Testo descrittivo
27 Gennaio 2019Dipinti di Antonello da Messina
27 Gennaio 2019Tracce
1. Chiarite il passaggio dall’Io penso kantiano all’Io puro fichtiano.
2. Perché la filosofia di Fichte è stata definita idealismo etico?
3. Critiche di Schelling a Fichte.
4. Se racchiudiamo la natura in una totalità, si trovano di fronte il meccanismo, cioè una serie di cause ed effetti che scorre dall’alto in basso, e il finalismo, cioè l’indipendenza del meccanismo, la contemporaneità di cause ed effetti. Se raccogliamo insieme anche questi estremi, sorge in noi l’idea di una finalità del tutto: la natura diviene un circolo che scorre su se stesso, un sistema chiuso in se stesso.” Spiegare.
Svolgimento
1. Per Kant l’Io penso è il soggetto trascendentale in cui sono unificate le categorie dell’intelletto, un’istanza soltanto formale. Fichte sceglie la soggettività come principio assoluto ed autofondante, che fosse all’origine di tutta la realtà e tutta la comprendesse al suo interno; l’Io pone quindi se stesso come sostanza, unità di materia e forma, assolutamente esistente ed assolutamente identico a se stesso.
2. In Fichte l’attività del soggetto è soprattutto morale: l’Io puro pone se stesso con un atto libero ed incondizionato, ed il suo carattere di libertà è fondamentale per l’attività morale dell’io divisibile; quest’ultimo vede il non-io divisibile da una parte come una limitazione, dall’altra come un’occasione di vincerne la resistenza ed affermare la propria libertà, svolgendo un’attività morale. Fichte nella sua opera dà maggiore rilievo a quest’ultima rispetto a quella conoscitiva, e quindi la sua filosofia è stata definita idealismo etico.
3. Schelling critica la scelta di Fichte di rendere la soggettività assoluta primo principio del sistema, poiché questo implica che tutta la realtà dipenda dall’attività del soggetto e che esso sia l’infinito cui tende la filosofia, prospettiva non condivisa da Schelling: per lui infatti l’assoluto è identità tra soggetto e oggetto, tra spirito e natura, e la filosofia dell’infinito deve tendere a questassoluto. Inoltre il sistema fichtiano introduce una valutazione solo parziale della natura, vista come non-io e limitazione della libertà dell’io; Schelling le attribuisce invece dignità pari a quella del soggetto.
4. In questa citazione si afferma che la natura è un sistema concatenato di cause ed effetti, ma anche un sistema finalistico, e che è indispensabile tener conto di entrambe queste caratteristiche per conoscerla: non è infatti sufficiente spiegarla con il meccanismo poiché gli organismi sussistono di per se stessi e sono quindi cause ed effetti di se stessi allo stesso tempo, quindi non formano un sistema dall’alto in basso. Inoltre i rapporti tra le varie parti e delle parti con il tutto, negli organismi così come nell’unità della natura, sono evidentemente più complessi della relazione di causa ed effetto; ciò che appare è quindi un sistema circolare, chiuso ed unitario, costruito secondo un ordine, un fine.
Alissa Peron