La vita agra di Luciano Bianciardi
5 Agosto 2022Urbino
5 Agosto 2022Nasce a Firenze nel 1835 e lì vi muore nel 1901. Era figlio del pittore Giovanni Signorini.
Dopo aver frequentato la Scuola libera del Nudo all’Accademia fiorentina, e dopo aver dipinto dal vero con Borrani frequentò il caffè Michelangelo.
Fu il primo a illustrare le novità espressive della macchia e a interessarsi della pittura europea, che conobbe attraverso continui viaggi di studio.
Nel 1858 si reca a La Spezia alla ricerca di un ambiente visivo che gli rendesse più facile nel diretto rapporto con il “vero”, la definizione di quel netto contrasto tra luce ed ombre capace di individuare la macchia come elemento grammaticale dell’opera.
Dopo l’esperienza garibaldina del 1859, inizia il periodo di maggiore intransigenza macchiaiola, affiancato da Banti e Cabianca, durante un soggiorno in Liguria. Negli anni seguenti viaggiò molto in Europa, in particolare in Inghilterra e Francia.
Analisi di alcuni dipinti
“La Sala delle Agitate a San Bonifazio in Firenze”
1865 Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, Firenze
Questo quadro suscitò diverse polemiche per la scelta del soggetto, che rappresenta la sala riservata alle ammalate più gravi del manicomio di Firenze.
Signorini azzittì queste polemiche affermando che il valore del quadro non è determinato dal tema ma da come ne è resa la terribile drammaticità.
L’opera è impostata con una prospettiva obliqua e la drammaticità è resa con l’ampiezza e l’altezza dello squallido stanzone.
Altro elemento che evidenzia la drammaticità del quadro è il biancore della luce riflessa dalle pareti calcinate contro le quali si stagliano anonime figure, ammassate o isolate, delle povere dementi destinate alla reclusione perpetua.
“La primavera”
1870, olio su tela, cm.38×47.
L’opera del 1870 circa rappresenta un giorno di inizio Primavera.
Il cielo è nuvoloso e una giovane ragazza sta camminando su una collina, confondendosi con il colore scuro della terra.
“Il bagno penale a Portoferraio”
Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, Firenze
L’opera del 1893-4 rappresenta la prigione di Portoferraio.
L’atmosfera è triste e cupa, a causa dei volti magri e senza speranza dei carcerati.
“La toilette del mattino”
L’opera descrive con molta accuratezza la toilette del mattino in una celebre “casa di piacere” in via Lontanmorti;
Il dipinto si qualifica soprattutto come opera di complessi fascini descrittivi, ed è forse il più complesso quadro che Signorini abbia lavorato.