Il treno ha fischiato di Luigi Pirandello
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28 Dicembre 2019Luigi Pirandello è sicuramente uno scrittore importantissimo per capire gli sviluppi della letteratura novecentesca, per la sua poetica, ma anche per la sua vita, anch’essa originale.
Vita di Luigi Pirandello
Luigi Pirandello nacque il 28 giugno 1867 ad Agrigento (allora Girgenti), in una famiglia di agiati proprietari terrieri. La Sicilia fu una fonte di ispirazione costante per la sua opera, sia per il legame con la terra natale, sia per il contrasto con la cultura borghese continentale che Pirandello avrebbe poi conosciuto. Dopo studi liceali e una breve permanenza all’Università di Palermo, Pirandello si trasferì a Roma e poi a Bonn, in Germania, dove conseguì la laurea in filologia romanza nel 1891. Rientrato in Italia, iniziò a dedicarsi alla scrittura, pubblicando racconti e romanzi, ma inizialmente senza grande successo.
Pirandello sposò nel 1894 Antonietta Portulano, con cui ebbe tre figli. La sua vita familiare, tuttavia, fu segnata dalla malattia mentale della moglie, che contribuì a rendere più complessa e tormentata la sua esistenza personale e creativa. Gli eventi della sua vita privata, tra cui la crisi finanziaria del 1903 che distrusse il patrimonio di famiglia, influenzarono profondamente la sua visione della realtà e il suo concetto di relativismo esistenziale.
Pirandello raggiunse il successo prima come narratore, grazie ai suoi romanzi, tra cui “Il fu Mattia Pascal” (1904), ma fu con il teatro che ottenne la consacrazione. Le sue opere teatrali divennero popolari in tutta Europa, e nel 1934 Pirandello vinse il Premio Nobel per la Letteratura, per il suo contributo alla drammaturgia e la sua capacità di rivelare l’ambiguità della condizione umana.
Morì a Roma il 10 dicembre 1936, lasciando incompiuta la sua ultima opera teatrale, “I Giganti della Montagna”.
Poetica di Luigi Pirandello
La poetica di Luigi Pirandello si sviluppa intorno a due concetti chiave: il relativismo e la frammentazione dell’identità. La sua visione del mondo è caratterizzata da un profondo pessimismo, basato sulla convinzione che la realtà sia ingannevole e che la verità assoluta non esista. Pirandello esplora l’ambiguità dell’esistenza umana, mettendo in discussione il concetto stesso di identità e il rapporto tra apparenza e verità.
1. Il relativismo e la maschera
Uno dei concetti fondamentali della poetica di Pirandello è il relativismo esistenziale, che si manifesta nell’idea che ogni individuo non abbia un’identità fissa, ma indossi una maschera in base alle circostanze sociali e ai ruoli che è costretto a ricoprire. Il conflitto tra la maschera sociale e la vera essenza interiore genera angoscia e alienazione nei suoi personaggi. Essi si sentono prigionieri delle convenzioni sociali, intrappolati in una “forma” che non rappresenta la loro vera natura.
“La vita o si vive o si scrive”, afferma uno dei suoi personaggi, sintetizzando l’impossibilità di conciliare l’essere autentico con l’apparire agli occhi degli altri.
Questo concetto è centrale in opere come “Il fu Mattia Pascal” (1904), in cui il protagonista, dopo essere creduto morto, cerca di costruirsi una nuova identità, ma scopre che è impossibile sfuggire alle convenzioni sociali. La “forma” è la maschera che gli uomini indossano nella vita quotidiana, ed è in costante contrasto con la loro “vita” autentica, che resta incomunicabile.
2. La crisi dell’io e la molteplicità dell’identità
Pirandello sviluppa una profonda riflessione sulla crisi dell’identità, convinto che l’io non sia mai uno e definito, ma sempre multiplo e instabile. La sua visione si basa sul concetto che l’individuo è visto in modi diversi da se stesso e dagli altri: non esiste una verità unica, ma tanti punti di vista relativi e contrastanti. Questa riflessione è alla base della sua opera teatrale più celebre, “Sei personaggi in cerca d’autore” (1921), dove i protagonisti — personaggi incompleti creati da un autore mai esistito — lottano per ottenere una loro identità definita, ma scoprono che ciò non è possibile.
