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28 Dicembre 2019“Del Principe e delle lettere”. Alfieri saggista
28 Dicembre 2019La “Vita di Vittorio Alfieri scritta da esso”, comunemente conosciuta come “Vita”, è un’autobiografia del grande drammaturgo e poeta Vittorio Alfieri (1749-1803), scritta tra il 1790 e il 1803.
Questa opera è uno dei capolavori dell’autobiografia italiana e non solo un’importante fonte storica e letteraria per comprendere la figura di Alfieri, ma anche un testo fondamentale della letteratura settecentesca.
Struttura dell’opera
La “Vita” è composta da quattro libri, divisi in 43 capitoli. In questi, Alfieri ripercorre le tappe più significative della sua vita, dall’infanzia alla maturità, passando per le sue esperienze personali e letterarie, nonché le sue riflessioni morali e filosofiche.
- Libro I: Alfieri descrive la sua infanzia, l’adolescenza e i primi studi.
- Libro II: Racconta i suoi viaggi e le sue prime esperienze come scrittore.
- Libro III: Alfieri si concentra sulla sua carriera letteraria e sulla maturazione della sua poetica.
- Libro IV: Ripercorre gli ultimi anni della sua vita e riflette sul suo ruolo come drammaturgo e sulla sua eredità culturale.
Contenuti principali
- La formazione e gli anni giovanili: Alfieri nacque da una famiglia nobile ad Asti nel 1749. Sin dalla giovane età, manifestò un carattere indipendente e irrequieto. Ricevette una formazione di tipo aristocratico, ma spesso critica i limiti della sua educazione, che considera poco adatta alle sue aspirazioni. L’autobiografia descrive le sue difficoltà con gli studi formali e il suo odio per la disciplina, in contrasto con il desiderio di libertà e di avventura.
- I viaggi: Un tratto fondamentale della giovinezza di Alfieri è rappresentato dai suoi numerosi viaggi in Europa. Egli visitò la Francia, l’Inghilterra, la Svizzera, e altre nazioni, in cerca di esperienze e di conoscenza. Attraverso questi viaggi, Alfieri maturò una visione critica delle monarchie assolute e sviluppò il suo ideale di libertà, che sarebbe diventato centrale nelle sue opere teatrali. In questo periodo, affina la sua riflessione politica e matura un odio profondo per la tirannia, che si tradurrà nei suoi drammi e nelle sue opere successive.
- Il passaggio alla letteratura: La “Vita” racconta il momento cruciale in cui Alfieri decide di abbandonare la vita mondana per dedicarsi alla scrittura. Dopo aver vissuto un periodo di inquietudine e insoddisfazione, Alfieri scopre nella letteratura un mezzo per esprimere la sua ribellione e i suoi ideali di libertà. La sua decisione di diventare scrittore rappresenta una svolta fondamentale nella sua esistenza: “volli, e volli sempre, e fortissimamente volli” è una delle sue frasi celebri, che riassume il suo carattere volitivo e la sua determinazione.
- Le opere teatrali: Gran parte della “Vita” è dedicata alla descrizione della sua carriera letteraria. Alfieri, infatti, è noto soprattutto per essere stato uno dei più importanti tragici italiani, autore di opere come “Saul”, “Mirra”, “Oreste” e “Virginia”, che trattano spesso il tema della libertà contro la tirannia. Nella sua autobiografia, Alfieri racconta come nascono questi drammi e quali difficoltà incontra nel comporre opere che esprimano i suoi ideali politici e morali. Parla anche delle sue riflessioni sull’arte drammatica e del modo in cui cerca di differenziarsi dai modelli teatrali classici.
- La lotta per la libertà: Un tema centrale della “Vita” è l’amore per la libertà, che Alfieri non solo esprime nelle sue opere, ma anche nella sua vita personale. L’autore si descrive come un uomo in costante lotta contro le costrizioni sociali, politiche e culturali, affermando la necessità di un’esistenza libera da vincoli e autorità oppressive. Questo ideale si riflette nel suo stile di vita indipendente e nel suo impegno a denunciare l’oppressione e la tirannia attraverso la scrittura.
- Il rapporto con le donne e la Contessa d’Albany: Un altro elemento importante nell’autobiografia è il rapporto di Alfieri con le donne, e in particolare con Luisa Stolberg, contessa d’Albany, moglie di Carlo Edoardo Stuart, il pretendente giacobita al trono d’Inghilterra. La relazione tra Alfieri e la Contessa fu profonda e duratura, e divenne per lui una delle esperienze più significative della sua vita. La “Vita” racconta come questo legame influenzi il suo percorso intellettuale e artistico.
- L’autoanalisi e la riflessione sul carattere: L’autobiografia di Alfieri non è solo una narrazione di fatti, ma è anche un’autoanalisi psicologica. Alfieri cerca di comprendere il proprio carattere, le sue passioni, le sue debolezze e la sua volontà. La “Vita” è, in un certo senso, anche un’opera di costruzione del mito di sé: Alfieri si presenta come un uomo volitivo, che ha sempre cercato di affermare la sua libertà contro ogni forma di oppressione. Questo senso di autoconsapevolezza rende l’opera non solo un racconto biografico, ma anche una riflessione morale.
- La costruzione di una personalità eroica: Uno dei motivi conduttori dell’autobiografia è il tentativo di Alfieri di presentarsi come una figura eroica e straordinaria, in grado di dominare le proprie passioni e di perseguire con costanza i propri ideali. L’opera è anche un esercizio di autoglorificazione, in cui l’autore si presenta come il campione della libertà e della virtù repubblicana in un mondo dominato dalla tirannia e dalla corruzione.
Stile e significato
La “Vita” è scritta in uno stile sincero e diretto, privo di artifici retorici e di eccessi, tipico di Alfieri, che rifugge dalla pomposità della prosa settecentesca. Questo rende l’autobiografia accessibile e piacevole da leggere, pur mantenendo una profondità di pensiero e una complessità di contenuti.
Il tono è spesso appassionato e pieno di slancio, specialmente quando Alfieri descrive i suoi ideali e i suoi sforzi creativi. Tuttavia, emerge anche una nota di disincanto e di amarezza, specialmente nelle riflessioni sulla società e sul mondo politico del suo tempo.
Conclusione
La “Vita” di Vittorio Alfieri è un documento fondamentale per comprendere non solo la personalità e l’opera di uno dei più grandi tragici italiani, ma anche lo spirito del Settecento e il fervore con cui l’intellettualità europea cercava nuove forme di espressione e di libertà. Attraverso la sua autobiografia, Alfieri si afferma come un simbolo di ribellione contro la tirannia e di passione per la libertà, un esempio di genio che sceglie di plasmare la propria vita come un’opera d’arte, seguendo un ideale di indipendenza e grandezza.