Letteratura italiana dell’ottocento
27 Gennaio 2019Émile Zola
27 Gennaio 2019Il poeta russo Vladimir Majakovskij (1897-1930) è tra i più noti poeti del primo periodo sovietico. Era una figura carismatica, ma contraddittoria.
La cattiva reputazione di Majakovskij in occidente senza dubbio risentì della sua canonizzazione da parte di Stalin, che lo aveva trasformato in una specie di “statua vivente”, un’ immagine contro la quale si scagliò in alcuni sue poesie lo stesso Majakovskij.
La poesia di Majakovskij, in realtà, parla da sé, senza bisogno di celebrazioni propagandistiche.
Il momento decisivo per lui è nel luglio 1915, quando Majakovskij lesse il suo “Una nuvola in calzoni” nell’appartamento di Lili e Osip Brik , su invito della sorella minore di Lili, Elsa.
Elsa era innamorata di Majakovskij e avrebbe continuato a struggersi per lui, anche se lei stessa avrebbe attirato corteggiatori come mosche: tra loro ci sarebbero sia Roman Jakobson che Viktor Shklovsky, però lei sposò un francese, prendendo il suo nome, sotto il quale è meglio conosciuta ora – Elsa Triolet – prima di sposare Louis Aragon.
Ma presentare Majakovskij a Lili e Osip ha praticamente significato che Elsa ha perso il suo legame speciale con il poeta, dal momento che si è subito un nuovo trio, e la maggior parte della vita di Majakovskij è stata trascorsa come parte di questo insolito ménage à trois.
Il matrimonio di Lili e Osip era molto aperto: profondamente innamorata, a Lili piaceva comunque dormire in giro, cosa che a quanto pare non infastidiva molto Osip. Osip non sembra essere stato sessualmente molto possessivo, con sua moglie o qualunque suo amante, sebbene Lili fosse apparentemente ferita quando, nel 1925: “una giovane bibliotecaria era riuscito a risvegliare la sua sessualità addormentata”.
Majakovskij – che ha avuto molte conquiste per conto suo, anche se apparentemente non era un amante molto soddisfacente – amava Lili ed era geloso degli altri suoi amanti, ma in qualche modo, alla fine, i due (o meglio i tre) sono riusciti a sistemare le cose tra di loro.
Per la maggior parte questo strano accordo, che combinava intimità e amicizia, prosperò e sopravvisse per i successivi quindici anni.
La Russia rivoluzionaria qui era più di un semplice sfondo, poiché soprattutto Majakovskij era un poeta impegnato, combattuto tra la pura poesia che Lili voleva e poteva far emergere in lui, e la poesia più funzionale e impegnata, dedicata alla rivoluzione e allo stato.
L’intera vita e la poesia di Majakovskij da un certo punto in poi riguardavano la politica, la costruzione del comunismo e il posto del poeta in essa.
Mentre i lati più brutti della politica sovietica si intromettevano gradualmente nella produzione culturale, negli anni in cui era ancora vivo Majakovskij comunque le cose non erano ancora degenerate fino agli ultimi orrori dello stalinismo.
Molti artisti furono espulsi dall’Unione Sovietica, vero, ma anche quando Lenin disapprovò un’opera come “150.000.000” di Majakovskij, la reazione fu più uno sfogo personale e non portò con sé le ripercussioni che divennero la norma in tempi successivi:
“Spazzatura! Stupido, stupido oltre ogni immaginazione.
Secondo me solo 1 su 10 di queste cose dovrebbe essere stampata, e non più di 1.500 copie per biblioteche e lettori stravaganti.” (Lenin)
È interessante notare che i viaggi all’estero accomunavano Majakovskij e la sua cerchia, specialmente in Germania e Francia, e dove c’erano difficoltà era perché veniva negato loro il visto d’ingresso in quanto cittadini sovietici. Majakovskij in ogni caso poteva permettersi questi viaggi, anche perché guadagnava bene: “ben tredici volte di più” rispetto ad un operaio medio dell’industria a metà degli anni ’20.
Sebbene non fosse un gran turista – preferiva giocare a carte – Majakovskij andò in giro, anche negli Stati Uniti.
Tuttavia, i tempi cambiarono rapidamente: nel 1930 l’organo culturale del partito comunista sovietico affermava:
“La ribellione di Majakovskij, anarchica e individualista, è essenzialmente piccolo borghese.”
Verso la tragedia
Negli ultimi anni Majakovskij si era così gradualmente reso conto che i suoi servizi non erano più richiesti, che non aveva un posto ovvio nella società che stava prendendo forma e in cui la letteratura e la politica letteraria erano dominate in misura sempre maggiore da individui le cui qualifiche non erano principalmente letterarie.
Per un po’ Osip ha lavorato per la sicurezza dello stato Cheka (in seguito: GPU); nel 1924 fu: “cacciato dalla GPU come ‘disertore'” , ma apparentemente non ci furono ulteriori conseguenze.
Gli strumenti del terrore non erano, in linea di massima, neanche lontanamente minacciosi come sarebbero presto diventati, ma non sempre si ha una buona idea degli effetti in un dato momento – in parte, senza dubbio, con poche brevi eccezioni , perché Majakovskij e i Brik condussero vite di notevole privilegio, capaci di cavarsela parecchio.
Si fa spesso menzione della tendenza suicida di Majakovskij, ma superficialmente, senza esplorare i dettagli, da ciò che c’era dietro a ciò che l’ha esacerbata. Ma l’uomo e le opere più significative (le sue poesie, o commedie come “La cimice”) sono ancora attuali.
Pochi scrittori hanno avuto la loro immagine pubblica plasmata in modo così drammatico come ha fatto Majakovskij, e questo, e le sue conseguenze, sono un argomento affascinante in sé, sicuramente una parte importante di qualsiasi studio su Majakovskij e la sua poesia.