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I mezzi di comunicazione e i politici hanno condiviso e amplificato lo sconcerto, espresso dal rettore dell’università La Sapienza, riguardante le parole della professoressa Donatella Di Cesare in merito alla scomparsa della brigatista rossa Barbara Balzerani.
Questa reazione può essere paragonata a quella manifestata in ambito cattolico in merito alla benedizione alle “coppie irregolari”.
Le due situazioni, infatti, si caratterizzano per la contemporanea presenza di due prospettive: quella dell’educatore e quella dell’amministratore.
Il primo ha il compito di far emergere e valorizzare le qualità individuali delle persone con cui interagisce.
Quando corregge un compito infarcito d’errori, ad esempio, ne riconosce e ne rinforza gli aspetti positivi.
Al contrario l’amministratore cerca l’equilibrio del sistema; le regole determinano le sue scelte; deve contrastare le devianze.
Da questi due punti di vista discendono due comportamenti, spesso difficili da conciliare.
Si pensi al passaggio dal Vecchio al Nuovo Testamento: implica l’interpretazione della legge in funzione dell’Amore.
Questo principio, nonostante siano trascorsi duemila anni, non ha uniformato il messaggio evangelico trasmesso.
Si pensi all’intervista di Fabio Fazio a papa Francesco che, salutando, ha detto: “Pregate per me, ma pregate a favore, non contro”.
