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13 Luglio 2020Nei principali regni romano-barbarici che si costituiscono nelle regioni dell’ex Impero romano d’Occidente, le dinamiche sociali proprie dei popoli conquistatori, i meccanismi clientelari sviluppatisi all’interno del mondo tardoromano e, allo stesso tempo, l’influente della possente tradizione statuale e giuridica tardoromano diedero luogo a fenomeni in cui le varie componenti pesarono in maniera diversa e variamente valutata dalla critica storica. I legami di fedeltà personale tra il re e i suoi guerrieri continuarono a persistere e a rappresentare il fattore principale di coesione della forza militare di queste entità politiche. Allo stesso tempo, però, il controllo del territorio da parte del potere regio veniva esercitato mediante funzionari pubblici di diverso livello, che agivano in nome del sovrano, rappresentandone l’autorità, al fine di amministrare la giustizia o garantire l’esazione di tributi. Nel regno dei Longobardi, ad esempio, l’autorità del sovrano era rappresentata in primo luogo dai duchi, a lui secondi in autorità, posti alla testa delle circoscrizioni territoriali (i ducati) in cui spesso il regno era suddiviso, sulla base, però (almeno in linea di principio), della personale fedeltà che legava ciascuno di loro al re. I duchi erano essenzialmente capi militari, ed erano alla testa di tutti gli uomini liberi longobardi, atti al combattimento. Essi erano “uomini del re”. Contemporaneamente, il re si serviva di ufficiali ( i gastaldi, prima di tutto), che erano acquartierati nei centri urbani (e forse anche in comprensori rurali) di importanza strategica rilevante, e svolgevano funzioni amministrativa e giudiziarie: costoro erano invece subordinati gerarchicamente al re e, fatte le debite differenze, si ponevano nella tradizione del funzionariato di ascendenza tardoromana. Assai complesse, e nell’insieme poco chiare, sono le relazioni politico-amministrative tra duchi e gastaldi.