Bibliografia della tesina Le tenebre dell’odio e della paura: l’Europa…
27 Gennaio 2019La follia
27 Gennaio 2019La radio divenne un mezzo importantissimo di comunicazione, durante le due guerre mondiali, sia in ambito militare, sia in ambito civile, o di resistenza alle dittature.
Se da un lato è possibile dire che i governi totalitari siano riusciti a sfruttare i nuovi mezzi di comunicazione possiamo anche dire che, però, non riuscirono a comprenderne pienamente l’immenso potenziale che, invece, si poté scoprire con lo scoppio del secondo conflitto mondiale. La radio, infatti, veniva vista come l’arma totale in grado, se usata nel modo più efficace, di valere più di molti corpi d’annata.
E in effetti la radio venne usata sia sul “fronte interno” che sul “fronte esterno”. Se la prima guerra mondiale aveva messo in luce la rilevanza strategica della radiotelefonia nelle operazioni militari, la seconda dimostrò l’eccezionale importanza della radio diffusione e in modo particolare di quella in più lunghe a onde corte su lunghe distanze: per rompere il monopolio informativo nei paesi occupati dall’avversario, mobilitare l’opinione amica, sostenere le truppe in prima linea e garantire la compattezza dell’opinione pubblica sul fronte interno.
I bollettini di guerra divennero uno degli appuntamenti radiofonici più seguiti e ogni governo ne fece uso in modo sementale. La Germania hitleriana risultò sicuramente la più attrezzata grazie alla regia di Goebbels.
Negli anni precedenti aveva infatti orchestrato una politica di diffusione di apparecchi radiofonici a buon mercato per cui alla dichiarazione di guerra se ne contavano in Germania nove milioni e mezzo, il numero più alto in tutta l’Europa occidentale contro i soli cinque milioni della Gran Bretagna. Una campagna di successo che fa dire a Goebbels che grazie alla radio, il regime ha eliminato ogni sentimento di rivolta”.
Sul fronte esterno la stazione radio a onde corte di Berlino era la più sviluppata del mondo in quel periodo e trasmetteva, un vero record per quegli anni, in 53 lingue e man mano che le conquiste militari annichilivano l’Europa, Goebbels amplificava la potenza del suo apparato utilizzando i trasmettitori dei paesi invasi.
Gli alleati non furono da meno e la radio si dimostrò un’arma determinante per la vittoria finale. A fronte dell’aggressività dell’apparato nazista anche la BBC inglese si attrezzò in tempi velocissimi e se nel 1939 trasmetteva solo in sei lingue all’inizio del 1940 trasmetteva in 16 lingue con 51 diversi bollettini d’informazione adattati alle caratteristiche dei diversi uditori.
In Italia la voce di “Radio Londra” oltre a controbilanciare la propaganda e la censura nazifascista ebbe un ruolo strategico diretto coordinando le operazioni della Resistenza.
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