Introduzione a Montale
28 Dicembre 2019Sono una creatura di Giuseppe Ungaretti
28 Dicembre 2019La poesia “Veglia” di Giuseppe Ungaretti è uno dei componimenti più noti della raccolta L’Allegria e rappresenta una testimonianza della drammatica esperienza della guerra.
Scritta durante la Prima Guerra Mondiale, la poesia si concentra su un momento di intimità e di orrore vissuto dal poeta in trincea, vicino a un compagno morto.
Ecco il testo della poesia:
Veglia
Cima Quattro il 23 dicembre 1915
Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita
Analisi
- Il titolo: “Veglia”: Il titolo allude all’azione di vegliare accanto al compagno morto, ma ha anche un significato più profondo di vigilanza e riflessione. Durante la veglia, l’animo del poeta è costretto a confrontarsi con la morte e la brutalità della guerra.
- Il contesto bellico: La poesia nasce dall’esperienza diretta della Prima Guerra Mondiale. Ungaretti scrive da Cima Quattro, un luogo simbolico del fronte di guerra. Il poeta si trova accanto a un compagno ucciso, il cui corpo è descritto con dettagli crudi e realistici: “massacrato”, “con la sua bocca digrignata”, “le mani congestionate”. La brutalità della guerra è espressa senza filtri, mettendo in risalto l’orrore della morte violenta.
- Contrasto tra morte e amore: La poesia è costruita su un forte contrasto tra la desolazione della morte e l’amore per la vita. Il poeta descrive la terribile scena del compagno massacrato, ma nel bel mezzo di questa visione, emergono “lettere piene d’amore”. Questo contrasto evidenzia come, nel momento più oscuro e tragico, il poeta senta più intensamente il desiderio di attaccarsi alla vita. La vicinanza con la morte rende l’amore e la vita ancora più preziosi.
- Il senso della vita: La chiusa della poesia è particolarmente significativa: “Non sono mai stato tanto attaccato alla vita”. È una riflessione sul valore della vita, che appare in tutta la sua intensità proprio di fronte alla morte. Il poeta, immerso nell’orrore della guerra, sviluppa una profonda consapevolezza della precarietà dell’esistenza e della necessità di apprezzarla.
- L’uso del linguaggio: Lo stile della poesia è essenziale e scarno, tipico della poetica di Ungaretti. Le frasi brevi e spezzate, l’assenza di punteggiatura, e i versi spesso isolati suggeriscono la frammentazione dei pensieri e delle emozioni del poeta. Questo stile “ermetico” rende la poesia ancora più potente, perché ogni parola è carica di significato e di emozione. L’uso di verbi semplici e immagini dirette contribuisce a creare un effetto di immediatezza e intensità.
- La relazione tra individuo e collettività: Il poeta è da solo, immerso nel silenzio della notte, ma il corpo del compagno morto penetra “nel suo silenzio”. Questo gesto simboleggia l’impossibilità di sfuggire alla tragedia collettiva: anche se l’individuo può sentirsi separato, la realtà della guerra lo tocca profondamente e gli impone di riflettere su di essa.
Commento
“Veglia” è una poesia breve ma estremamente intensa, che cattura il dramma della guerra e il contrasto tra la morte e l’amore per la vita. Ungaretti, attraverso la sua esperienza personale in trincea, non solo descrive l’orrore del conflitto, ma ci invita a riflettere sulla fragilità dell’esistenza e sul bisogno di aggrapparsi alla vita anche nei momenti più bui. Il corpo del compagno morto, che si inserisce nel silenzio del poeta, diventa simbolo di una sofferenza universale, condivisa da tutti coloro che partecipano alla guerra.
Ungaretti, attraverso la sua poesia, esprime la lacerazione interiore causata dal conflitto, ma al contempo ci offre una potente affermazione della vita: in un contesto di morte e distruzione, il poeta trova ancora il coraggio di affermare il suo attaccamento alla vita.