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Traccia
Ricordando il video visto in classe sul muro di Berlino, racconta ciò che una persona poteva provare in quel tragico periodo della nostra storia europea.
Svolgimento
Berlino, 13 Febbraio 1963
C’era la pioggia, lui odiava la pioggia.
La pioggia rendeva tutto informe, instabile ma dava anche una sensazione di quiete.
Deformava visi e capelli , faceva scappare a casa chi una casa ce l’aveva mentre tutti gli altri provavano a ripararsi sotto i vecchi portici.
Riusciva persino a deformare quel maledetto muro e lo rendeva ancora più grande e spaventoso.
Il suo sguardo era fisso sul muro, quasi volendo penetrarlo e scoprire cosa c’era dall’altra parte. Odiava quel muro, lo faceva sentire imprigionato , voleva abbatterlo, voleva oltrepassarlo per giungere dove la vita era migliore.
Distavano circa venti metri l’una dall’altro, venti metri di campo minato e quindi di possibile morte.
Cercò di ricordarsi quello che aveva sentito dire dai suoi amici, i russi non piazzano le mine a caso ma, spesso, in linea retta.
Si fidava di loro, infatti, avevano persino combattuto contro i russi quindi erano stati costretti a studiare bene come facevano i campi minati, giusto per non saltare in aria.
Dopo un momento di esitazione e dopo essersi guardato intorno incominciò a camminare, stando attento a dove la terra era irregolare, il suo corpo tremava , aveva paura ma c’era qualcosa che lo spingeva a farlo , voleva essere libero.
Eccolo, ora non c’erano più venti metri a separarli, con un balzo riuscì ad aggrapparsi a una sporgenza e poi a un’altra ancora. In quel momento non gli sembravano solo tre metri di muro ma gli sembrava di scalare una montagna.
Poi giunse in cima, e dopo aver superato il tagliente filo spinato fece un balzo e i suoi piedi toccarono finalmente terra.
Le sue mani erano ricoperte di sangue ma non se ne preoccupò, alzò lo sguardo e vide una distesa di terra arida,una distesa di trenta e lunghissimi metri che lo separavano da un altro muro.
Le sentinelle ancora non si erano accorte di lui, ma lui riusciva a vederle e il terrore si impossessò di lui. Se ne stava pentendo, voleva fare marcia indietro e tornare a casa da sua moglie e da suo figlio, ma il danno era fatto.
Allora fece un gran respiro e incominciò a correre, non pensava a nient’altro non ci riusciva ,sentiva soltanto il suo cuore battere a mille.
Riusciva soltanto a mettere un piede uno davanti l’altro, più in fretta che poteva.
Per un momento si senti liberò.
Ma evidentemente non corse abbastanza in fretta. Successe tutto in un istante.
Una sentinella lo aveva notato e non ci pensò due volte a sparare, un colpo di pistola risuonò nel vento e si ritrovò a terra agonizzante.
In quei pochi secondi prima che la morte lo accogliesse, vide tutta la sua vita passargli davanti agli occhi e scivolargli via dal corpo e per un secondo riuscì a vedere, per l’ultima volta, sua moglie e suo figlio piangere disperati sulla sua tomba.
Berlino 9 novembre 1989
Il sole campeggiava in mezzo a uno splendido cielo azzurro, spettatore di un magnifico spettacolo.
Il grande e spaventoso muro stava per cedere, milioni di persone si munirono di qualsiasi cosa potesse scalfirlo.
Tra di loro si poteva notare un uomo che impugnando un grosso martello , con tutta la sua forza e con le lacrime agli occhi per la gioia , distruggeva il gigante il quale aveva assistito alla morte del padre.
Ora finalmente era libero.
Nicole Ripa Sole