In principio era Dylan
27 Gennaio 2019Alda Merini
27 Gennaio 2019Relazione di narrativa di Jacopo Cinquetti sul romanzo Storie del mio zoo di Gerald Durrell
Autore:
Gerald Durrell nacque in India nel 1925. Diventò zoologo, la sua passione per gli animali lo portò a fondare il “Jersey Zooligical Park” (1958), e il “Jersey Wildlife Preservation Park” (1964). I suoi libri sono incentrati sulle sue strabilianti avventure con gli animali, tra cui: “La mia famiglia ed altri animali” (1975), “Incontri con animali” (1978), “Luoghi sotto spirito” (1980), “Storie del mio zoo” (1982).
Riassunto:
Premessa: Gerald Durrel dopo le spedizioni in Africa come zoologo si ritrova con una collezione di animali in suo possesso, non potendo più lasciarli nella villa di sua sorella, decide di aprire uno zoo. Dopo lunghe ricerche, sull’isola di Jersey (stretto della Manica), lui e sua moglie trovarono un luogo adatto ed il proprietario (Maggiore Hugh Fraser) lo vendette. Data la notizia ai parenti, tra cui la sorella entusiasta dì liberarsi degli animali, il progetto dello zoo inizia.
Parte prima: in risposta ad una lettera in cui un lettore di Durrel si presenta come aspirante lavoratore nel suo zoo, Gerald descrive una tipica giornata straziante nella struttura. Viene svegliato all’alba da canti di uccelli, e da un trombettiere molto intraprendente (Trombi), che comparirà in altri capitoli. Verso le otto arrivano gli inservienti dello zoo e si fa un primo giro di controllo e pulizia delle gabbie, nutrendo gli animali. La prima zona visitata è la gabbia dei gorilla, seguono varie gabbie di mustelidi e roditori, la Casa dei Rettili, il laghetto, la Casa degli Uccelli, la gabbie dei primati, dei Piccoli Mammiferi ed infine tapiri e felini. Alle dieci si aprono i cancelli e bisogna controllare i visitatori, che spesso assumono comportamenti incivili. Nel pomeriggio espone al tuttofare dello zoo (Les) un progetto di una nuova gabbia, viene braccato dalla moglie e dalla segretaria che gli ricordano del lavoro arretrato ed infine c’è da chiudere lo zoo con un’altra ronda. Giunta la sera, Gerald si infila a letto, tra i canti di uccelli notturni, ululati di Dingo, ruggiti di Leone e i gioco dei Piccoli Mammiferi notturni.
Parte seconda: il capitolo inizia con una lettera di un lettore che esprime la sua volontà di partecipare ad una spedizione con il signor Durrell, a condizione che ciò che lui scrive nei suoi libri sia vero. Gerald parla della disponibilità dei cittadini di Jersey verso lo zoo, in particolari i contadini che lo rifornivano di frutta e di vitelli appena uccisi, oppure i fruttivendoli, che portavano frutta e verdura rovinata ma non guasta (ad esempio banane marroncine piuttosto che gialle, ma pur sempre mature, seppur invendibili). Anche persone normali si applicavano per lo zoo, viene citata una raccoglitrice di ghiande per scoiattoli e vari porta-insetti. Viene descritto il processo di ambientazione degli animali nelle gabbie, Trombi segue per tutta la prima giornata il nuovo arrivato finché non ritiene sia a suo agio, spesso per questo suo comportamento ha avuto strane avventure. Inoltre si narrano le avventure della possente e furiosa istrice crestata africana Dalila e del buffo leone Leo. Vengono descritti anche i comportamenti degli animali durante delle riprese di documentari su varie specie.
Parte terza: la lettera iniziale è da parte di una signora che racconta una disavventura con un rettile. Durrell confessa di amarli molto, in particolare i serpenti e confuta molti dei pregiudizi comuni su questi animali. Descrive le difficoltà nel trovare l’alimentazione adatta ad ognuno di essi, e la difficile ma necessaria pratica dell’alimentazione forzata in caso di prolungato digiuno. Vengono presentati vari acquisti dello zoo, lucertole in particolare. Durrell ci parla della difficoltà della riproduzione, in particolare dei rettili più che gli anfibi, in quanto le uova sono molto fragili, ma riporta un paio di casi di successo.
Parte quarta: in questa sezione del libro si perla inizialmente dì alcuni casi di difficoltà di ambientamento nelle gabbie dello zoo. Viene riportato il caso di Topsy, una scimmia la cui mamma è diventata un orsacchiotto di peluche fino allo svezzamento, Fred, una scimmia che non avrebbe mai rinunciato al suo completino di lana, e Millicent, lo scoiattolo che venne trasferito nella Casa dei Rettili. Inoltre si narra l’avventura del tapiro Claudio che, scappato dal suo recinto, ha pensato bene di correre per i campi fioriti dei vicini distruggendogli i giardini.
