Paolo Gulisano
27 Gennaio 2019Il compagno di Cesare Pavese scheda libro
27 Gennaio 2019Alcuni brani significativi tratti dal romanzo:
“a me piacciono troppe cose e io mi ritrovo sempre confuso e impegolato a correre da una stella cadente all’altra finché non precipito . Questa è la notte e quel che ti combina. Non avevo niente da offrire a nessuno eccetto la mia stessa confusione.” (Parte seconda – capitolo 4)
“Tutti eravamo felici, ci rendevamo conto che stavamo abbandonando dietro di noi la confusione e le sciocchezze e compiendo la nostra unica e nobile funzione nel tempo, andare.” (Parte seconda – capitolo 6)
“Scrosciar di musica col sax-tenore chera in stato di grazia e tutti lo sapevano. Dean si stava afferrando la testa fra la folla, ed era una folla di pazzi. Stavano tutti a incitare il sassofonista, con urli e stral’unar docchi, perché tenesse duro e continuasse, e lui si sollevava sulle ginocchia e si abbassava di nuovo col suo strumento, lanciandolo alto in un chiaro grido sopra il furore” (Parte terza – capitolo 4)
“<<Sai, amico, quel sax l’aveva afferrata, quella COSA: una volta che l’ha trovata, non se lè lasciata più scappare; non ne ho mai visto uno che sapesse tenere una nota come lui.>> Io volli sapere che cosa volesse dire quella COSA. <<Ah, be>> Dean rise. <<Adesso mi stai chiedendo lim-pon-de-ra-bi-le” (Parte terza – capitolo 5)
” Sal, dobbiamo andare e non fermarci mai finché non arriviamo.>> <<Per andare dove, amico?>> <<Non lo so, ma dobbiamo andare>> (Parte terza – capitolo 10)
“<<Qual è la tua strada, amico? la strada del santo, la strada del pazzo, la strada dell arcobaleno, la strada dellimbecille, qualsiasi strada. E’ una strada in tutte le direzioni per tutti gli uomini in tutti i modi. Che direzione che uomo che modo?>>” (Parte quarta – capitolo 1)
“Non riuscivo a raffigurarmi questo viaggio. Era fantastico quanto nessun altro. Non si sarebbe più andati in direzione Est-Ovest, ma verso il magico Sud. […] <<Amico, questo sì che ci farà finalmente raggiungere quella COSA!>>” (Parte quarta – capitolo 3)