Vittorio Alfieri
27 Gennaio 2019Indice della Tesina sull’Imperialismo
27 Gennaio 2019Dialogo di Plotino e di Porfirio di Giacomo Leopardi
Tesina sul suicidio di un alunno per esame di stato II ciclo
LATINO
- Lucano Pharsalia Ormai non c’è più spazio per la libertà, per i grandi valori impersonati da Catone. All’interno del grande poema dedicato alla guerra civile tra Cesare e Pompeo, Catone si erge per statura morale ed il suo suicidio rappresenta la fine di ogni speranza. Per Lucano, repubblicano convinto, il principato è l’irrompere dell’immoralità e dell’ambizione all’interno di un mondo (eccessivamente idealizzato) in cui prevalevano i valori del mos maiorum
- Come tutti gli stoici, Seneca ritiene, infatti, che ci siano dei casi in cui è necessario anticipare la morte partendo dal presupposto che il tempo debba essere analizzato qualitativamente e non quantitativamente, il suicidio è lecito, anzi addirittura doveroso ogni volta che le condizioni esteriori impediscano all’uomo di vivere secondo natura, ossia secondo ragione. Sono i casi in cui l’uomo non è più padrone delle proprie capacità razionali, ha perso lo scopo e il senso della vita, e si è allontanato dalla ricerca dell’otium. In alcuni saggi, in particolare nelle Lettere a Lucilio, Seneca avvisa il destinatario che è necessario prevenire queste condizioni anticipando la morte, per non correre il rischio che il progressivo deterioramento fisico e psichico provocato dall’estrema vecchiaia, gli impedisca di attuare il suo proposito. Può certamente sembrare una teoria paradossale, che presuppone quella profonda svalutazione della vita che sta alla base di tutta la dottrina stoica sul suicidio. In riferimento agli stoici, infatti, bisogna sottolineare il valore negativo che essi attribuiscono alla vita, che appare misera, ricca di tentazioni che possono solo nuocere all’individuo. Il miglioramento può essere raggiunto solo attraverso la ricerca della vera saggezza, l’allontanamento delle passioni e l’acquisizione della virtù. Anche la morte di Seneca è un grande esempio di come egli abbraccia la sua dottrina fino alla fine. Tacito nella sua opera riporta gli ultimi istanti di vita dello stoico, che condannato da Nerone perché accusato di essere complice della congiura contro l’imperatore, affronta la punizione in maniera esemplare, consolando la moglie, rincuorando gli amici e incoraggiando se stesso affermando che finalmente sarà libero da ogni schiavitù (ricordiamo che Nerone lo trattò sempre come una sorta di burattino obbligandolo ad affiancarlo anche quando lo scrittore si era ritirato dalla vita pubblica per la ricerca della sapienza), smetterà di lottare per allontanare le tentazioni e finalmente alleverà le sue sofferenze morali.
ITALIANO
- Foscolo: Ultime lettere di Jacopo Ortis suicidio per motivi sia amorosi sia politici (suicidio-fuga o suicidio-protesta?)
- Foscolo: In morte del fratello Giovanni la morte invocata come un porto
- Giacomo Leopardi: Bruto minore e L’ultimo canto di Saffo;
Operette morali di Leopardi:
Nel “Dialogo di Plotino e di Porfirio” (composto nel 1827 e pubblicato postumo nell’edizione Le monnier del 1845) il tema del suicidio viene affrontato da Leopardi secondo un procedimento dialettico. Il punto iniziale del dialogo tra i due filosofi è la medesima considerazione della vita; poi si procede ad una analisi sulla liceità del suicidio.
Porfirio ritiene che l’inclinazione al suicidio proceda da un fastidio della vita e che il dolore sia vano, a differenza della noia. L’uomo è continuamente flagellato dalla natura, dal fato e dalla fortuna. Sostiene che il solo pensiero di potersi sottrarre a questa condizione infelice sia di conforto. Procede ad un paragone tra l’uomo primitivo, che non si procacciava volontariamente la morte e non la desiderava, e l’uomo del suo tempo, il quale, nella ricerca continua di progresso, aspira al maggior bene dell’uomo, la morte.
Plotino sostiene che il suicidio non sia lecito, poiché l’uomo tende a sopravvivere; esso è un atto contro natura, in quanto “tutto l’ordine delle cose sarebbe sovvertito, se quelle si distruggessero da se stesse” . Il suicidio arreca dolore alle persone che ci circondano: l’unica soluzione nella vita è la reciproca compagnia, il rapporto fraterno e solidale che si instaura tra gli uomini. Il pensiero di Plotino si conclude don l’idea che , al sopraggiungere della morte, coloro i quali abbiano vissuto in modo fraterno non si dorranno e saranno ricordati positivamente dai familiari e dagli amici.
