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28 Dicembre 2022Villa Necchi Campiglio è una casa austera, funzionale, severa, elegante, e artisticamente imperdibile, per le collezioni qui conservate.
Progettata e costruita tra il 1932 e il 1935 dall’architetto Piero Portaluppi per Angelo Campiglio, sua moglie Gigina Necchi e sua cognata Nedda Necchi, la villa è un’icona del razionalismo italiano.
I Necchi-Campiglio erano una famiglia di industriali lombardi proprietaria negli anni ’30 di un’azienda per la lavorazione della ghisa a Pavia. La storia racconta che una notte, mentre si recavano al Teatro alla Scala, il loro autista si perse nei campi circostanti, l’attuale Via Mozart. Campiglio rimase così incantato dal paesaggio che il giorno dopo decise di acquistare un terreno lì, e affidò il conseguente progetto architettonico a Portaluppi, già noto a Milano per opere come la Casa degli Atellani e il Planetario.
Donata al Fondo Ambiente Italiano (FAI) nel 2001 dopo la morte di Gigina, la proprietà è un’istantanea del passato fortunato dei Necchi-Campiglio. Immersa in un grande prato, completo di campi da tennis e piscina, la villa è stata originariamente concepita come casa unifamiliare. Le linee rigorose e le superfici della facciata trasudano un fascino assoluto ed esprimono il posto in ascesa del razionalismo nell’Italia dell’epoca. L’esterno in marmo incontra elementi art déco all’interno della casa, come i pavimenti in noce con ornamenti in palissandro e una greca sulla balaustra della scala. Il motivo a rombi, uno dei preferiti dell’architetto, è apparso anche nei più piccoli dettagli del progetto originale, dall’intonaco del soffitto della biblioteca alle porte scorrevoli che dividono la sala fumatori e la sala da pranzo. Queste porte, e altri elementi originali, furono successivamente coperte da un secondo progettista, Tomaso Buzzi, che la famiglia incaricò nel 1938 di rinnovare la villa in uno stile più contemporaneo.
Sebbene il FAI abbia restaurato gran parte del progetto originale di Portaluppi, le impronte dei due architetti coesistono ancora, raccontando una duplice storia. Il tocco di Buzzi è facilmente riconoscibile nell’abbondante uso di mobili e tendaggi antichi. L’influenza di Portaluppi si avverte nel ricco rivestimento murale in pergamena e nelle icone celesti che adornano il soffitto della sala da pranzo, così come nella luminosa veranda vetrata, con il giardino d’inverno recintato.
Il movimento tra le stanze è fluido e, in alcuni punti, lo sguardo può estendersi ininterrotto su tutta la sezione trasversale della casa. Mentre l’esterno e il primo piano avevano lo scopo di stupire gli ospiti, le camere da letto sono discretamente divise al secondo piano. Le camere da letto e i bagni delle due sorelle, separati da un corridoio di armadi, si specchiano l’un l’altro. Dai bagni di proporzioni grandiose di Portaluppi, rivestiti di marmo arabescato, si accede alle camere da letto di Buzzi, adornate di raso ricamato e pizzi.
Pochissime persone furono invitate a dormire sotto il tetto della famiglia, ma una rara eccezione fu il principe Enrico d’Assia, amico di famiglia, che fece frequenti visite a Milano, dove disegnò le scenografie per la Scala. Veniva accolto in uno spazio piccolo, ma efficientemente organizzato progettato da Portaluppi, che utilizzava una parete in marmo nero del Carso e tende laterali come sottile divisorio tra bagno e guardaroba. Questa sala ospita oggi la collezione Guido Sforni, acquisita nel 2017, che comprende disegni di maestri del Novecento come Picasso, Fontana e Matisse.
Oggi Villa Necchi Campiglio è aperta al pubblico, il biglietto di ingresso permette al FAI di mantenere questo e altri beni del patrimonio del Fondo Ambiente Italiano.
I am Love (2009) di Luca Guadagnino è stato girato qui e lascia un’impressione duratura e malinconica della proprietà.
Certamente la città ha assorbito il quartiere un tempo boschivo che circondava la villa, ma dietro le sue mura il rigoglioso giardino è ancora profumato di magnolie e ombreggiato da maestosi platani.