Primo capitolo ouverture del romanzo dei Promessi Sposi
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28 Dicembre 2019Prima di incontrare le anime che dopo la morte saranno trasportate dall’angelo sulla spiaggia del Purgatorio, Virgilio spiega a Dante che le anime non fanno ombra, perché sono inconsistenti.
Casella è un personaggio significativo nei versi finali del secondo canto del Purgatorio di Dante Alighieri, parte della “Divina Commedia”. La sua apparizione offre una riflessione sul tema dell’amicizia, dell’arte e della purificazione dell’anima.
Contesto e Analisi
Nel Purgatorio, Dante e Virgilio arrivano alla spiaggia del Purgatorio dove incontrano un gruppo di anime appena arrivate. Tra queste, Dante riconosce Casella, un amico musicista, che canta un canto d’amore composto da Dante stesso. Questo incontro si svolge nei versi 106-133 del secondo canto.
Testo dei Versi (Purgatorio, Canto II, vv. 106-133):
Ecco, mi disse, piegati le mani,
ecco il tuo Casella, le ginocchia piega,
o riverenti di cotanta grazia.
Io a lui che gridava: «o miei fratelli,
riconoscente siate delle grazie!».
Senza indugio pigliando, io e il mio duce,
per la via che ‘l bel monte divide
dove piove, di qua e di là, si sale,
e corremmo dove ‘l monte si divide.
Parafrasi:
Ed ecco, mi disse, piega le mani, ecco il tuo Casella, piega le ginocchia, o riverente di tanta grazia.
Io a lui che gridava: «O miei fratelli, siate riconoscenti delle grazie!».
Senza indugio, io e il mio duce, ci avviammo per la via che divide il bel monte, dove piove, e salimmo di qua e di là, e corremmo dove il monte si divide.
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Analisi
1. Luce Divina e Angelo:
– Dante vede una luce che si avvicina velocemente, la quale si rivela essere un angelo di Dio che conduce un gruppo di anime, tra cui Casella, alla spiaggia del Purgatorio.
– L’angelo, simbolo della guida divina, è descritto come una creatura di pura luce, sottolineando la sacralità del momento.
2. Incontro con Casella:
– Casella era un amico e musicista di Dante, noto per aver musicato alcuni dei versi di Dante.
– Il poeta esprime la gioia e la sorpresa di rivedere Casella, che canta una delle canzoni d’amore di Dante, “Amor che ne la mente mi ragiona”.
– Questo canto crea un momento di sospensione, di pace e di bellezza, in contrasto con il tormento delle anime del Purgatorio.
3. Interruzione di Catone:
– Mentre le anime ascoltano incantate la musica di Casella, Catone l’Uticense, il guardiano del Purgatorio, interviene per richiamare le anime al loro dovere di purificazione.
– Questo sottolinea il tema dell’importanza del percorso di redenzione e purificazione, che non può essere distratto nemmeno dalle bellezze terrene come la musica.
Significato
Casella rappresenta l’amico e l’artista, il legame umano che trascende la morte. Il suo canto è un omaggio all’arte come mezzo di espressione dei sentimenti più profondi. Tuttavia, l’intervento di Catone ricorda che, nel Purgatorio, la priorità è la purificazione dell’anima.
L’incontro tra Dante e Casella illustra anche la tensione tra l’arte (bellezza, piacere estetico) e il percorso di redenzione (dovere, purificazione), un tema centrale nella “Divina Commedia”. La poesia, pur essendo un mezzo di elevazione spirituale, non deve distogliere dall’obiettivo ultimo della redenzione e dell’avvicinamento a Dio.
E io: “Se nuova legge non ti toglie
memoria o uso a l’amoroso canto
che mi solea quetar tutte mie doglie, 108
di ciò ti piaccia consolare alquanto
l’anima mia, che, con la sua persona
venendo qui, è affannata tanto!”. 111
’Amor che ne la mente mi ragiona’
cominciò elli allor sì dolcemente,
che la dolcezza ancor dentro mi suona. 114
Lo mio maestro e io e quella gente
ch’eran con lui parevan sì contenti,
come a nessun toccasse altro la mente. 117
Noi eravam tutti fissi e attenti
a le sue note; ed ecco il veglio onesto
gridando: “Che è ciò, spiriti lenti? 120
qual negligenza, quale stare è questo?
Correte al monte a spogliarvi lo scoglio
ch’esser non lascia a voi Dio manifesto”. 123
Come quando, cogliendo biado o loglio,
li colombi adunati a la pastura,
queti, sanza mostrar l’usato orgoglio, 126
se cosa appare ond’elli abbian paura,
subitamente lasciano star l’esca,
perch’assaliti son da maggior cura; 129
così vid’io quella masnada fresca
lasciar lo canto, e fuggir ver’ la costa,
com’om che va, né sa dove rïesca; 132
né la nostra partita fu men tosta.