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28 Dicembre 2019“Vengo anch’io. No, tu no” è una canzone leggendaria e surreale, scritta da Enzo Jannacci, Dario Fo e Fiorenzo Fiorentini nel 1968.
È un brano che, nonostante la sua apparente leggerezza, si presta a molteplici interpretazioni, con una combinazione di ironia, satira e malinconia che è tipica dell’approccio artistico di Jannacci e Fo.
Analisi del testo:
Il ritornello ripetuto ossessivamente – “Vengo anch’io? No, tu no!” – rappresenta una forma di esclusione sociale, un diniego che rimanda al rifiuto sistematico di chi desidera far parte di un contesto o di un’esperienza. La domanda è semplice, quasi infantile, ma la risposta perentoria e ingiustificata (“No, tu no!”) diventa simbolo della discriminazione, dell’alienazione, e della marginalizzazione. È una riflessione, mascherata da gioco, sulla natura umana e sul meccanismo dell’esclusione che spesso caratterizza le relazioni sociali.
Temi principali:
- Esclusione e alienazione: La ripetizione del diniego “No, tu no” è emblematica di una condizione esistenziale in cui l’individuo non trova spazio nella società o nei desideri comuni. Ogni tentativo di partecipazione viene bloccato senza spiegazioni, come se l’esclusione fosse inevitabile, senza ragioni concrete. Questa alienazione può essere letta in chiave personale, sociale o addirittura politica.
- Ironia e satira sociale: Ogni strofa presenta situazioni apparentemente assurde o grottesche, come andare allo zoo per vedere scappare il leone, o al funerale per verificare se la gente piange davvero. Sono esempi che mettono in luce l’ipocrisia della società, che finge compassione, emozione o solidarietà, ma che in realtà cela indifferenza o addirittura disprezzo. L’ironia pungente serve a evidenziare i paradossi del comportamento umano e delle convenzioni sociali.
- La vita vista da un angolo diverso: L’idea di “vedere di nascosto l’effetto che fa” è un modo per sottolineare il distacco che si può avere dalle situazioni della vita, come spettatori curiosi ma distanti, quasi indifferenti. Jannacci e Fo sembrano suggerire che molti eventi sociali e umani siano più una messinscena che momenti autentici di condivisione.
- Il mondo migliore: Un altro tema importante è la speranza (e la disillusione) di un mondo migliore, introdotto nella strofa “Si potrebbe poi sperare tutti in un mondo migliore”. Qui emerge il sarcasmo verso un’utopia che sembra irraggiungibile, un mondo senza amore ma pieno di odio, in cui il cinismo ha preso il sopravvento sulla speranza.
Stile musicale:
La canzone ha un ritmo allegro, quasi da marcetta, che contrasta in modo evidente con il contenuto ironico e amaro del testo. Questo è uno dei punti di forza di Jannacci: usare una musica leggera e orecchiabile per veicolare messaggi profondi e talvolta provocatori. La sua abilità nel giocare con le contraddizioni musicali e testuali rende il brano memorabile e geniale nella sua semplicità.
Il contesto culturale:
Siamo nel pieno degli anni ’60, un’epoca di grandi cambiamenti sociali e culturali. L’Italia, come molti altri paesi, sta vivendo le tensioni del boom economico e dell’inizio di una nuova modernità, ma anche i conflitti legati al conservatorismo e alla discriminazione. Jannacci e Fo, con il loro background di satira politica e teatro di denuncia, hanno saputo cogliere l’essenza di questi cambiamenti e, attraverso il linguaggio ironico e surreale, hanno messo a nudo le contraddizioni della società dell’epoca.
Eredità della canzone:
“Vengo anch’io. No, tu no” rimane una delle canzoni più iconiche della discografia italiana, non solo per il suo successo popolare, ma anche per la sua capacità di far riflettere sulla condizione umana in modo leggero ma incisivo. Ancora oggi, il brano viene apprezzato per la sua ironia e per la sua critica sociale sottile ma efficace.
In sintesi, “Vengo anch’io. No, tu no” è una perfetta fusione tra comicità, satira e introspezione, con una struttura apparentemente semplice ma con una profondità che la rende un vero capolavoro della musica e della cultura italiana degli anni ’60.
Testo della canzone di Vincenzo Jannacci / Dario Fo / Fiorenzo Fiorentini