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27 Gennaio 2019Difficoltà di apprendimento e pedagogia speciale
27 Gennaio 2019
Sembra che la valutazione esterna sia un obbligo nei confronti dell’Europa e del mondo del lavoro. La valutazione esterna serve ai politici. I politici entrano a modificare la scuola, nel momento in cui si evidenziano delle criticità. Ma una valutazione esterna è utile agli stessi operatori della scuola, per capire il livello qualitativo dell’istituzione scolastica, e capire se la scuola autonoma è in linea con i livelli nazionali ed europei. Anche le famiglie possono usufruire della valutazione esterna, anche per
1974: CEDE, aveva il compito dello studio comparato dei vari sistemi educativi nazionali europei. Era un centro di ricerca, che non aveva nessun compito istituzionale obbligatorio. Il ministero convocava e chiedeva al CEDE di operare inchieste e fare progetti, in modo non sistematico
1997: una direttiva del Ministro Berlinguer istituisce lINVALSI.
2003: con la legge delega n.53, lINVALSI effettua verifiche periodiche e sistematiche.
Decreto attuativo 296 del 2004: lINVALSI è autonomo dal ministero.
Progetti pilota: volontari per le scuole, di valutazione dell’apprendimento, che poi diventa sistema nel 2004/2005, vincolante per tutte le scuole del primo ciclo.
FUNPREIS: Indagine nazionale per la valutazione del funzionamento e le prestazioni delle istituzioni scolastiche – FUNPREIS
2006: Fioroni elimina le prove nazionali dellINVALSI, per ottenere la pace sindacale
L’INVALSI mantiene un compito di ricerca su basi facoltative
2007: nel quaderno bianco si dice che non è pensabile un sistema educativo nazionale che non abbia una valutazione esterna. La valutazione esterna è centrale per il cambiamento e il miglioramento della qualità del servizio.
2008: prova nazionale nell’esame di terza media. Il ministro, accogliendo i suggerimenti del Quaderno bianco, riprende il filo del discorso riguardo la valutazione. Adesso la palla è in mano al nuovo ministro, Mariastella Gelmini.
Attualmente, L’INVALSI, aiutata da un gruppo costituito da personaggi di grande spicco di diversa provenienza (Checchi, Ichino e Vittadini), intende elaborare un modello di valutazione nazionale, che tenga conto del valore aggiunto.
Anche se è vero che i modelli matematici non portano automaticamente un effettivo miglioramento alle istituzioni scolastiche, vale la pena di valorizzare questo sforzo di uniformità.
Infine, il sistema di valutazione esterno deve essere in collegamento con le scuole, altrimenti anche i migliori propositi si infrangeranno con le direttive calate dall’alto