quasi 7 anni, anche se ho avuto delle pause. Sono una cittadina italiana, mamma singola di origine siculo-calabra ma nata a Genova e vissuta tra Trieste e la Sardegna. Ho un’esperienza di emigrazione all’estero (Londra e Germania) di quasi 20 anni; sono tornata in Italia da 5 anni e vivo ospite in un Comune abruzzese da circa 15 mesi. Sono però in procinto di tornare all’estero.
Sono educatrice e scrittrice, su www.circolovirtuoso.net sto per pubblicare due raccolte di articoli. La prima, “Appartenenze straniere” , doveva essere pubblicata in cartaceo grazie all’interessamento del Comites del Consolato di Francoforte, ma il taglio dei finanziamenti ha bloccato questa possibilità; è la raccolta dei miei articoli ed interviste scritta in Germania tra il 2005/06 in aiuto e difesa dei bimbi stranieri non integrati nelle scuole tedesche. In Germania, il mio nome è conosciuto sia da persone del Consolato di Francoforte che dell’Ambasciata di Berlino proprio per il mio impegno nei confronti dell’integrazione dei bimbi italiani, e ho lavorato come assistente nelle scuole tedesche. Sono tornata in Italia 5 anni fa unicamente per permettere a mio figlio la frequenza di una scuola italiana e monitorarne l’apprendimento personalmente.
La seconda, “La Forma del Futuro” , è la raccolta dei miei articoli, interviste e riflessioni recenti, 2010/11, aventi come oggetto ultimo la problematica dello sviluppo e dell’integrazione sociale delle nuove generazioni per mezzo della scuola. Vi pubblico anche due interviste fatte a me ed il testo di un progetto “Spazio aperto: diffondere cultura, creare appartenenza” che avevo presentato al Comune di Avezzano (AQ) attraverso l’Associazione locale “HelpHandicap” di Stefano di Giuseppe, dopo aver operato per 5 mesi nella Scuola Media “Camillo Corradini” come educatrice volontaria per poterlo sperimentare e verificare grazie all’interessamento personale della Preside, Prof.ssa Paola Di Gennaro, ora in pensione. La mancanza di un riconoscimento economico adeguato che mi permettesse di mantenere adeguatamente la mia piccola famiglia – un impegno di 25 ore settimanali è stato valutato per una cifra che sarebbe corrisposta a 4 euro l’ora; la mancanza di riconoscimento sociale ed umano – del mio progetto nessuno sa l’esistenza al di là di chi mi ha conosciuto nella scuola; umiliazioni e disagi conseguenti mi costringono a lasciare non solo questo Comune, ma l’Italia.
Sempre per la stessa casa editrice, vorrei pubblicare una raccolta di altri scritti di argomento storico culturale che appare bisettimanalmente sulla rubrica “L’Angolo dei Tesori” qui sul Webgiornale, per ora riportata anche sul portale didattico in aiuto e supporto ai ragazzi delle scuole, ai loro genitori ed a chiunque tenga a farsi una cultura generale sull’argomento per il quale ho in progetto altre pubblicazioni.
Ho all’attivo una pubblicazione di narrativa edita da Serarcangeli Editore, “Come Foglie sull’acqua” , apparentemente enigmatica narrazione a sfondo filosofico-psicologico; un primo premio letterario per un altro lavoro sempre filosofico-psicologico di narrativa, “La Notte delle Fiabe” , che vorrei pubblicare in cartaceo; e due lavori di saggistica a livello accademico, in revisione e per ora ancora inediti: “La Linea dell’Orizzonte” , di argomento antropologico-filosofico riguardante un tratto della storia del pensiero occidentale e la ricaduta sul significato della relazione terapeutica più autentica; ed un saggio sulla storia del sistema scolastico occidentale con focus particolare sul sistema scolastico tedesco e l’esistenza, in esso, della scuola differenziale che ospita da sempre tanti bambini stranieri, in particolare italiani.
Mi sono battuta e mi batto perché sia attivata ovunque in Italia l’iniziativa offerta nell’Italia del Nord alle famiglie che lavorano, ma soprattutto a famiglie con minori a disagio con la scuola: quella di un doposcuola mirato che cerchi di coinvolgere tutor delle scuole superiori, laureandi o laureati opportunamente formati per seguire anche a domicilio i minori con problemi di attenzione anche non certificati; a maggior ragione i minori che abbiano la 104 e sono trattati con farmaci, che girano anche qui, per ottimizzare il loro rendimento scolastico. Mi rammarica dover invece vedere che, oltre al farmaco, di fatto non è offerto che un futuro di ignoranza e di gravissima difficoltà a bimbi che, si sa già, non sapranno neppure compilare senza errori ortografici un domani la loro lettera di presentazione per poter trovare lavoro.
