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27 Gennaio 2019La Comunicazione Mobile
27 Gennaio 2019Le vernici sono soluzioni colorate che solidificandosi danno origine a un sottile strato di rivestimento protettivo, con caratteristiche di lucentezza e impermeabilità
ricerca di Luca Lanticina 4^F lunedì 15 maggio 2006
Vernici
Soluzioni trasparenti incolori che solidificandosi danno origine a un sottile strato di rivestimento protettivo, con caratteristiche di lucentezza e impermeabilità; le vernici opache o colorate sono dette lacche. Le vernici sono solitamente prodotte riscaldando una miscela costituita da una resina filmogena e un solvente, a cui eventualmente si aggiungono un diluente, per rendere il materiale più fluido, e delle sostanze additive, che variano a seconda dell’uso specifico del prodotto. In passato, le vernici si ottenevano da una resina naturale e da un olio siccativo, elemento essenziale per incorporare tutte le altre componenti: oggi questa funzione è svolta da resine sintetiche appositamente preparate. Quando la vernice contiene anche un pigmento (vernici pigmentate) prende più propriamente il nome di pittura.
Il processo di essicamento della vernice può avvenire per reazione fisica (evaporazione del solvente) o chimica, che si attua per esposizione all’aria, attraverso l’azione di ossigeno e umidità, o a radiazione ultravioletta, o mediante il calore di un forno.
Componenti e classificazione
Le resine utilizzate sono prevalentemente di tipo alchidico siccativo (asciugano per semplice esposizione all’aria) o non siccative (utilizzate quando il manufatto verniciato va introdotto in forno). Molto diffuse sono le vernici a base di resine acriliche, che seccano rapidamente e sono particolarmente indicate per trattare superfici che troveranno collocazione in ambienti esterni; le resine poliestere insature sono invece particolarmente adatte per le vernici da legno.
Il solvente è solitamente costituito da un idrocarburo, da un alcol o da un chetone; per alcuni tipi di vernici, è possibile anche miscelare un idrocarburo aromatico e acqua ragia minerale o naturale. Recentemente stanno avendo un’ampia diffusione le vernici ad acqua, nelle quali, anziché le sostanze tradizionali, si utilizza acqua come solvente.
Le numerose varianti utilizzate nella preparazione di vernici ne riflettono la diversa destinazione; quelle destinate a usi specifici più comuni sono le vernici antiruggine, a base di piombo rosso (minio), un pigmento protettivo, o di resine sintetiche; le vernici ignifughe, a base di sostanze che in presenza di calore si decompongono, formando sulla superficie verniciata un film schiumoso, che tende ad arrestare l’espansione del fuoco; le vernici antivegetative, addizionate con sostanze tossiche per determinati organismi marini, utilizzate sugli esterni delle imbarcazioni per impedire che vengano ricoperte di plancton.
Uno dei problemi più rappresentativi nell’uso di vernici è il fatto che, anche se ultimamente il fenomeno va diminuendo, contengono piombo.
Il carbonato basico di piombo, (PbCO3)2· Pb(OH)2, comunemente detto piombo bianco o biacca, usato come pigmento fin dall’antichità, trova tuttora impiego come componente di smalti e pigmenti. Tuttavia, visti i pericoli derivanti dall’avvelenamento, recentemente si è ridotto l’uso di vernici al piombo, in modo particolare per gli interni e per le stoviglie. Il più antico metodo di preparazione del piombo bianco è il cosiddetto processo Dutch: frammenti di piombo e acido acetico vengono immessi in recipienti di terracotta, avvolti in pezzi di corteccia ricca di tannini, e lì inizia una reazione di fermentazione della corteccia con l’acido acetico, che dura globalmente circa 90 giorni. Esistono metodi più rapidi, di maggior peso dal punto di vista industriale: ad esempio l’elettrolisi, o la miscela forzata di aria calda e diossido di carbonio in cilindri che contengono polvere di piombo e acido acetico. Il monossido di piombo (PbO), una polvere cristallina gialla ottenuta scaldando piombo in corrente d’aria, è usato per preparare i vetri flint, come essiccante per gli oli e le vernici, e nella produzione di insetticidi. Il piombo rosso, o minio (Pb3O4), una polvere cristallina di colore rosso, preparata ossidando il monossido di piombo, è il pigmento contenuto nelle vernici antiruggine per ferro o acciaio.