I personaggi pirandelliani vivono una condizione di scomposizione e alienazione: non riescono mai a cogliere un senso pieno della propria esistenza e si rendono conto di essere frammenti di qualcosa di più complesso e inafferrabile.
3. Umorismo
Un altro elemento distintivo della poetica di Pirandello è il concetto di umorismo, che sviluppa nel saggio “L’umorismo” (1908). L’umorismo, secondo Pirandello, si distingue dalla semplice comicità perché ha una dimensione intellettuale e riflessiva. Se la comicità provoca il riso immediato, l’umorismo nasce dalla comprensione delle contraddizioni profonde della vita umana e suscita una risata amara, seguita dalla compassione.
Pirandello descrive l’umorismo come un processo di “sentimento del contrario”: vediamo una situazione apparentemente comica, ma riflettendo su di essa ci rendiamo conto del suo aspetto tragico e delle sue implicazioni dolorose. Questo dualismo è presente in molte delle sue opere, dove i personaggi vivono situazioni grottesche e paradossali, ma che riflettono la loro angoscia interiore.
4. Il teatro nel teatro
Pirandello è uno dei maggiori innovatori del teatro moderno, introducendo il concetto di “teatro nel teatro”. Questa tecnica mette in scena il processo stesso della creazione teatrale, rompendo la tradizionale illusione scenica e facendo riflettere il pubblico sulla natura del teatro e della finzione. L’opera più rappresentativa di questa poetica è “Sei personaggi in cerca d’autore”, dove i personaggi irrompono sul palco di una compagnia teatrale e chiedono agli attori di mettere in scena il loro dramma incompiuto. Pirandello sfuma i confini tra realtà e finzione, tra personaggi e attori, coinvolgendo il pubblico in un gioco di specchi che riflette la complessità dell’esistenza.
Questo tipo di sperimentazione è alla base della sua ricerca di una nuova verità scenica, dove il teatro non si limita più a rappresentare la realtà, ma diventa un luogo di esplorazione della condizione umana e delle sue sfumature più profonde.
Principali opere di Luigi Pirandello
- “Il fu Mattia Pascal” (1904): Romanzo in cui Pirandello esplora il tema della fuga dall’identità e delle conseguenze dell’illusione di poter vivere una nuova vita. Mattia Pascal, creduto morto, cerca di rifarsi una vita con una nuova identità, ma scopre che non si può sfuggire al proprio passato e alla propria essenza.
- “Sei personaggi in cerca d’autore” (1921): Capolavoro teatrale che rompe le convenzioni del teatro tradizionale con il teatro nel teatro. I personaggi incompleti cercano un autore che dia loro forma definitiva, ma la verità sfugge sempre.
- “Enrico IV” (1922): Un dramma in cui il protagonista, dopo un trauma, crede di essere l’imperatore Enrico IV. Anche qui Pirandello riflette sulla frattura tra realtà e finzione e sull’incapacità di distinguere tra ciò che è vero e ciò che è recitato.
- “Così è (se vi pare)” (1917): Un’opera teatrale che esplora il relativismo della verità e la difficoltà di conoscere la realtà oggettiva. La storia ruota attorno a una donna di cui nessuno riesce a capire l’identità, poiché la verità è continuamente ambigua e sfuggente.
Conclusione
Luigi Pirandello è stato un innovatore della letteratura e del teatro del Novecento, capace di mettere in discussione le certezze della sua epoca e di esplorare le ambiguità e le contraddizioni dell’identità umana. Attraverso i suoi personaggi, l’analisi dell’inettitudine e del relativismo esistenziale, Pirandello ha anticipato molti temi della letteratura moderna e contemporanea, come la crisi dell’io, l’alienazione e la frammentazione della realtà. La sua capacità di utilizzare l’umorismo come strumento di analisi psicologica, insieme alla sua ricerca di nuove forme espressive teatrali, ha reso il suo lavoro una delle vette della letteratura mondiale.