Il processo di Franz Kafka
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10 Settembre 2016
Tematiche e interpretazioni de Il processo di
Franz Kafka
Prof.
Luigi Gaudio
Il processo è reale o è pura proiezione delle turbe psichiche di K.?
Tutti i rappresentanti del
tribunale (dai custodi agli uscieri, fino anche ai due boia) si comportano in
modo deciso e risoluto quando K. dimostra di subire l’inchiesta, mentre lo
assecondano quando pare essere meno preoccupato. In svariate occasioni si ha
l’impressione che il processo va avanti solo perché K. ripiomba nell’ansia.
Prova ne è che quando K. sostituisce altro alla preoccupazione per il processo,
semplicemente il processo svanisce nel nulla. Insomma, l’intera vicenda è nelle
mani di K. , al punto che talvolta sembra un incubo, un’allucinazione, o
un’ossessione paranoica, più che una realtà, poiché il processo si ingigantisce
(come portata drammatica), quanto più K. ha paura di esso, mentre si
ridimensiona quando K. non ci fa caso
K. personaggio autobiografico novecentesco
K. è un personaggio tipicamente
novecentesco, ricco di aspetti contraddittori: tanto è brillante e razionale in
alcuni punti, quanto è insicuro in altri (vedi: lo Zeno de La coscienza di
Zeno di Italo Svevo). Si presenta come il tipico borghese che si è
conquistata una notevole posizione all’interno della società, ma che mostra poi
tutta la mancanza di una consistenza. Egli non ha una verità su cui poggiare la
vita. Di fronte al mistero, che potrebbe essere rappresentato dal processo, il
borghese non ha più chiavi di lettura: non può intervenire a livello razionale.
Interpretazioni de “Il processo” di Franz Kafka 1) Pietro Citati
Pietro Citati è uno dei più
profondi conoscitori dello scrittore. Egli sottolinea le somiglianze fra la
città in cui è ambientato il romanzo e la città di Praga. Inoltre secondo
Citati, la legge è Dio e gli intermediari tra la legge e l’uomo rappresentano
le religioni. Ad esempio l’avvocato Huld si fa venerare dal commerciante Block,
con un’espressione di biblica memoria: “Non avrai altro avvocato
all’infuori di me”, anche se poi Block “venerava” di fatto altri
cinque avvocati!
2) Ferruccio Masini
Nell’introduzione all’edizione
Grandi Libri Garzanti de Il processo Ferruccio Masini vede in K. un
modello di intellettuale, cosciente della crisi della borghesia. Il mondo
è un caos, senza ordine e razionalità. Ogni regola è degradata, perfino quella
della giustizia, che appare anche visivamente in sfacelo. Le stesse persone
vicine alla legge, che potrebbero aiutare K, come il pittore Titorelli, vivono
in case malsane e cadenti. Nelle cancellerie, poi, l’aria è irrespirabile.La condanna, che corrisponde,
simbolicamente, alla condanna improrogabile dell’uomo a morire, ora è temuta,
ora invece è riconosciuta come salvezza, fuga dal grigiore
dell’esistenza. La colpa non c’è: la borghesia non ha più il senso del peccato:
infatti K. innocente, ma il fatto di esorcizzare la possibilità stessa
della colpa, diventa di fatto una colpa a sua volta. Anzi, proprio chi crede di
non avere colpa, come K., è condannato per primo. Il processo del remissivo e
supplichevole commerciante Block dura da sei anni, quello di K. durerà molto
meno. Masini esclude significati mistico-allegorici e punta sugli aspetti
sociali e psicologici.
3) Luca Doninelli
Luca Doninelli è un fervido e
innovativo scrittore contemporaneo. Per Doninelli la letteratura di Kafka,
nella sua intima connessione con tutta la civiltà ebraica del passato, ha come
suo tema principale lo smarrimento del legame con il Padre, la rottura
dell’antica alleanza. In quest’ottica il rapporto ambiguo di Kafka con il suo
padre naturale diventa simbolo del legame tra l’Uomo e un Dio-Padre assente.
L’uomo è condannato ad attendere il Messia, che svelerà, che farà conoscere a
tutti il disegno di Dio, ma che di fatto non arriva mai, proprio come ne Il messaggio
dell’imperatore.
Quindi fra l’uomo e la legge
divina ci sarà sempre una sproporzione incolmabile, fino a quando Dio, e solo
Lui, non deciderà di colmare questo divario. Fino ad allora tutto, nella vita
dell’uomo, sarà mistificante ed illusorio, compreso l’amore. Infatti più che di
amore si potrebbe parlare di sesso, di un diabolico intrecciarsi di corpi, in
cui la donna è piccola e animalesca, ma non è mai bella, come Leni ne Il
processo e Frieda ne Il castello. Del resto è stato lo stesso Kafka
con l’inserzione del racconto simbolico Davanti alla legge, a suggerire
un’interpretazione che va al di là del puro aspetto sociologico
4) Ervino PocarPocar valorizza i nuovi studi
di Ladislao Mittner e Giuliano Baioni, e le edizioni critiche, che lo portano a
disdegnare le interpretazioni mistiche, teologico o filosofiche.