Il cromato di piombo, o giallo cromo (PbCrO4), viene preparato dalla reazione fra acetato di piombo e bicromato di potassio, e utilizzato come pigmento giallo; il rosso cromo, il giallo-arancio e il giallo-limone sono alcuni dei pigmenti ottenuti da questo composto. Il piombo (II) acetato (Pb (C2H3O2)2· 3H2O), una sostanza bianca detta zucchero di piombo a causa del suo sapore dolciastro, è preparata sciogliendo il monossido nell’acido acetico. Trova impiego come mordente nei coloranti, come essiccante per vernici e smalti, e per preparare diversi composti di piombo. Il piombo (IV) tetraetile (Pb(C2H5)4) è il componente principale degli additivi antidetonanti contenuti nella benzina ed è considerato uno dei maggiori inquinanti dell’aria.
Avvelenamento da piombo
L’ingestione di piombo, che potrebbe anche essere respirato durante la verniciatura, risulta per l’organismo notevolmente tossica, e causa una forma di avvelenamento dai sintomi caratteristici, detta saturnismo. Tali manifestazioni si verificano soltanto dopo che l’organismo ha accumulato una determinata quantità di questo metallo, e comprendono anemia, aumento della pressione sanguigna, debolezza, stipsi, coliche e, spesso, paralisi degli arti a livello dei polsi e delle caviglie. Il piombo può inoltre provocare fenomeni di amnesia, ovvero di perdita della memoria; se l’avvelenamento colpisce bambini, può ritardarne lo sviluppo motorio e causare problemi all’udito e all’equilibrio. Il trattamento dell’avvelenamento da piombo include la somministrazione di un sale del composto detto EDTA (acido etilendiamminotetracetico): questo sale, il calcio disodio etilendiamminotetracetato, reagisce con il piombo; ciò determina la formazione di un complesso piombo-EDTA (azione chelante), che precipita e viene espulso mediante l’urina.
L’etichettatura delle sostanze e preparati pericolosi
Quando compriamo un prodotto chimico per qualsiasi esigenza (per verniciare incollare ecc.), dobbiamo leggere attentamente le etichette non solo per capire come si utilizza il prodotto, ma soprattutto per capirne la pericolosità e adottare le contro misure necessarie in caso di utilizzo sbagliato o non convenzionale.
Effettivamente sui prodotti di natura chimica troviamo (per legge) dei simboli che ci identificano le pericolosità dello stesso in questa pagina sono elencati i simboli e le descrizioni.
In ogni caso il negoziante è tenuto a dare al cliente professionista o hobbysta che sia la documentazione completa, che viene comunemente chiamata scheda di sicurezza dove è descritto in modo esauriente la pericolosità, quali sono le sostanze a rischio che compongono tale prodotto, e come comportarsi in caso di incidenti del tipo di ingestione, in caso di contatto con gli occhi, pelle, incendio ecc.
Giù noterete i pittogrammi più comuni e le descrizione che ne sottolineano la descrizione.
Simboli e indicazioni di pericolo delle sostanze e preparati pericolosi.
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E : Esplosivo |
O : Comburente |
F+ : Estremamente infiammabile |
F : Facilmente infiammabile |
T+ : Molto tossico |
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T : Tossico |
C : Corrosivo |
Xn : Nocivo |
Xi : Irritante |
N : Pericoloso per l’ambiente |
Definizioni
Ai sensi della direttiva 92/32/CEE sono considerati “pericolosi” le sostanze ed i preparati:
Esplosivi: le sostanze e i preparati solidi, liquidi, pastosi o gelatinosi che, anche senza l’azione dell’ossigeno atmosferico, possono provocare una reazione esotermica con rapida formazione di gas e che, in determinate condizioni di prova, detonano, deflagrano rapidamente o esplodono in seguito a riscaldamento in condizioni di parziale contenimento.
Comburenti: le sostanze e i preparati, che a contatto con altre sostanze, soprattutto se infiammabili, provocano una forte reazione esotermica.
Estremamente infiammabili: le sostanze e i preparati liquidi con un punto d’infiammabilità estremamente basso ed un punto di ebollizione basso e le sostanze e i preparati gassosi che a temperatura e pressione ambiente si infiammano a contatto con l’aria.
Facilmente infiammabili:
- le sostanze e i preparati che, a contatto con l’aria, a temperatura ambiente e senza apporto di energia, possono riscaldarsi e infiammarsi o
- le sostanze ed i preparati solidi che possono facilmente infiammarsi a causa di un breve contatto con una sorgente di accensione e che continuano a bruciare o a consumarsi anche dopo il ritiro della sorgente di accensione, o
- le sostanze ed i preparati liquidi il cui punto di infiammabilità è molto basso, o
- le sostanze e i preparati che, a contatto con l’acqua o l’aria umida, sprigionano gas estremamente infiammabili in quantità pericolose.
