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28 Dicembre 2019Tacito (ca. 56-120 d.C.) è uno dei più grandi storici e scrittori dell’antica Roma, ed ha influito molto sulla cultura e storiografia successiva.
È celebre per la sua prosa concisa e incisiva e per la sua capacità di analizzare in modo spietato e lucido i meccanismi di potere dell’Impero Romano. Tra le sue opere principali troviamo il Dialogus de oratoribus, l’Agricola e la Germania, tutte scritte in uno stile elegante e sobrio, con una notevole capacità di caratterizzare i personaggi storici e di riflettere sui cambiamenti politici e sociali del suo tempo.
Vita di Tacito
Di Publio Cornelio Tacito sappiamo relativamente poco. Nacque probabilmente intorno al 56 d.C., forse nella Gallia Narbonense, in una famiglia aristocratica. Tacito iniziò la sua carriera sotto l’imperatore Vespasiano (69-79 d.C.) e fu testimone delle turbolenze politiche che segnarono il passaggio tra le dinastie dei Flavi e degli Antonini. Ebbe una carriera di successo come avvocato e senatore e raggiunse alte cariche sotto Domiziano, nonostante la sua condanna implicita delle derive autoritarie di questo imperatore nelle sue opere successive. Servì come console sotto Nerva nel 97 d.C. e morì probabilmente durante il regno di Adriano, intorno al 120 d.C.
Agricola
L’Agricola (De vita et moribus Iulii Agricolae), scritto attorno al 98 d.C., è una biografia di Giulio Agricola, suocero di Tacito e governatore della Britannia dal 77 all’84 d.C. Quest’opera, che combina biografia e storia, celebra la figura di Agricola, descrivendolo come un esempio di virtù romana e come un abile stratega e amministratore, ma si distingue anche per la sua critica indiretta alla politica imperiale, in particolare a Domiziano, l’imperatore sotto il quale Agricola operava.
Temi principali:
- Virtù e servizio pubblico: Agricola viene presentato come un modello di onestà e rettitudine. Tacito lo dipinge come un uomo virtuoso che ha saputo servire l’Impero senza farsi corrompere dal potere.
- Colonizzazione della Britannia: L’opera offre anche una descrizione dettagliata delle campagne militari di Agricola in Britannia, comprese le sue vittorie e la sua politica di romanizzazione del territorio.
- Critica velata a Domiziano: Sebbene Tacito non attacchi direttamente Domiziano, le sue critiche emergono nel confronto tra l’onestà di Agricola e l’autoritarismo e il sospetto dell’imperatore. Si percepisce la frustrazione di Tacito nei confronti di un sistema politico che limita la libertà e l’iniziativa degli uomini virtuosi.
Un passaggio famoso dell’Agricola è il discorso del capo caledone Calgaco, che denuncia la brutalità dell’imperialismo romano con la frase “Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant” (“Dove fanno il deserto, lo chiamano pace”), un attacco potente alla retorica del dominio romano.
Germania
La Germania (De origine et situ Germanorum), anch’essa composta intorno al 98 d.C., è un’opera etnografica che descrive i popoli germanici, con particolare attenzione ai loro costumi, alle strutture sociali e al loro modo di vivere. Questa descrizione dei Germani è in contrasto con il declino morale di Roma, suggerendo una sorta di ammirazione per la semplicità e la “purezza” dei Germani.
Temi principali:
- Contrasto tra Germani e Romani: Tacito enfatizza la sobrietà e la frugalità della vita germanica, contrapposta al lusso e alla decadenza di Roma. I Germani sono descritti come un popolo semplice, forte e coraggioso, che vive in armonia con la natura e con leggi proprie non corrotte dalle complessità del diritto romano.
- Organizzazione sociale: La Germania viene dipinta come una società più egualitaria rispetto a quella romana, con una forte enfasi sulla comunità e sull’unità familiare. I Germani, secondo Tacito, sono meno soggetti ai vizi dell’opulenza e della corruzione politica.
- Critica implicita a Roma: Tacito non nasconde il suo intento di mettere in risalto le virtù di questi popoli “barbari” per evidenziare il contrasto con la corruzione della società romana. Si potrebbe leggere quest’opera come una riflessione sui valori perduti di Roma.
La Germania ebbe una vasta influenza nella storia europea successiva, specialmente durante il Medioevo e il Rinascimento, quando veniva letta come un modello di virtù “barbariche” da contrapporre alla decadenza delle società contemporanee.
Dialogus de oratoribus
Il Dialogus de oratoribus, probabilmente composto attorno al 102 d.C., è un dialogo che tratta del declino dell’eloquenza e dell’oratoria sotto l’Impero. Il testo è strutturato come una conversazione tra vari personaggi (tra cui Maternus, Messalla e Aper) che discutono sui motivi per cui l’oratoria non raggiunge più i livelli di eccellenza del periodo repubblicano.
Temi principali:
- Declino dell’oratoria: I personaggi del dialogo discutono delle cause del decadimento dell’arte oratoria a Roma. Uno dei motivi principali, secondo i partecipanti al dialogo, è il cambiamento delle condizioni politiche: la Repubblica, con le sue libere istituzioni e i suoi dibattiti politici, offriva più spazio per l’espressione oratoria, mentre l’Impero, con il suo regime autocratico, ha ridotto le opportunità per il libero dibattito pubblico.
- Influenza dell’educazione e della società: I protagonisti del dialogo discutono anche del cambiamento nelle abitudini educative, criticando la crescente superficialità dell’istruzione e l’influenza negativa delle scuole di retorica che insegnano tecniche vuote piuttosto che la vera eloquenza, che deve essere sostenuta da una profonda moralità e cultura.
- Nostalgia per la Repubblica: Il dialogo lascia emergere una nostalgia per l’epoca repubblicana, quando l’oratore aveva un ruolo importante e poteva influenzare direttamente la politica e la società. Sotto l’Impero, l’eloquenza diventa un’arte svuotata di significato, ridotta a semplice esercizio retorico senza impatto reale.
Il Dialogus si distingue per il suo tono più filosofico e meno polemico rispetto ad altre opere di Tacito. Attraverso la discussione sull’oratoria, Tacito riflette in maniera più ampia sul rapporto tra politica, cultura e moralità nella Roma imperiale.
Stile di Tacito
Tacito è noto per il suo stile conciso, denso e pungente, caratterizzato da una brevitas che lo rende uno degli autori latini più efficaci e incisivi. Le sue frasi sono spesso brevi e cariche di significato, con un uso sapiente di antitesi e contrasti per enfatizzare il degrado morale e politico della sua epoca. Inoltre, Tacito è maestro nell’uso dell’ironia e della sottigliezza, creando un sottotesto critico senza esprimere direttamente le sue opinioni.
Conclusione
Le opere di Tacito – Agricola, Germania e Dialogus de oratoribus – forniscono una profonda riflessione sulla Roma imperiale e sulla crisi morale e politica del suo tempo. Tacito, con la sua prosa concisa e il suo sguardo lucido, descrive un mondo in cui i valori tradizionali sono stati corrotti dal potere e dal lusso, ma lascia anche spazio per l’ammirazione verso figure virtuose come Agricola e verso popoli considerati più “puri” come i Germani. Le sue opere rappresentano una critica velata ma potente al regime imperiale, e la sua visione pessimistica della storia romana lo rende uno degli storici più originali e influenti della letteratura latina.
Audio Lezioni su Publio Cornelio Tacito del prof. Gaudio
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