Linda De Benedictis
27 Gennaio 2019Mario Falanga
27 Gennaio 2019di Charlie Chaplin
Titolo film |
Tempi moderni |
Anno |
1936 |
Titolo originale |
Moderrn Times |
Durata |
85 minuti |
Origine |
USA |
Colore |
Bianco e nero |
Genere |
Satirico |
Produzione |
Di Charlie Chaplin per United Artists |
Regia |
Di Charlie Chaplin |
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John Rand: un galeottoCharlie Chaplin: l’operaioPaulette Goddard: la monellaStanley J. Sanford: Big BillHenry Bergman: proprietario del ristoranteChester Conklin: il meccanicoHank Mann e Louis Natheaux: ladriStanley Blystone: lo sceriffoAllan Garcia: il padrone della fabbricaSam Stein: il caporepartoJuana Sutton: la donna dalla gonna con bottoniDick Alexander: compagno di cellaCecil Reynolds: il cappellanoMyra McKinney: sua moglie |
Sceneggiatura |
Di Charlie Chaplin. Le scene sono molto semplici e costruite nei minimi dettagli. I campi sono principalmente totali, mentre i piani sono maggiormente a figura intera o a primo piano, sono invece rari i primissimi primi. Non vi è poi presente alcun effetto elettronico. |
Musiche |
Di Charlie Chaplin |
Audio |
Muto o quasi, la voce di Chaplin si sente soltanto nell’esecuzione della Titina. |
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Charlot è un operaio in un grand complesso industriale, esterrefatto dal ritmo frenetico di lavoro, perde la ragione. Ricoverato in una casa di cura, viene dimesso qualche tempo dopo per finire quasi subito in prigione, a causa di una manifestazione di operai nella quale si ritrova casualmente coinvolto. Durante la sua detenzione, egli sventra, inconsapevole, una rivolta di detenuti; ciò gli frutta l’immediata scarcerazione. Una volta libero, riprende la sua dura lotta per sopravvivere. Lo aiuterà molto l’amicizia di una giovane orfana, con cui divide la propria casetta e quel po’ di cibo che riesce a procurarsi. Quando la ragazza trova lavoro in un cabaret, riesce a far assumere anche Charlot. Sempre che hai due riserva un futuro migliore, ma la polizia, venuta a cercare la ragazza per ricondurla all’orfanotrofio, li costringe però a fuggire dalla città per cercare altrove un po’ di tranquillità. |
Linguaggio |
Il film essendo muto utilizza molto bene il linguaggio del mimo che è capace di esprimere amore e compassione per la crisi economica che era in corso, ma mettendo il tutto su un piano divertente e giocoso. |
Commenti |
In tutto il film spicca il grigiore dei visi e la mancanza di espressività nei direttori e nei lavoranti all’interno delle fabbriche che viene ridicolizzato dalla gioia dei protagonisti: una gioia spontanea che nasce da uno sguardo, da un abbraccio, o dalla scoperta di una nuova dimora” rovinosa e cadente fatta di travi di legno. |
Scene |
Le due scene che più mi hanno colpito sono:· Al rilascio, la monella lo accoglie invitandolo nella sua abitazione nel frattempo risistemata: è una catapecchia trasandata, ma se non altro, un riparo per la notte; trascorsa per Charlot nel canile annesso. La mattina seguente, alla colazione egli legge in un giornale, come nelle più classiche famiglie americane, la notizia della riapertura delle fabbriche in prima pagina riaccende i loro sogni di normalità: Charlot si precipita ai cancelli della fabbrica riuscendo a farsi assumere come aiutante. Questa volta tra gli ingranaggi finisce il suo capo, a causa sua naturalmente, inghiottito completamente con la sola testa sporgente: toccherà a Charlot alimentarlo durante la pausa pranzo; uno sciopero interrompe l’attività lavorativa e nei tumulti scaturiti sarà nuovamente fermato e condotto in galera. Ancora la monella lo accoglie al rilascio, questa volta raggiante di felicità, per l’impiego come ballerina ottenuto presso un ristorante carino, in cui riuscirà a fare assumere anche lui come cameriere.· La disgrazia di un infortunio alla guardia notturna dei grandi magazzini offre la possibilità di rifarsi a Charlot, mostrando la lettera di presentazione, ottiene l’impiego in sostituzione dell’infortunato. Dalla chiusura al pubblico prende servizio accompagnato dalla monella alla scoperta del ben di Dio custodito nel magazzino: prima tappa reparto pasticceria per placare la fame, poi reparto giochi dove dare libero sfogo alla voglia di divertimento, infine reparto arredamento dove lei può concedersi un sonno in un letto fantastico e morbido come probabilmente entrambi non hanno mai provato. Tre malintenzionati armati s’introducono nel negozio e immobilizzano il guardiano (Charlot). Si scoprono però compagno di galera di uno dei tre e festeggino con una bevuta nel reparto alimentare: lindomani mattina alcune clienti rinveniranno Charlot addormentato sotto il banco dei vestiti. Cacciato dal negozio, finisce nuovamente in galera. |
di Elena