Infiammabili: le sostanze e i preparati liquidi con un basso punto d’infiammabilità.
Molto tossici: le sostanze e i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, in piccolissima quantità, possono essere mortali oppure provocare lesioni acute o croniche.
Tossici: le sostanze e i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, in piccole quantità, possono essere mortali oppure provocare lesioni acute o croniche.
Nocivi: le sostanze e i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono essere mortali oppure provocare lesioni acute o croniche.
Corrosivi: le sostanze e i preparati che, a contatto con tessuti vivi, possono esercitare su di essi un’azione distruttiva.
Irritanti: le sostanze e i preparati non corrosivi, il cui contatto diretto, prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose può provocare una reazione infiammatoria.
Sensibilizzazioni: le sostanze o i preparati che, per inalazione o penetrazione cutanea, possono dar luogo ad una reazione di ipersensibilizzazione per cui una successiva esposizione alla sostanza o al preparato produce effetti nefasti caratteristici.
Cancerogeni: le sostanze o i preparati che, per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono provocare il cancro o aumentarne la frequenza.
Mutageni: le sostanze e i preparati che, per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono produrre difetti genetici ereditari o aumentarne la frequenza.
Tossici per il ciclo riproduttivo: le sostanze o i preparati che, per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono provocare o rendere più frequenti effetti nocivi non ereditari nella prole o danni a carico della funzione o delle capacità riproduttive maschili o femminili.
Pericolosi per l’ambiente: le sostanze e i preparati che, qualora si diffondano nell’ambiente, presentano o possono presentare rischi immediati o differiti per una o più delle componenti ambientali.
Natura dei rischi specifici attribuiti
alle sostanze e preparati pericolosi: frasi R e frasi S
Natura dei rischi specifici attribuiti alle sostanze e preparati frasi |
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R 1 |
Esplosivo allo stato secco |
R 2 |
Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d’ignizione |
R 3 |
Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d’ignizione |
R 4 |
Forma composti metallici esplosivi molto sensibili |
R 5 |
Pericolo di esplosione per riscaldamento |
R 6 |
Esplosivo a contatto o senza contatto con l’aria |
R 7 |
Può provocare un incendio |
R 8 |
Può provocare l’accensione di materie combustibili |
R 9 |
Esplosivo in miscela con materie combustibili |
R 10 |
Infiammabile |
R 11 |
Facilmente infiammabile |
R 12 |
Estremamente infiammabile |
R 14 |
Reagisce violentemente con l’acqua |
R 15 |
A contatto con l’acqua libera gas estremamente infiammabili |
R 16 |
Pericolo di esplosione se mescolato con sostanze comburenti |
R 17 |
Spontaneamente infiammabile all’aria |
R 18 |
Durante l’uso può formare con aria miscele esplosive/infiammabili |
R 19 |
Può formare perossidi esplosivi |
R 20 |
Nocivo per inalazione |
R 21 |
Nocivo a contatto con la pelle |
R 22 |
Nocivo per ingestione |
R 23 |
Tossico per inalazione |
R 24 |
Tossico a contatto con la pelle |
R 25 |
Tossico per ingestione |
R 26 |
Molto tossico per inalazione |
R 27 |
Molto tossico a contatto con la pelle |
R 28 |
Molto tossico per ingestione |
R 29 |
A contatto con l’acqua libera gas tossici |
R 30 |
Può divenire facilmente infiammabile durante l’uso |
R 31 |
A contatto con acidi libera gas tossico |
R 32 |
A contatto con acidi libera gas molto tossico |
R 33 |
Pericolo di effetti cumulativi |
R 34 |
Provoca ustioni |
R 35 |
Provoca gravi ustioni |
R 36 |
Irritante per gli occhi |
R 37 |
Irritante per le vie respiratorie |
R 38 |
Irritante per la pelle |
R 39 |
Pericolo di effetti irreversibili molto gravi |
R 40 |
Possibilità di effetti cancerogeni – prove insufficienti |
R 41 |
Rischio di gravi lesioni oculari |
R 42 |
Può provocare sensibilizzazione per inalazione |
R 43 |
Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle |
R 44 |
Rischio di esplosione per riscaldamento in ambiente confinato |
R 45 |
Può provocare il cancro |
R 46 |
Può provocare alterazioni genetiche ereditarie |
R 48 |
Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata |
R 49 |
Può provocare il cancro per inalazione |
R 50 |
Altamente tossico per gli organismi acquatici |
R 51 |
Tossico per gli organismi acquatici |
