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GAP (Gruppi di Azione Patriottica)
Già nei primi mesi del 1944 le brigate partigiane si erano arricchite di giovani che, piuttosto che rispondere ai bandi di reclutamento dell’esercito di Salò, preferivano disertare e andare a ingrossare le fila dei partigiani.
Si formano i Gruppi di Azione Patriottica (GAP), militanti comunisti che si battono con audaci colpi di mano nel pieno delle città occupate i tedeschi reagiscono con rappresaglie feroci (Fosse Ardeatine).
Citazioni dal libro:
“Perché si chiamava civile una guerra in cui due fratelli potevano trovarsi uno contro l’altro? Non si sarebbe dovuto chiamarla, anzi, incivile?”
In largo Augusto, una delle vie centrali di Milano, una folla silenziosa sta rendendo omaggio alle vittime di una rappresaglia fascista, seguita a un attentato alla sede del tribunale compiuto dai partigiani comandati da Enne 2. Berta, che sta cercando il suo compagno, si trova ad assistere alla scena. Berta piange, ma un vecchio la conforta e le dice di non piangere per quei morti
(cap. LXVII) […] «Non bisogna» il vecchio disse «piangere per loro.» – «No?» disse Berta. «Non bisogna piangere per nessuna delle cose che oggi accadono.» – «Non bisogna piangere?» – «Se piangiamo accettiamo. Non bisogna accettare.» «Gli uomini sono uccisi, e non bisogna piangere?» «Se li piangiamo li perdiamo. Non bisogna perderli » […] «Ma che dobbiamo fare?» gli chiese. «Oh!» il vecchio rispose. «Dobbiamo imparare.» «Imparare che cosa?» disse Berta. «Cos’è che insegnano?» – «Quello per cui» il vecchio disse – «sono morti».