Zeno come novissimo Ulisse e come Charlot
14 Luglio 2020Analisi del testo “La finestra aperta sul mare” di Sergio Corazzini
14 Luglio 2020I beni fondiari detenuti in piena proprietà vanno, in età medievale – e anche in seguito-, sotto il nome di beni allodiali di un individuo o di un’istituzione (ad esempio, un monastero o una sede vescovile). I beni fondiari erano detenuti da singoli, a titolo di concessione, di durata più o meno ampia, ottenuta da un’autorità pubblica (il re, il duca) o da un ente ecclesiastico, potevano essere contraddistinti dal nome di beneficium, se la concessione si connotava come ricompensa per servigi resi al concedente.
Nella Gallia dei merovingi (VI secolo-prima metà del VIII), il rapporto di fedeltà e di assistenza militare, che legava ad esempio un re ad alcuni potentes del proprio territorio, era ricompensato con la concessione di terre in beneficio, cioè in godimento, per un lasso di tempo che poteva anche corrispondere alla durata della vita del beneficiato.