R 52 |
Nocivo per gli organismi acquatici |
R 53 |
Può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico |
R 54 |
Tossico per la flora |
R 55 |
Tossico per la fauna |
R 56 |
Tossico per gli organismi del terreno |
R 57 |
Tossico per le api |
R 58 |
Può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente |
R 59 |
Pericoloso per lo strato di ozono |
R 60 |
Può ridurre la fertilità |
R 61 |
Può danneggiare i bambini non ancora nati |
R 62 |
Possibile rischio di ridotta fertilità |
R 63 |
Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati |
R 64 |
Possibile rischio per i bambini allattati al seno |
R 65 |
Nocivo: può causare danni ai polmoni in caso di ingestione |
R 66 |
L’esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpolature della pelle |
R 67 |
L’ inalazione dei vapori può provocare sonnolenza e vertigini |
R 68 |
Possibilità di effetti irreversibili |
Consigli di prudenza riguardanti le sostanze e preparati pericolosi: frasi |
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S 1 |
Conservare sotto chiave |
S 2 |
Conservare fuori della portata dei bambini |
S 3 |
Conservare in luogo fresco |
S 4 |
Conservare lontano da locali di abitazione |
S 5 |
Conservare sotto … (liquido appropriato da indicarsi da parte del fabbricante) |
S 6 |
Conservare sotto … (gas inerte da indicarsi da parte del fabbricante) |
S 7 |
Conservare il recipiente ben chiuso |
S 8 |
Conservare al riparo dall’umidità |
S 9 |
Conservare il recipiente in luogo ben ventilato |
S 12 |
Non chiudere ermeticamente il recipiente |
S 13 |
Conservare lontano da alimenti o mangimi e da bevande |
S 14 |
Conservare lontano da … (sostanze incompatibili da precisare da parte del produttore) |
S 15 |
Conservare lontano dal calore |
S 16 |
Conservare lontano da fiamme e scintille – Non fumare |
S 17 |
Tenere lontano da sostanze combustibili |
S 18 |
Manipolare ed aprire il recipiente con cautela |
S 20 |
Non mangiare né bere durante l’impiego |
S 21 |
Non fumare durante l’impiego |
S 22 |
Non respirare le polveri |
S 23 |
Non respirare i gas/fumi/vapori/aerosoli [termine(i) appropriato(i) da precisare da parte del produttore] |
S 24 |
Evitare il contatto con la pelle |
S 25 |
Evitare il contatto con gli occhi |
S 26 |
In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente e abbondantemente con acqua e consultare un medico |
S 27 |
Togliersi di dosso immediatamente gli indumenti contaminati |
S 28 |
In caso di contatto con la pelle lavarsi immediatamente ed abbondantemente con … (prodotti idonei da indicarsi da parte del fabbricante) |
S 29 |
Non gettare i residui nelle fognature |
S 30 |
Non versare acqua sul prodotto |
S 33 |
Evitare l’accumulo di cariche elettrostatiche |
S 35 |
Non disfarsi del prodotto e del recipiente se non con le dovute precauzioni |
S 36 |
Usare indumenti protettivi adatti |
S 37 |
Usare guanti adatti |
S 38 |
In caso di ventilazione insufficiente, usare un apparecchio respiratorio adatto |
S 39 |
Proteggersi gli occhi/la faccia |
S 40 |
Per pulire il pavimento e gli oggetti contaminati da questo prodotto, usare … (da precisare da parte del produttore) |
S 41 |
In caso di incendio e/o esplosione non respirare i fumi |
S 42 |
Durante le fumigazioni/polimerizzazioni usare un apparecchio respiratorio adatto [termine(i) appropriato(i) da precisare da parte del produttore] |
S 43 |
In caso di incendio usare … (mezzi estinguenti idonei da indicarsi da parte del fabbricante. Se l’acqua aumenta il rischio precisare “Non usare acqua”) |
S 45 |
In caso di incidente o di malessere consultare immediatamente il medico (se possibile, mostrargli l’etichetta) |
S 46 |
In caso d’ingestione consultare immediatamente il medico e mostrargli il contenitore o l’etichetta |
S 47 |
Conservare a temperatura non superiore a … °C (da precisare da parte del fabbricante) |
S 48 |
Mantenere umido con … (mezzo appropriato da precisare da parte del fabbricante) |
S 49 |
Conservare soltanto nel recipiente originale |
S 50 |
Non mescolare con … (da specificare da parte del fabbricante) |
S 51 |
Usare soltanto in luogo ben ventilato |
S 52 |
Non utilizzare su grandi superfici in locali abitati |
S 53 |
Evitare l’esposizione – procurarsi speciali istruzioni prima dell’uso |
S 56 |
Smaltire questo materiale e i relativi contenitori in un punto di raccolta rifiuti pericolosi o speciali |
S 57 |
Usare contenitori adeguati per evitare l’inquinamento ambientale |
S 59 |
Richiedere informazioni al produttore/fornitore per il recupero/riciclaggio |
