Scuola. Una scelta irresponsabile: l’autonomia differenziata
7 Febbraio 2023La guerra dei cent’anni
11 Febbraio 2023La terza guerra d’indipendenza italiana ebbe luogo nel 1866 e vide l’Italia allearsi con la Prussia nella guerra contro l’Austria.
Con la proclamazione del regno, il 17 marzo 1861, nasceva lo Stato italiano. Vittorio Emanuele II divenne il re degli stati italiani che, fino a quel momento, erano stati dominati dalle monarchie regionali.
Veneto e Roma, invece, furono escluse dall’unificazione a causa del controllo austriaco dell’Italia settentrionale e dei territori romani governati dal papato.
Lo stato tedesco della Prussia era consapevole delle tensioni provocate dalla presenza austriaca in Veneto e il governo italiano cercava un alleato contro l’Austria. Il conflitto tra Austria e Italia era visto come un ostacolo alla completa unificazione per entrambi i paesi.
L’8 aprile 1866 Alfonso La Marmora, presidente del Consiglio, stipulò un accordo con Otto von Bismarck, primo ministro prussiano. L’Italia avrebbe ora giurato di sostenere la Prussia in caso di guerra contro l’Austria. L’Austria si rese presto conto della minaccia della guerra e offrì il trasferimento del Veneto all’Italia come ramoscello d’ulivo.
Di fronte a una scelta difficile, La Marmora cercò di temporeggiare e decise di non Provocare la guerra contro l’Austria. La Prussia, d’altra parte, non aspettò e il 12 giugno tagliò tutti i legami con l’Austria, invadendo quattro giorni dopo alcuni dei suoi territori. L’Italia si unì finalmente al conflitto il 23 giugno.
L’esercito italiano era diviso in due parti, una guidata da Vittorio Emanuele II, affiancato da La Marmora, e l’altra guidata dal generale Enrico Cialdini. La Marmora ei suoi generali escogitarono un piano d’attacco consistente in due distinti interventi militari in due diverse zone del Lombardo-Veneto. La comunicazione tra le forze, tuttavia, era scarsa e la mancanza di coordinamento indebolì il grande piano di La Marmora. Il 24 giugno l’Italia subì una grave sconfitta a Custoza, in provincia di Verona.
Il 20 luglio l’Italia subì un altro colpo all’isola di Lissa, al largo della Dalmazia. Le forze del generale italiano Carlo Persano furono respinte e successivamente sconfitte dalla flotta austriaca sull’isola.
Nel frattempo, l’esercito volontario del generale Giuseppe Garibaldi, a cui erano state affidate azioni militari in Trentino, riportava importanti vittorie sugli austriaci. L’8 agosto, però, il governo ordinò a Garibaldi di ritirarsi dal Trentino. A malincuore, la risposta di Garibaldi al governo fu la sua famosa “obbedisco”.
Il 3 ottobre 1866 fu firmato a Vienna un trattato di pace che prevedeva la consegna all’Italia del Veneto, ma non del Trentino.
Alla fine della guerra, il desiderio di unificazione dell’Italia era stato rafforzato, rendendo la Terza Guerra per L’indipendenza un altro passo cruciale nel cammino verso la piena unità nazionale.