Parte quinta: la mittente della lettera iniziale arriva ad augurare la morte a Durrell per la vita in cattività che impone agli animali. Durrell ci parla dei problemi nel curare le malattie agli animali perché, molto spesso, essi non mostrano sintomi fino a morte vicina. Viene riportato il caso di Louie, la scimmia che portò allo scoperta dell’uso di vitamina D3 contro la paralisi, la cura dei rettili con la vitamina B 12, la difficile cura delle scimmie Chumley e Lulù, e la frattura di una zampa di Samuel. Infine viene riportata la difficoltà di applicare cure all’animale prendendo in esempio il tentativo di cura alla coda di un galago.
Parte sesta: Durrell descrive i metodi per capire quando un animale è felice” della cattività impostagli. Tra gli esempi più frequenti vi è l’accoppiamento, di cui vengono riportati esempi tra due scimmie della Rocca di Gibilterra e due puzzole. Un altro problema descritto è il comportamento da tenere in caso dì nascite nello zoo, vengono descritti casi in cui mantenere il padre nella gabbia è sbagliato ed altri in cui toglierlo è totalmente errato. Viene descritto il caso dei coati Marta e Matteo, l’avvento della prole segnava la fine di quest’ultimo nella gabbia, i cui piccoli si presero uno spavento che non dimenticarono più
Parte settima: Durrell annuncia che , essendo lo zoo in attivo e ormai aperto da due anni, si concentrerà sempre più su specie in via d’estinzione rinunciando a quelle classiche. Tra i primi acquisti vi fu l’arrivo di NPongo e successivamente di Nandy, una coppia di gorilla comprati grazie ai contributi dei ricchi abitanti dell’isola di Jersey e la cui vita matrimoniale occupa l’intero capitolo.
Parte ottava: lo zoo è aperto da cinque anni e le specie in via d’estinzione recuperate sono molte. Vengono descritte le avventure: dell’orso dagli occhiali Pedro, la coppia dì scimpanzé Bali ed Oscar, una coppia di tuatara (che potrebbe essere la prima coppia di tale specie a figliare in cattività).
La conclusione dei capitolo annuncia la nascita dei “Jersey Wildlìfe Preservation Park” (1964), e Durrell si augura di aver dato un contributo alla natura preservando alcune specie a rischio estinzione.
Ultima richiesta: prendendo spunto dall’ennesima lettera della banca che gli annuncia il conto scoperto, Durrell chiede di contribuire con una donazione al suo zoo o alla sua associazione per aiutarlo a realizzare il suo obbiettivo.
Personaggi:
Gerald Durrell: è il protagonista, direttore dello zoo di Jersey, condivide molte avventure con i suoi animali;
Jacquìe: moglie di Gerald, sempre pronta a riprenderlo per aver voluto aprire lo zoo e per la sua tendenza a comprare animali che non si possono permettere;
Impiegati allo zoo: spesso questi personaggi sono compagni di avventura di Gerald o loro stesso le vivono singolarmente, in particolare la segretaria dì Gerald che lo perseguita ricordandogli obblighi ed impieghi mantenendo in attivo lo zoo;
Animali: sono i veri protagonisti dei racconti di Durrell, con i loro comportamenti bizzarri, le loro malattie e accoppiamenti.
Tempo: i diversi racconti partono dalle prime avventure nello zoo, che apre nel 1958, fino a cinque anni dall’apertura (1963). All’interno di questo arco di tempo vanno aggiunti i ricordi di spedizioni precedenti di Gerald.
Spazio: le avventure sì svolgono prevalentemente nello zoo di Jersey o nelle campagne circostanti, vengono descritti dei negozi di animali e citate delle città o nazioni (Parigi, Olanda) in cui si reca Durrell.
Narratore/Stile: il narratore è lo stesso Gerald Durrell protagonista che racconta delle sue stesse avventure. Si può quindi dire che lo stile sia autobiografico, incentrato sugli episodi della sua vita con animali nel periodo dei primi cinque anni di vita del suo zoo.
Tematiche: Durrell racconta delle sue avventure sia per coinvolgere il lettore in esse affascinandolo con il suo stile ironico, sia per portare all’attenzione del lettore il problema della preservazione delle specie animali in via d’estinzione.
Il libro è molto scorrevole da leggere, non vi sono più particolari zoologi e medici più del necessario e, soprattutto, non vengono esposti in modo noioso.
Commento: si può certamente inserire questo libro tra i miei preferiti. L’interesse per libri incentrati sugli animali mi è comparso durante la terza media e, tra tutti, questo libro mi ha appassionato molto. Dovrebbe essere più o meno la sesta o settima volta che lo rileggo, e non mi ha mai stancato, né coinvolto di meno. Ho letti vari altri libri di Gerald Durrell, ma questo lo ritengo il più appassionante di tutti.
Jacopo CInquetti
Relazioni degli alunni
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Le Storie del mio zoo di Jacopo CInquetti
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La mia famiglia e altri animali di atuttascuola
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Relazione sul libro “La mia famiglia e altri animali” di Gerald Durrell di Erika Ticozzelli
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