Concorso Dirigenti: a breve i risultati – di Lorenza Pellegrini
17 Marzo 2012RIASSUNTO CAPITOLO 9 – promessi sposi
19 Marzo 2012VILLA ARMERINA
– Costruita nell’epoca tardo-romana situata nella periferia di Piazza Armerina, in Sicilia
– Misura 3500 metri quadrati
– era la residenza di caccia di Massimiliano Erculeo, collega di Diocleziano nella gestione dell’impero romano.
– E’ tutta decorata da mosaici costruiti da maestri africani, inventori di questa arte.
– Le scene rappresentano le situazioni che più stavano a cuore ai romani: la caccia, le gare sportive, i miti.
STRUTTURA: si possono individuare cinque nuclei distinti:
– ingresso monumentale » costituito da tre arcate e dotato di un cortile
» decorato da fontane e pitture di combattimenti
» ha l’aspetto di un arco trionfale
– vestibolo » è l’accesso all’interno della casa
» lo si raggiunge attraverso alcuni gradini dall’ingresso monumentale
» pavimento con mosaici che rappresentano un adventus (= ingresso cerimoniale
di un imperatore romano nella città)
– quartiere termale » poteva essere frequentato anche da estranei
» primo vano » dotato di banchine + usato come spogliatoio
» decorato da un mosaico che raffigura la padrona di casa
con i due figli e le ancelle
» atrio » “a forcipe” (= terminante in absidi alle due estremità)
» decorato con il mosaico del Circo Massimo di Roma
» era un corridoio usato per gli esercizi ginnici al coperto
» frigidarium » sala ottagonale con due piscine
» mosaici di Eroti pescatori con Nereidi e Tritoni
» era costituita di vasche di acqua fredda (lato nord terme per
mantenere la temperatura)
» tepidarium » sala allungata decorata con pitture dei giochi dello stadio
» posto tra il frigidarium e il calidarium
» costituita da vasche di acqua tiepida
» calidarium » ambiente riscaldato rivolto a mezzogiorno
– peristil’io » ha forma quadrangolare » al centro c’è una grossa fontana
– ambienti privati » sono gli appartamenti padronali
» a destra della basilica risedeva il proprietario (+ decorato, + ampio)
» a sinistra stava la padrona o il figlio del proprietario (+ piccolo)
– basilica » si trova sul lato di fondo del corridoio della grande caccia
» luogo dove il proprietario concedeva udienza e riceveva i visitatori
– vano absidato » si trova in asse col vestibolo, ha il pavimento con stile geometrico
» viene chiamato “il Sacello dei Lari”
» motivo: due quadrati intersecati decorati con una treccia con al centro
Una foglia di edera (simbolo di Dionisio)
MOSAICI:
sala della piccola caccia
– grande sala rettangolare con funzione di soggiorno per gli ospiti
– vi si accede dal portico nord del peristil’io
– nel pavimento è rappresentata una battuta di caccia disposta su cinque registri
» primo registro » due servi accompagnano i cani sul luogo di caccia
» secondo registro » un personaggio compie un sacrificio incruento bruciando incenso a Diana, dea della caccia, con arco e faretra e posta sopra un’ara
» personaggio = Costanzo Cloro, Cesare di Massimiano, con alle spalle il figlio Costantino, futuro imperatore
» a destra dell’ara assiste al rito un personaggio appartenente alla famiglia di Massimiano (probabilmente è Massenzio, perché raffigurato strabico)
» terzo registro » due falconieri sono intenti a scrutare il fogliame di un albero di alloro
» quarto registro » a sinistra un cane azzanna una lepre
» a destra: cavaliere con un venabulum (= asta biforcuta) infilza una lepre
» quinto registro » a sinistra c’è la cattura dei cervi spinti in una rete
» a destra un cinghiale si avventa contro un giovane soccorso dai compagni
– al centro » i venatores (= cacciatori) sostano sotto una tenda rossa legata tra due alberi e consumano un lauto pasto, frutto della battuta di caccia
sala a ottagoni e a quadrati
– a pianta quadrangolare, ambiente per il personale di servizio che accudiva l’appartamento del Dominus
– pavimento decorato da mosaici con stile geometrico di forma ottagonale che racchiudono medaglioni con rosa o con disegni di quadrati
– funge da vestibolo alla sala dei quadrati
– alla sala a ottagoni vi si accede dal portico nord del peristil’io
– nell’angolo della sala a ottagoni vi si trova un pozzo di età normanna
Sala a quadrati:
Sala a ottagoni:
ambulacro della grande caccia
– corridoio lungo 66 m di lunghezza e 5 m di larghezza
– ha le estremità absidate
– ha un portico che si apre verso il peristil’io
– rappresenta una grande battuta di cattura delle bestie selvatiche che sarebbero state utilizzate per i giochi dell’anfiteatro a Roma (i cacciatori usano le armi per difendersi, non per uccidere)
– nell’abside nord si trova una figura femminile che personifica la Mauritania (o dell’Africa)
» ha ai lati un leone e un leopardo (animali tipici dell’Africa)
» tiene nella mano destra una lancia
» rappresenta il confine estremo occidentale dell’impero romano
– nell’abside sud si trova una figura femminile che personifica l’India (o l’Asia)
» la donna ha la tipica pelle olivastra delle zone orientali dell’impero romano
» affiancata da una tigre e da un elefante
» rappresenta il confine estremo orientale dell’impero romano
– due fasce laterali » rappresentano le scene di cattura vera e propria
– parte centrale » raffigura il trasporto degli animali
» rappresenta la centralità di Roma rispetto all’impero
– parte destra del mosaico è più sviluppata » le terre da rappresentare sono più vaste
» lavorata da artisti più esperti che usavano più colori,
mentre la parte sinistra è più spenta
» evidenziati i muscoli di animali e uomini con la tecnica del chiaro scuro
Donne in bikini
– questo vestibolo presenta due pavimenti: uno a disegni geometrici, l’altro sovrapposto al primo in una fase più tarda.
Sono rappresentate delle ragazze vestite di subligar e stropkion.
– Le fanciulle sono impegnate in varie gare sportive: salto con i pesi in mano, lancio del disco, corsa campestre, gioco con la palla.
– E’ raffigurata l’incoronazione delle due vincitrici » una riceve corona di fiori
» una ha una ruota raggiata e sta per essere incoronata da una donna con manto aureo
– Ruota raggiata: veniva fatta rotolare a terra per mezzo di un bastoncino tenuto con una mano a dimostrare l’abilità de colei che la manovrava