VOLTI NUOVI E ABITI VECCHI
27 Gennaio 2019ALBA
27 Gennaio 2019tema svolto su Vittorio Alfieri
Vittorio Alfieri nacque ad Asti il 16 gennaio 1749 e morì a Firenze nel 1803.
L’Alfieri è stato considerato il poeta tragico del 1700 in Italia ed ebbe una vita avventurosa, diretta conseguenza del suo carattere di spirito libero. Questo carattere lo portò, già dall’adolescenza, a ribellarsi nei confronti di ogni imposizione autoritaria. Sempre nella pubertà, nello scrittore incominciò a manifestarsi le due passioni che segnarono la sua vita, quella per i cavalli e quella per i viaggi sia in Italia e all’estero, per conoscere altri paesi, culture ed usanze.
Già all’età di 17 anni, anziché di adagiarsi alla monotona vita di nobiltà di provincia, L’Alfieri incominciò a viaggiare, per soddisfare il suo bisogno di conoscenza.
Durante il lungo soggiorno in Inghilterra, durato fino al 1771, nell’Alfieri nacque la terza e più importante passione, quella della letteratura, proseguita negli anni successivi con un intenso studio dei classici latini e italiani, con l’intento di italianizzarsi, visto che parlava il francese.
Il carattere inquieto e l’estrema coerenza con i propri ideali di libertà spinse L’Alfieri , per poter svolgere serenamente la professione di letterato, a rifiutare ogni protezione politica e, successivamente a disvassallarsi dal re del Piemonte e Sardegna, ovvero rinunciò alla cittadinanza Piemontese e ai propri beni che donò alla sorella, riservandosi una rendita fissa.
L’Alfieri scelse la Toscana come patria adottiva, per abituarsi a parlare, udire, pensare e sognare in toscano, inaugurando, così, il mito letterario che condizionò successivamente molti altri artisti dell’età romantica, prima Foscolo, poi Leopardi e Manzoni, che, non a caso, scelsero di soggiornare a lungo in questa regione, riconoscendone, così, il primato letterario, culturale e politico.
L’Alfieri , anche se visse nel periodo dell’illuminismo, si distacco da tale pensiero culturale, facendo sua solo la tesi di libertà, non intesa come libertà dal potere politico, ma libertà dell’individuo, cioè esistenziale, ponendo in evidenza il proprio spirito anticonformista.
L’Alfieri scrisse una ventina di tragedie, in prevalenza di argomento storico, che possono essere raggruppate in base al loro soggetto: il primo gruppo ha come argomento la mitologia greca (Polinice, Antigone, Agamennone, Oreste e Mirra); il secondo ha come soggetto personaggi della storia antica, in particolare della storia romana (Antonio e Cleopatra, Virginia, Timoleone, Ottavia, Merope, Bruti I° e Bruto II°); il terzo gruppo prende spunto da vicende della storia medioevale e moderna; una sola, Seul, ha un soggetto tratto dalla Bibbia.
Dalla vita L’Alfieri ne esce un ritratto di un uomo oscillante fra la depressione e l’entusiasmo, dotato di forti passioni, autoironia e di grande sensibilità temprata dalla sofferenza.
L’Alfieri, con le sue opere, non solo preannunciò il romanticismo, ma lo superò, esaltando la passione, il sentimento, la libertà dell’individuo come affermazione dell’io, isolato, solitario e titanico. Inoltre, secondo L’Alfieri era compito dell’uomo opporsi a tutte quelle restrizioni che limitano il pieno dispiegamento della libertà dell’essere. Per sottrarsi alla schiavitù, secondo il poeta, l’uomo dispone tre rimedi: l’isolamento, il suicidio e il tirannicidio.