S 60 |
Questo materiale e il suo contenitore devono essere smaltiti come rifiuti pericolosi |
S 61 |
Non disperdere nell’ambiente. Riferirsi alle istruzioni speciali/ schede informative in materia di sicurezza |
S 62 |
In caso di ingestione non provocare il vomito: consultare immediatamente il medico e mostrargli il contenitore o l’etichetta |
S 63 |
In caso di incidente per inalazione, allontanare l’infortunato |
S 64 |
In caso di ingestione, sciacquare la bocca con acqua (solamente se l’infortunato è cosciente) |
In alcuni casi è possibile trovare delle frasi R o S combinate ad esempio
R56/57 (indica 2 rischi concreti il n° R56 è il n° R57)
Stessa cosa vale per le frasi S
Verniciatura
Verniciatura Operazione di finitura superficiale, a scopo protettivo ma anche decorativo, in pratica eseguibile su tutti i materiali solidi, che consiste nella stesura di uno o più strati di vernice, pittura, lacca ecc. La più tradizionale tecnica di verniciatura è quella manuale a pennello, che dà risultati tanto migliori quanto maggiore è l’abilità dell’operatore, ma in alcuni casi è preferibile la verniciatura a spruzzo, che si esegue con un attrezzo (propriamente detto aerografo, ma più noto come pistola a spruzzo) alimentato da aria compressa che consente una notevole rapidità di esecuzione e una stesura più uniforme dello strato. Un serio inconveniente della verniciatura a spruzzo è la sua notevole nocività per gli addetti, in quanto le vernici (che escono dall’aerografo in forma finemente polverizzata, e quindi si diffondono in parte nell’ambiente) sono disperse in solventi notevolmente tossici. Anche per questo motivo, oltre che per convenienza economica, nelle produzioni industriali di serie (ad esempio nell’industria automobilistica) la verniciatura a spruzzo è totalmente automatizzata, senza intervento umano diretto. In altri casi, ad esempio per verniciare pezzi di forma complessa, con cavità difficilmente accessibili, si usa la verniciatura mediante immersione in apposite vasche. La verniciatura a buratto si usa invece per pezzi molto piccoli prodotti in serie, che vengono introdotti insieme alla vernice in un tamburo rotante. Tecniche meno usate sono la verniciatura elettrostatica, in cui si genera attorno al pezzo un forte campo magnetico che attrae la vernice, e la verniciatura elettrolitica, che sfrutta il principio dell’elettrodeposizione. Di regola la verniciatura viene preceduta dalla preparazione della superficie, consistente in genere in un’accurata pulitura per eliminare polvere, sostanze grasse e acqua. Quando occorre superare l’incompatibilità fisico-chimica della vernice con il materiale da verniciare si provvede alla stesura preliminare di una sostanza intermedia, che abbia la proprietà di aderire sia alla superficie del materiale sia alla vernice successivamente applicata.
Cosa vuol dire vernice metallizzata o perlata
Una delle domande più frequenti sulle vernici riguarda la differenza tra vernice metallizzata e vernice perlata.
Qui ne troverete la risposta:
La vernice metallizzata è una vernice con delle piccole particelle di metallo al suo interno, che combinandosi con altri componenti o pigmenti dona un aspetto metallico al colore.
Queste particelle sono di colore alluminio e possono variare dalla dimensione alla forma, la dimensione fa sì che il colore abbia una grana di metallo più o meno grossa, la forma (granulare o lenticolare) invece da un aspetto più o meno brillante alla tinta.
La stessa identica situazione vale per il perlato o micalizzato in questo caso invece del metallo all’interno della vernice vengono miscelate delle particelle di perla o di mica, e a differenza del metallo le particelle hanno un riflesso ben specifico che caratterizza il loro aspetto, il riflesso può essere di svariati colori.
I colori perlati, metallizzati, o micalizzati che siano si differenziano dal pastello o solido, non solo sull’aspetto ma anche per quanto riguarda l’applicazione, noi diamo quasi per scontato che una vernice si debba diluire, catalizzare e poi si può verniciare, questa regola è appropriata per le vernici pastello, per i metallizzati e perlati il ciclo (ciclo doppio strato) è un po’ più lungo perché non hanno una natura lucida ma al contrario sono opachi ecco perché subentra la famosa trasparente per ottenere l’effetto lucido, questo ciclo viene comunemente chiamato ciclo a doppio strato e per alcuni perlati può essere anche triplo strato