Ma che aspettate a batterci le mani cover da una canzone di Dario Fo
28 Dicembre 2019Ho visto un re cover
28 Dicembre 2019“Voi che per li occhi mi passaste ‘l core” è un sonetto del poeta stilnovista Guido Cavalcanti, contemporaneo di Dante Alighieri e una delle figure principali del Dolce Stil Novo.
Il sonetto esplora il tema dell’amore attraverso una visione intensamente emotiva e personale, caratteristica della poesia di Cavalcanti.
Ecco il testo del sonetto e un commento dettagliato.
Testo del Sonetto
Voi che per li occhi mi passaste ’l core
e destaste la mente che dormia,
guardate a l’angosciosa vita mia,
chè sospirando la distrugge amore. 4
E ven tagliando di sì gran valore
che’ deboletti spiriti van via;
riman figura sol’ en signoria
e voce alquanta che parla dolore. 8
Questa virtù d’amor, che m’à disfatto,
da’ vostr’occhi gentil presta si mosse:
11un dardo mi gittò dentro da ’l fianco. 11
Sì giunse ritto ’l colpo al primo tratto,
che l’anima tremando si riscosse
14veggendo morto ’l cor nel lato manco. 14
Analisi e Commento
Versi 1-4:
Voi che per li occhi mi passaste ’l core
e destaste la mente che dormia,
guardate a l’angosciosa vita mia,
chè sospirando la distrugge amore. 4
Il sonetto inizia con una potente immagine visiva: gli occhi della donna amata penetrano il cuore del poeta, risvegliando la sua mente che era addormentata. Questa esperienza, tuttavia, non porta gioia ma angoscia. L’amore, personificato, distrugge la vita del poeta attraverso sospiri incessanti. L’uso del verbo “passaste” suggerisce un’azione diretta e immediata, creando un senso di invasione e di vulnerabilità.
Versi 5-8:
che’ deboletti spiriti van via;
riman figura sol’ en signoria
e voce alquanta che parla dolore. 8
Versi 9-11:
da’ vostr’occhi gentil presta si mosse:
un dardo mi gittò dentro da ’l fianco. 11
La forza dell’amore, che ha distrutto il poeta, proviene direttamente dagli occhi gentili della donna. Qui l’amore è rappresentato come un dardo, un’arma che colpisce il fianco del poeta. L’uso del termine “virtù” suggerisce una qualità elevata e potente dell’amore, ma allo stesso tempo devastante.
Versi 12-14:
che l’anima tremando si riscosse
veggendo morto ’l cor nel lato manco. 14
Il colpo dell’amore è così preciso e immediato che l’anima del poeta, tremando, si risveglia solo per vedere il cuore morto nel lato sinistro del corpo. Questa conclusione drammatica sottolinea la mortalità del colpo d’amore e l’intensità della sofferenza del poeta. L’immagine del cuore morto è un potente simbolo della devastazione emotiva e fisica causata dall’amore non corrisposto.
Interpretazione Complessiva
Tema dell’Amore come Forza Distruttiva: Il sonetto esplora l’amore come una forza distruttiva e mortale. L’amore non è fonte di gioia o elevazione spirituale, ma piuttosto una causa di angoscia e distruzione.
Immagini Potenti e Drammatiche: Cavalcanti utilizza immagini forti e drammatiche per descrivere l’effetto dell’amore. L’uso di metafore come il dardo che colpisce il fianco e il cuore morto sottolineano l’intensità del dolore provato dal poeta.
Semplicità e Intensità del Linguaggio: Il linguaggio è diretto e intenso, creando un impatto emotivo sul lettore. La struttura del sonetto, con le sue quartine e terzine, contribuisce a un ritmo che riflette la sofferenza e la drammaticità dell’esperienza amorosa.
Comparazione con altri Stilnovisti: Rispetto ad altri poeti stilnovisti come Dante, che spesso esaltano l’amore come forza nobilitante e spirituale, Cavalcanti presenta un amore più terreno e doloroso. Questo lo rende una figura unica all’interno del Dolce Stil Novo, con una visione più cupa e realistica dell’amore.
Conclusione: “Voi che per li occhi mi passaste ’l core” è un sonetto che esplora la sofferenza e il tormento causati dall’amore attraverso immagini potenti e un linguaggio intenso. Guido Cavalcanti offre una visione unica e intensamente personale dell’esperienza amorosa, caratterizzata da un senso di perdita, dolore e devastazione.
Audio Lezioni di Letteratura delle origini, duecento e trecento del prof. Gaudio
Ascolta “Letteratura origini duecento e trecento” su Spreaker.