Anche a bimbi che all’asilo mostrano difficoltà di comportamento viene offerto semplicemente un incontro settimanale dallo psicologo, e non un gruppo di gioco terapeutico in modo da assimilare comportamenti sociali fondati su regole per imparare già da piccini a stare con i propri coetanei ed essere avviati al futuro scolastico in modo decente. Ho scritto a questo proposito articoli ed interviste anche riportati sul sito di Giù le Mani dai Bambini, e sono stata invitata a parlarne ad un Convegno.
Nel Comune in cui vivo, ai minori dagli 11 anni in più non sono inoltre offerte stimolanti iniziative perché essi non si ritrovino in piazza a giocare a fare i grandi, esposti ad esperienze di fumo, alcool e droga che tutti sanno dove procurarsi. Ma siccome i figli delle persone di livello economico superiore hanno garantite possibilità ed alternative diverse, nessuno si preoccupa di ciò che succede ai figli degli altri, limitandosi a segnare a dito chi viene notato regolarmente girare in piazza o ai giardinetti.
Da anni coinvolta attivamente nelle campagne contro l’ab-uso di farmaci sui minori, ai quali avevo appunto dedicato il mio impegno nella scuola ed il mio progetto, invitata a scrivere e parlare da Associazioni nazionali (per esempio, http://www.iosocarmela.net e www.giulemanidaibambini.org), in questo Comune non ho avuto alcun tipo di riconoscimento e spazio per dire qualcosa a livello locale, dove ho offerto la mia esperienza in modo concreto. Da volontaria, ho dato alla scuola un impegno che ha toccato da un minimo di 25 ore ad un massimo di 40 ore settimanali da marzo a giugno 2011. Per poter continuare a lavorare, chiedevo solo di poter ricevere uno stipendio che mi permettesse di sopravvivere e continuare a scrivere, avendo per mio figlio un aiuto pomeridiano. Non solo non ho mai ricevuto attenzione, ma l’umiliazione di essere trattata come famiglia disagiata e di sapere indirettamente che un progetto di tutoraggio è presentato da altri senza coinvolgere me né come educatrice con esperienza, né come famiglia nella necessità di avere un simile supporto per essere io nelle condizioni di lavorare il pomeriggio senza lasciare mio figlio solo e scoperto.
L’esperienza personale però non finisce qui: continuo a sperimentare la triste strumentalizzazione di chi approfitta, nella scuola, di minori e famiglie a disagio per mascherare i propri problemi o i problemi dei propri figli, usando come schermo la vita degli altri, che vengono fermati addirittura per romanzine inopportune da persone esterne alla scuola senza che la scuola intervenga per spiegare quali sono i limiti del rispetto e della civile decenza.
Ai piani alti di questo Comune del mio CV è stata notata soprattutto una cosa: che sapevo parlare due lingue straniere, Inglese e Tedesco. Eppure, ho referenze di certo spessore!…Ai piani bassi, che sono una famiglia dal reddito economico basso (scrivere sul Web non fa guadagnare molto) e, se faccio notare il disagio, lo stress, per il quale si indica eventualmente un supporto psicologico. Beati gli psicologi: qui trovano modo di guadagnare! I miei sentiti ringraziamenti a tanta attenzione ed i miei complimenti per tanta profondità psicologica, competenza nel sociale ed esperienza umana.
Una personalità di non poco conto dell’Ambasciata di Berlino 7 anni fa di me si disse che ero una persona che faceva onore alla comunità italiana. L’altro giorno sentivo alla televisione una notizia che mi ha veramente colpita: una gentile signora siciliana ormai affermata parrucchiera dei quartieri alti è stata premiata dal Comune per aver aperto in un quartiere disagiato una sua economicissima succursale venendo incontro alle esigenze delle persone svantaggiate (facendosi pagare sole 3 euro per la messa in piega, per esempio). Un bel riconoscimento… Altra musica quella che si ama suonare in queste zone… Porterò “la cassetta” via con me, dal momento che a fine anno scolastico via andrò, nuovamente all’estero. Io credo di poter dimostrare altra coerenza ed altra concretezza. Una riflessione: chi suona musica troppo locale dovrebbe imparare a riascoltarsi criticamente, per non rimanere troppo sorpreso dell’effetto che la sua musica fa altrove… Di origine meridionale, se del Meridione volevo fare esperienza diretta, ecco qui: qui suona solo chi si può comprare gli strumenti facendo vivere gli altri con la testa abbassata. Non mi si venga a dire che esagero. Suonate pure.
Cristina Rocchetto
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Gentilemente riportato su altri siti, tra cui il http://www.marsicanews.it/index.jsp?inizio=1&id=241&dettaglio=18043