Per capire quale sia la posizione di Leopardi, leggi anche questo brano, tratto dal “Dialogo di Tristano e di un amico”
“E di più vi dico francamente ch’io non mi sottometto alla mia infelicità, né piego il capo al destino, o vengo seco a patti, come fanno altri uomini; e ardisco desiderar la morte, e desiderarla sopra ogni cosa, con tanto ardore e con tanta sincerità, con quanto credo fermamente che non sia desiderata al mondo se non da pochissimi […] Se mi fosse proposta da un lato la fortuna di Cesare o di Alessandro netta da ogni macchia, dall’altro di morir oggi, e che dovessi scegliere, io direi, morir oggi, e non vorrei tempo a risolvermi” .
- Nella famosa notte dell’Innominato appare anche il suicidio come risoluzione del tormento interiore. Ma neanche questa via è percorribile, perché, pensa l’Innominato, se c’è un aldilà sarebbe la perdizione eterna,e se non c’è, perché uccidersi?
- Si suicida Alfonso Nitti, protagonista di Una vita di Italo Svevo, come unica riabilitazione di fronte a tutti quelli, dai suoi colleghi di banca, ad Annetta Maller, la ragazza che Alfonso ha amato senza convinzione, al fratello Federico, alla famiglia Lanucci, che lo aveva ospitato, con i quali non aveva mai avuto una facile relazione. E’ un suicidio, di fatto, anche quello di Amalia Brentani, che si abbandona alla droga e all’alcol dopo che l’intraprendente scultore Stefano Balli l’ha respinta.
- Giulio ne Le tre croci di Federigo Tozzi
- Si suicida Pavese, dopo aver scritto pagine sul suicidio nel suo diario intitolato Il mestiere di vivere
INGLESE
- Morte di un commesso viaggiatore di Miller: si suicida il protagonista
- Si suicida E.Hemingway
FRANCESE
- Madame Bovary di Gustave Flaubert
TEDESCO
- Il piccolo Signor Friedemann di Thomas Mann
FILOSOFIA
- Schopenauer.
Il suicidio non è contemplato nella filosofia di Schopenauer, che lo critica, perché esso non può liberare l’uomo dalla volontà di vivere; l’uomo con esso non rinuncia alla vita, ma afferma di voler vivere in modo diverso. Il suicidio è un morire apparente, perché la volontà (il cieco irresistibile impeto a fondamento della vita universale) continua a sopravvivere con la specie.
Storia dell’arte
Vincent van Gogh nacque nel 1853 a Zundert, . Egli, dopo pochi e travagliati studi, cominciò a disegnare e a pensare per sé ad un futuro di artista. Venne assunto come commesso in una galleria d’arte gestita dallo zio, ma dopo qualche anno trascorso a Londra, Parigi, e Bruxelles nelle filiali della casa d’arte, venne licenziato. Si trasferì allora in Inghilterra, dove diede lezioni di francese, ma spinto da una grande fede e dalla lettura del vangelo decise di diventare un predicatore. Gli esami di ammissione alla facoltà di teologia erano per lui troppo difficili, così dovette ripiegare su una scuola di evangelizzazione. Successivamente si trasferì nel Borinage, una zona mineraria dell’Olanda, per diffondere il vangelo; perso l’entusiasmo dei primi tempi (e l’appoggio della chiesa), vi rinunciò e tornò a casa, nel 1880. Seguirono altri viaggi e delusioni, poi l’artista si stabilì a Neunen dove dipinse I mangiatori di patate che è considerato il suo primo e forse ineguagliato capolavoro.
Successivamente, dopo nuove peregrinazioni, si trasferì ad Arles, dove convisse per alcune settimane con l’amico Paul Gauguin. Ormai però Vincent mostrava i primi segni di una malattia mentale che, dopo il definitivo trasferimento ad Auvers-sur-Oise, lo condusse al suicidio, nel 1890. Indubbiamente Van Gogh aveva una sensibilità fuori dal comune, che lo portava a cogliere la dignità anche dei più poveri e a sforzarsi di aiutarli, ma anche ad abbattersi e ad entusiasmarsi più del dovuto. La vita, però, non fu mai generosa con lui, che cercava solo qualcosa che lo facesse sentire utile. S’innamorò più volte senza mai essere ricambiato, tentò di divenire un predicatore senza successo, era consapevole del suo talento artistico, ma non riusciva a vendere i suoi quadri e doveva condurre una misera esistenza. “Mi sento un fallito; e quello che significa per me è che io sento che quello è il destino che accetto, e che non cambierà mai” , scrisse a Theo nel maggio del 1890, due mesi prima di togliersi la vita.
CINEMA
- Nel film La stanza del figlio di Nanni Moretti, uno dei pazienti di uno psicanalista continua a pensare al suicidio, ma poi scopre che, per quanto uno sia privo di scopi per continuare la sua vita, riesce poi a trovare motivo per vivere anche in modo molto banale. Tanto più, poi, se a uno capita di dover lottare contro una malattia come il cancro. Se prima di una diagnosi di tumore quell’uomo aveva crisi depressive, ora invece deve lottare con tutto se stesso contro la malattia e la terapia psicanalitica si rivela solo una perdita di tempo
Si suicida Marilyn Monroe